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Comunali a Roma: alle primarie del Pd un minisindaco per sfidare Giachetti

ROMA - Un presidente di Municipio per sfidare Roberto Giachetti

Pubblicato:18-01-2016 19:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:48

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roma_campidoglioROMA – Un presidente di Municipio per sfidare Roberto Giachetti alle primarie del Pd per il sindaco di Roma. Quella che era partita come una suggestione, è diventata un’idea e col passare delle ore prende sempre più le sembianze di una scelta. Quasi obbligata. A spingere sull’acceleratore in questo senso la decisione degli unici due minisindaci targati Sel (Andrea Catarci e Susi Fantino) di sfilarsi dall’iniziativa #PerRoma, in programma sabato mattina al teatro Brancaccio e organizzata proprio dai presidenti di Municipio per raccontare, insieme alle associazioni, le loro esperienze sui territori e sottolineare che non tutta l’esperienza amministrativa di questi ultimi tre anni è da buttare.

Un appuntamento che avrebbe dovuto produrre una candidatura diversa, ‘plurale’, che riunisse tutto il centrosinistra per le primarie del Pd a sindaco di Roma. Un progetto che sfuma, con la scelta dei presidenti di Sel di sfilarsi e puntare su Fassina, ma che potrebbe prendere una forma diversa. Perché i restanti 12 minisindaci (tutti del Pd, a vario titolo rappresentativi delle diverse correnti) rischiano di restare schiacciati dalla scelta Giachetti, tutta renziana, e così nelle ultime ore si fa sempre più pressante il dibattito sula necessità di candidare proprio un presidente di Municipio alle primarie.

roberto_giachettiUn’idea che, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, è nata proprio all’interno del gruppo dei minisindaci prima ancora che da Palazzo Chigi venisse calata la carta Giachetti e che comincia a trovare sponde anche dentro la direzione del Pd, dove più di qualche parlamentare romano la starebbe sponsorizzando. Del resto, è il ragionamento che viene fatto, una volta tramontate le primarie del centrosinistra, quale soluzione migliore di un ‘candidato della città’ contro il ‘candidato del palazzo’ per provare a dare credibilità a una competizione che rischia di essere dall’esito scontato?


Ma per evitare che questa scelta si trasformi in un ‘suicidio’ politico per chi deciderà di fare un passo avanti, vestendo i panni del perfetto sparring partner, si aspettano appoggi ‘importanti’, da chi magari ha applaudito da subito la scelta di Giachetti ma nel segreto dell’urna potrebbe fare arrivare voti pesanti per il colpo a sorpresa. E Roma non sarebbe nuova rispetto a uno scenario del genere, basti ricordare che David Sassoli all’epoca era sostenuto da gran parte della dirigenza del Pd ma il candidato sindaco designato dal popolo dem fu Ignazio Marino.

di Marco Tribuzi – giornalista professionista

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