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Verso mini proroga blocco licenziamenti, le ipotesi sul tavolo

Da una mini proroga per tutti di un mese a un allungamento dello stop fino a giugno, o settembre

Pubblicato:18-02-2021 13:59
Ultimo aggiornamento:18-02-2021 16:51

patto tra generazioni
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ROMA – Per la prima volta il neo governo Draghi esce allo scoperto e annuncia la possibilità che il blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo, possa essere prorogato in modo generalizzato. Lo ha detto, informalmente, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, incontrando questa mattina i sindacati metalmeccanici nell’ambito della vertenza Whirlpool. Il leghista Giorgetti, amico di Mario Draghi da oltre un decennio, ha spiegato che la “volontà” dell’esecutivo è quella di estendere il blocco a tutti e che nei prossimi giorni partirà un tavolo con il ministero del Lavoro.
Dopo l’incontro di lunedì tra il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, e le ‘consultazioni’ con le parti sociali avviate da Andrea Orlando, la notizia di una proroga era nell’aria. E infatti, ieri, il primo a capire l’antifona era stato il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha lanciato un vero e proprio appello all’ex governatore della Bce: “Non vorremmo assistere a una nuova protrazione del blocco generale dei licenziamenti per prendere ancora tempo. Sarebbe l’invito alle imprese a rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni: un segnale decisamente sbagliato”.

LE IPOTESI

Le ipotesi sul tavolo dell’esecutivo sono diverse. C’è chi immagina una mini proroga per tutti di un mese (in attesa di conoscere il provvedimento che istituisca un nuovo sistema di ammortizzatori a cui sta lavorando Orlando) e chi auspica, come i sindacati, un allungamento dello stop fino a giugno, o settembre.
Un breve differimento potrebbe invece essere propedeutico a un secondo step che dia il via una proroga selettiva del blocco. Il divieto di licenziare, in un secondo tempo, resterebbe per le aziende rimaste chiuse per le limitazioni sanitarie o per quelle più colpite dalla crisi. Settori che dunque continuerebbero a usufruire della cig covid gratuita sono la ristorazione, il commercio, gli spettacoli, lo sport, solo per citarne alcuni. Potrebbero invece cominciare a camminare sulle loro gambe comparti come la manifattura, il web, l’edilizia, l’agricoltura. Settori che, se necessario, possono sempre attivare la cassa integrazione ordinaria, finanziata con propri contributi.

Le risorse non sono certo un problema secondario. Lo Stato ha già speso 30 miliardi in integrazioni salariali in un anno ed è chiaro che la cig gratis per tutti non potrà continuare ancora a lungo. Il banco di prova sarà il quinto Decreto Ristori, la prima manovra economica del governo Draghi. Sul piatto ci sono 32 miliardi e 10, secondo la bozza che aveva preparato l’ex titolare del Mef Roberto Gualtieri, erano stati riservati per altre 26 settimane di cig e bonus vari. L’Alleanza delle cooperative, incontrando Orlando due giorni fa, aveva proposto un allentamento graduale del blocco dei licenziamenti. Le coop avevano lanciato la possibilità di un regime differenziato: l’impossibilità di licenziare per le aziende che utilizzano i sussidi covid, l’opportunità di farlo per quelle che non li usano.


Da non dimenticare poi il modello spagnolo che vieta gli esuberi per i sei mesi successivi alla fruizione dell’ammortizzatore. La Spagna, peraltro, è un altro Paese che come l’Italia in questa fase ha garantito sostegni molto importanti in rapporto al pil. Infine, nel dibattito sui licenziamenti è intervenuta anche l’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: “Avevo già predisposto le norme da inserire nel Decreto Ristori 5: ulteriori 8 settimane di Cigo e 26 settimane di cassa integrazione in deroga e assegno ordinario, queste ultime da utilizzare entro il 31 dicembre 2021, con contestuale proroga del blocco per la durata dei trattamenti di integrazione salariale. Si parta da qui, aprendo un confronto che coinvolga tutta la maggioranza. Indicare una data fissa per la fine del blocco dei licenziamenti è un’idea sbagliata. A mio avviso, vanno individuati periodi differenti sulla base di analisi puntuali delle diverse situazioni”.

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