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In Basilicata cinque consiglieri regionali in odore di candidatura alle Politiche

Un quarto dei consiglieri regionali lucani potrebbe essere catapultato nell'agone elettorale per le prossime elezioni

Pubblicato:18-01-2018 13:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22
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POTENZA – Un quarto dei consiglieri regionali lucani potrebbe essere catapultato nell’agone elettorale per le prossime politiche. Dei 21 eletti in Regione, infatti, ben 5 sono in lizza per una candidatura nei primi posti per il Senato o per la Camera dei deputati. Come accaduto già in passato, inoltre, i consiglieri candidati per un ruolo ‘di servizio’ (in posizioni non eleggibili) potrebbero essere più numerosi. A giocarsi la partita per staccare il biglietto che porta a Roma, a due settimane dalla presentazione delle liste, sono 4 o 5.

Per il Pd si parla – e se ne è parlato lungamente – del governatore lucano, Marcello Pittella che però potrebbe rinunciare per far posto alla candidatura di suo fratello Gianni, attuale capogruppo dei democratici e socialisti a Bruxelles. Tuttavia sull’eventuale candidatura di Pittella jr l’attenzione rimane alta: una sua elezione in Parlamento accelererebbe la conclusione della legislatura regionale che, a scadenza naturale, è fissata per il prossimo novembre 2018. In quota dem anche il consigliere regionale Piero Lacorazza che da leader della corrente di Michele Emiliano in Basilicata potrebbe ‘strappare’ un pass romano. Per sua stessa ammissione si candiderà nella lista dei moderati del centrosinistra anche l’attuale presidente del Consiglio, Franco Mollica dell’Udc.

Nel campo del centrodestra lucano è in pole per una candidatura al Senato il leader di FdI Gianni Rosa. C’è poi la vicenda legata a Nicola Benedetto. L’ex assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, in carica fino a qualche settimana fa, ha avuto uno strappo con il centrosinistra e non ha mai fatto mistero di volersi giocare una partita per il Parlamento. Ed oggi si parla di lui come candidato di punta in una delle liste di Forza Italia. Ma in questo senso i giochi delle diplomazie sono ancora al lavoro.


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