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ROMA – Hanno raggiunto un punto “serio e positivo” i negoziati sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas, in corso a Doha, e promossi da Qatar ed Egitto. Lo riferisce in una nota l’organizzazione palestinese.
Nel comunicato si legge: “Alla luce delle discussioni serie e positive che si svolgono oggi a Doha sotto gli auspici dei nostri fratelli del Qatar e dell’Egitto, è possibile raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri, se l’occupazione smetterà di imporre nuove condizioni”, in riferimento alle autorità israeliane, che hanno inviato ieri una delegazione è arrivata nella capitale del Qatar.
Come ricorda la testata libanese l’Orient le Jour, tale tavolo di dialogo fa seguito alla visita dell’11 dicembre a Doha di David Barnea, capo del Mossad – il servizio di intelligence israeliano per l’estero – ma fonti interne ai colloqui sostengono che l’alto funzionario in questi giorni non sia presente. Ieri, il ministro della Difesa Israel Katz ai media ha dichiarato che i negoziatori “non sono mai stati così vicini a un accordo”.
Le dichiarazioni di Hamas e del governo di Tel Aviv aprono una concreta speranza al raggiungimento di un accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani. Un obiettivo, questo, rinviato tante volte dal 7 ottobre 2023, giorno in cui Israele ha lanciato un’operazione militare su larga scala nella Striscia di Gaza, in risposta agli assalti nel proprio territorio da parte di miliziani legati ad Hamas. Quel giorno erano state uccise oltre 1200 persone e circa 240 cittadini, israeliani e non, sono stati portati come ostaggi a Gaza. Di questi, un centinaio restano ancora prigionieri. Oltre 44mila invece i morti palestinesi e oltre 100mila i feriti, con tensioni, arresti e vittime anche in Cisgiordania e Gerusalemme, mentre non è chiaro il bilancio dei dispersi negli attacchi che hanno reso sfollata quasi il 90% della popolazione della Striscia.
Soddisfazione per il profilarsi di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas viene espresso anche dagli Stati Uniti. “Crediamo – e gli israeliani lo hanno detto – che ci stiamo avvicinando, e non c’è dubbio. Ci crediamo. Ma siamo anche cauti nel nostro ottimismo” ha detto il portavoce della Casa Bianca John Kirby, in un’intervista con Fox News. Kirby ha tuttavia ricordato che in questi 14 mesi “ci siamo già trovati in questa posizione, in cui non siamo stati in grado di arrivare al traguardo”.
L’emittente Al Jazeera sul punto evidenzia probabili divisioni nel governo israeliano sull’intesa con Hamas, come rivelerebbe la legge di bilancio approvata oggi dalla Knesset, e accolta con favore dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. Quest’ultimo ha evidenziato come il badget per il 2025 sia in grado di “soddisfare tutte le esigenze della guerra al fronte e nelle retrovie, fino alla vittoria”. Il ministro della Difesa Katz ha inoltre aggiunto che Israele sarà in grado di mantenere “il controllo sulla sicurezza di Gaza, con piena libertà di azione”. Proprio la volontà di Tel Aviv di mantenere l’esercito sul terreno è tra i punti che Hamas contesta e che in questi mesi ha fatto saltare i vari tentativi negoziali.
Nonostante le dichiarazioni dei politici, a Gaza continuano le offensive. Ancora Al-Jazeera, citando corrispondenti sul terreno, fa sapere di un bombardamento contro un edificio a Beit Lahiya, nel nord della Striscia, in cui sono morti almeno 15 palestinesi e altre persone risultano intrappolate sotto le macerie. L’emittente evidenzia che questa località, insieme a Jabalia e Beit Hanoon, è sottoposta a un assedio dell’esercito israeliano da oltre 60 giorni.
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