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Morto boss Raffaele Cutolo, era lui il ‘Don Raffaè’ di De André?

Oggi il grande cantautore avrebbe compiuto 81 anni. Nelle sue canzoni amore, disagio, rabbia, guerra e la malinconia

Pubblicato:18-02-2021 12:35
Ultimo aggiornamento:18-02-2021 12:45

Fabrizio De André
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ROMA – Uno dei personaggi legati, in qualche modo, a una delle sue canzoni più belle, Raffaele Cutolo, è scomparso proprio ieri, a 79 anni. Secondo la credenza popolare, infatti, ‘Don Raffaè‘, dall’album Le Nuvole, doveva essere una canzone ispirata alla figura del fondatore della Nuova camorra organizzata. Proprio ‘O Professore’, per ringraziare Fabrizio De André, scrisse tre lettere dal carcere, accompagnate da un libro di poesie. In realtà pare che l’ispirazione a Faber venne data dalla commedia teatrale di Eduardo ‘Il sindaco del rione Sanità’. Questa era la musica, l’arte di Fabrizio De André, che oggi avrebbe compiuto 81 anni, che spaziava dall’amore, il disagio, la rabbia e la malinconia. Tutto in un contesto di realtà raccontata in un modo che lo distingueva (e lo distingue) rispetto agli altri.
Anarchico e pacifista De André, nato a Pegli, a Genova, il 18 febbraio 1940, con la sua musica ha permesso una vera e propria riscoperta dell’italianità, mediante il racconto di storie tutte nostrane, narrando vicende delle vie di Genova, come in ‘Via del Campo’, senza dimenticare realtà come quella carceraria, appunto con la ballata ‘Don Raffae”. E poi ancora si va dalla prostituzione, con ‘La canzone di Marinella’ e ‘Bocca di rosa‘, al mondo dei transgender e dei Rom, con ‘Prinçesa’ e ‘Khorakhané’ (A forza di essere vento).

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E poi il dramma della guerra con ‘La guerra di Piero’, passando per una delle piaghe di quegli anni, il terrorismo, con il brano ‘Il bombarolo’ e la canzone ‘Una storia sbagliata’, per non dimenticare il controverso omicidio di Pasolini, fino all’accenno di racconto del rapimento subìto da lui e dalla moglie nel 1979, con ‘Hotel Supramonte’. Moltissime poi le collaborazioni illustri di De André durante la sua carriera, tra cui quelle con Nicola Piovani, Ivano Fossati, Francesco De Gregori e Mauro Pagani, e lo storico sodalizio con la Premiata Forneria Marconi. De André fu costretto a interrompere i concerti nell’agosto del 1998, quando a seguito di forti dolori al torace scoprì di avere un carcinoma polmonare, ma nonostante la malattia continuò a lavorare a ‘Notturni’, un disco che non riuscì mai a completare. Morì l’11 gennaio 1999, un mese prima di compiere 59 anni. Oltre diecimila persone parteciparono commosse al suo funerale per salutare l’artista, così ricordato dalla scrittrice Fernanda Pivano: “Non doveva andarsene, non doveva. È stato il più grande poeta che abbiamo mai avuto”.


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