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Italia fanalino di coda nel G7 per contrasto alla povertà

L'elaborazione di ActionAid su dati Eurostat del 2013 rivela che è in Italia il divario del rischio povertà a sfavore delle donne è del 2,7%

Pubblicato:18-02-2016 18:04
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:00

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povertà

ROMA  – “La lotta contro la povertà è un cammino ancora in salita” secondo i responsabili dell’ONG Action Aid, che oggi ha presentato a Roma il rapporto “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo – Un’agenda a 360°”. Per quanto riguarda l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS), l’organizzazione spiega: “Nel 2014 l’APS dell’Italia si è fermato allo 0,19% del PNL, ben lontano dallo 0,7% concordato a livello internazionale, che avrebbe dovuto raggiungere nel 2015. Tra i Paesi OCSE, il nostro si colloca in diciottesima posizione, insieme con Giappone, Stati Uniti e Portogallo, tra i paesi del G7 è invece in ultima posizione. Il risultato è comunque migliore di quello del 2013 (0,17%), ma è stato ottenuto anche conteggiando come aiuti le risorse investite per gestire la crisi dei rifugiati sul territorio nazionale, pari a 600 milioni di euro, ovvero il 60% dell’aiuto bilaterale italiano. Questi fondi non corrispondono a reali trasferimenti verso i paesi in via di sviluppo”.

L’elaborazione di ActionAid su dati Eurostat del 2013 (ultimo anno per cui sono disponibili) rivela che è in Italia il divario del rischio povertà a sfavore delle donne è del 2,7%. “Le donne sono infatti più vulnerabili degli uomini, ma è molto difficile misurare la loro povertà perché le valutazioni statistiche avvengono a livello familiare e non individuale. Considerando solo gli aiuti bilaterali destinati ai paesi in via di sviluppo, il 32% va all’Africa, mentre l’Afghanistan resta il Paese più finanziato, seguito da Etiopia (€ 20.243.069), Mozambico (€ 15.861.953) e Territori Palestinesi (€ 12.641.867).


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