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Swaziland, i ragazzi di Manzini dalla strada alla High School

Monsignor Ponce de Leon: “Grazie alla colletta della Caritas consegniamo un contributo per le tasse scolastiche, che molti contadini non sono in grado di pagare”

Pubblicato:18-02-2018 12:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:29

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Manzini (Swaziland) – “I soldi li consegniamo ai genitori oppure ai nonni, che vendono legna o pannocchie di granturco lungo la strada”: monsignor José Luis Ponce de Leon, missionario argentino della Consolata, è vescovo di Manzini dal 2014. Alla DIRE racconta dell’inizio dell’anno scolastico in Swaziland, piccolo regno stretto tra il Sudafrica e il Mozambico dove tante famiglie rischiano di non poter iscrivere i figli alla “high school”.

“Questa settimana ho ricevuto 60 genitori, la prossima ne vedrò altrettanti” dice monsignor Ponce de Leon: “Grazie alla colletta della Caritas consegniamo un contributo per le tasse scolastiche, che molti contadini non sono in grado di pagare”.


Quest’anno alla diocesi di Manzini sono giunte circa 700 richieste di aiuto. Ne sono state accolte 270 e tanto ancora si vorrebbe fare, nella consapevolezza che la situazione resta difficile.

“Manca il lavoro” spiega il vescovo: “Nonostante quest’anno le piogge siano state più abbondanti e i raccolti migliori, le famiglie sono ancora costrette ad arrangiarsi con piccoli commerci, soprattutto la vendita di frutta, verdure o ‘firewood’, la legna da ardere, usata anche per cucinare”.

Le difficoltà sono legate anche al contesto internazionale. La crisi economica del Sudafrica ha determinato il deprezzamento del rand e il rincaro di quasi tutti i beni di importazione dello Swaziland, quelli che dall’aeroporto intitolato a re Mswathi III superano Manzini e salgono poi sui tornanti fino alle colline verdeggianti della capitale Mbabane.

Solo di recente il Paese è stato poi reinserito nella lista dell’African Growth and Opportunity Act (Agoa), la legge che promuove il commercio tra gli Stati Uniti e l’area subsahariana. La sospensione era stata motivata da Washington con una mancanza di progressi sul terreno della “democrazia” e del “rispetto dei diritti umani”.

Secondo la Camera di commercio dello Swaziland, tra il 2014 e il 2017 il valore delle importazioni americane di tessuti è crollato da 55 milioni ad appena 562mila dollari.

Questa settimana, in alcune università ci sono state proteste per i ritardi nei pagamenti di borse e sussidi. Gli studenti dell’Uniswa, il principale ateneo dello Swaziland, hanno anche consegnato una petizione al ministero per il Lavoro e la sicurezza sociale. Lo scontro riguarderebbe trasferimenti a beneficio di 634 giovani del campus di Kwaluseni, divisa giallo-verde senza una piega ma a rischio abbandono senza sostegno pubblico.

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