NEWS:

In Sardegna doppiette furiose: “Il ministro Galletti ci ascolti”

Chiedono una proroga a fine gennaio, come succede nelle altre Regioni, sennò scenderanno in piazza

Pubblicato:18-01-2017 16:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:48

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

CAGLIARI – “Sul prolungamento della caccia il ministro dell’Ambiente Galletti non può continuare a lavarsene le mani, ignorando per l’ennesima volta un problema che tocca da vicino la Sardegna, i diritti dei 40.000 cacciatori sardi e le ricadute positive sul sistema economico regionale”. Così il consigliere regionale di Sel Eugenio Lai, dopo le proteste del mondo venatorio sardo, con i cacciatori sul piede di guerra per le date di chiusura della caccia della beccaccia, della cesena e del tordo bottaccio.

I cacciatori hanno dato un ultimatum all’assessore regionale all’Ambiente, Donatella Spano, chiedendo una proroga dal 19 al 31 gennaio: in caso contrario scenderanno in piazza a Cagliari sabato prossimo, chiedendo le dimissioni dell’assessore. La stessa Spano, ieri sera in una nota, aveva risposto ai cacciatori, sottolineando come i termini del calendario di caccia isolano fossero stati fissati in coerenza con le indicazioni ministeriali ed europee: “Non esiste alcun pregiudizio ideologico sulle date di chiusura della caccia di alcune specie migratorie: questo deve essere ben chiaro al mondo venatorio”. L’assessore aveva quindi rimarcato i diversi contatti con il ministero dell’Ambente su questo argomento: “Anche oggi ho interloquito con il ministro Galletti per sottolineare la necessità di uniformare le date di chiusura della stagione venatoria. Voglio quindi ribadire con forza che la Regione Sardegna ha rispettato gli aspetti tecnico-giuridici e il parere dell’Ispra, organo di supporto delle decisioni di Governo. Pertanto chiediamo al ministro di far sì che l’Ispra tenga conto sia degli studi degli organi istituzionali che di quelli di tutti i portatori di interesse”.


Lai chiede maggiore incisività da parte dell’assessorato nella “battaglia” contro il Governo: “Sul piano delle responsabilità, è evidente che vanno individuate a livello ministeriale, ma non vogliamo accontentarci di avere ragione. È necessario che l’assessorato regionale dell’Ambiente dia un segnale forte, coraggioso e faccia sentire, assieme alle associazioni venatorie, la voce di una Sardegna che non è più disponibile ad accettare la politica di un ministro che, di fronte alle giuste esigenze di una Regione, si gira sempre dall’altra parte”. Chiude Lai: “Ricordo alle opposizioni in Consiglio regionale, che tanto protestano al fianco delle associazioni venatorie isolane, che lo stesso ministro è espressione dell’area politica da cui provengono le contestazioni all’assessore. Non è facendo demagogia a buon mercato che si fa un buon servizio ai cacciatori sardi”.

FORZA ITALIA: “DOPPIETTE SARDE NON SIANO DI SERIE B”

“Ai cacciatori sardi che chiedono di non essere sperequati rispetto ai colleghi continentali e si mettono a disposizione per presidiare il territorio, la giunta regionale di centrosinistra risponde come al solito con un pregiudiziale no. È sempre più evidente il muro ideologico che separa il Governo regionale dall’attività venatoria”. Così il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Tedde, dopo le proteste del mondo venatorio sardo.

E dopo la presa di posizione del consigliere di Sel Eugenio Lai, si schiera con i cacciatori sardi anche l’esponente azzurro: “Mentre in altre regioni la caccia al tordo, alla beccaccia e alla cesena proseguirà fino alla fine del mese, pari scadenza non è concessa ai cacciatori sardi nonostante pronunciamenti favorevoli di alcuni tribunali amministrativi. Un atteggiamento odioso e discriminatorio che bolla i cacciatori sardi come cacciatori di serie B”. Dunque l’invito all’assessore all’Ambiente Donatella Spano, “a valutare serenamente le problematiche della caccia, spogliandosi dai pregiudizi ideologici e culturali che le impediscono di affrontare in modo obbiettivo e razionale un tema molto sentito”. È necessaria la proroga concessa in altre regioni, conclude l’ex sindaco di Alghero, “non è solo una questione prosaica di caccia e di prede, ma soprattutto una questione di giustizia sociale e sostanziale“.

di Andrea Piana, giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it