Libri per ragazzi in edicola, librerie in rivolta: “Togliamoli tutti”

È scontro sull'iniziativa della casa editrice Topipittori di allegare i suoi titoli più amati dai piccoli lettori ai quotidiani. Per le librerie del settore è un vero e proprio colpo basso: "Pronti alla resa totale dei vostri libri". La replica: "Nessuna concorrenza, allargherà il mercato"

Pubblicato:17-12-2024 16:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2024 18:12

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ROMA – Libri per ragazzi in edicola e librai sul piede di guerra: contro la ‘moda’ di allegare quotidiani e libri per i più piccoli, avviata negli ultimi anni dalle case editrici ‘made in Italy’, questa volta le librerie specializzate indipendenti, sparse per tutto lo Stivale, affilano i coltelli. Quella che viene proposta come una collaborazione nata per ‘rivitalizzare’ le edicole e diffondere la lettura in famiglia, viene invece bocciata e denunciata come mera operazione di marketing fatta sulla pelle di chi vende libri in un mercato sempre più di nicchia e difficile, soprattutto per chi non ha le spalle coperte dai colossi del franchising editoriale.

“I CINQUE MALFATTI” IN EDICOLA PER UN “PUBBLICO NUOVO”

A innescare la miccia, un post sui social della casa editrice tra le più note del settore, Topipittori che, “dopo EL, Gallucci, Babalibri” annuncia in pompa magna l’arrivo dei propri albi in edicola: “Dal 27 dicembre, per quaranta settimane, saranno allegati al Corriere della Sera e a La Gazzetta dello Sport i titoli più amati del nostro catalogo, in un formato tascabile da collezione”. La prima uscita è un titolo molto conosciuto, “I cinque malfatti” la cui autrice è Beatrice Alemagna, forse la firma italiana più premiata (già Premio Andersen come migliore illustratrice, per citare solo un titolo, praticamente il premio nobel per l’infanzia). E a peggiorare la situazione è la motivazione con cui la casa editrice spiega l’iniziativa: “Noi crediamo che la ‘Biblioteca Topipittori’ possa favorire l’accesso di un pubblico nuovo ai nostri libri. Se sarà così, ne beneficeranno gli autori, la casa editrice e anche le librerie, che potranno contare su un pubblico nuovo, incuriosito da libri diversi da quelli che è abituato a pensare adatti ai bambini”. Insomma, è quel “ne beneficeranno anche le librerie” che proprio è rimasto indigesto. In poche ore sotto il post cominciano a fioccare centinaia di commenti molto critici. E a ben guardare, sono (quasi) tutti scritti da gestori e titolari di librerie specializzate nel settore dell’infanzia che si sentono colpite a morte da questa-ennesima- iniziativa che li danneggia.

LA VOCE DELLE LIBRERIE: “INDIGNATI E DELUSI”

“Ma le librerie per quale motivo ancora esistono? È un continuo bombardamento da tutti i lati. Ma come si fa?”: è il commento che raccoglie più “like”. E non è un caso, perché è firmato “Mio nonno è Michelangelo”, libreria di Pomigliano D’Arco, baluardo della cultura e della lettura in una zona borderline, dietro cui c’è Maria Carmela Polisi, ambasciatrice della lettura e praticamente “influencer”- anche se involontaria- dell’editoria per ragazzi. E di fatto dal profilo della libreria non tarda un post dedicato alla faccenda: “Cosa sta succedendo agli editori, alle associazioni e alle librerie?”

Della stessa linea d’onda il commento di una libreria di Urbino: “E io che mi scervello a come fare la vetrina o a sistemare meglio lo scaffale con il Cicciapelliccia originale. Bastava una gazzetta. Delusi, arrabbiati, stanchi, tanto tanto stanchi. Poi da Natale e per 40 settimane!!! incredibile”: è lo sfogo di Librotiralibro da Miki Libreria. Spostandosi non troppo lontano, queste le parole piene di amarezza della libreria Viale dei Ciliegi 17 di Rimini: “Che grande tristezza! Fate le vostre scelte commerciali, ma che questo possa portare benefici alle librerie è una bugia alla quale dubitiamo anche voi possiate credere”.

“TOGLIAMOLI TUTTI DALLE NOSTRE LIBRERIE”

Un’altra libraia, che si firma Sara Brillina Peggy Blue. passa dalle parole ai fatti, annunciando l’intenzione di mettere in resa dopo Natale le copie dei libri della casa editrice che le sono rimaste: “Sarò felice di mandare i miei clienti a comprare i vostri libri in edicola. Il vostro sostegno alle librerie, con questa iniziativa, é davvero lodevole! Complimenti!”, ironizza.

“Mi unisco a quanto già espresso dagli altri: un profondo senso di indignazione e ingiustizia. Si tratta chiaramente di un’operazione commerciale, è inutile definirla diversamente. Grande delusione”, è il commento della libreria Piccolo CoLibrì di Roma. “E dopo “Il top del top”, ecco “Il flop del flop”…non mi aspettavo un colpo così basso”, mandano a dire dalla libreria Bufò di Torino. Dalla Puglia, Santeramo in Colle, la libreria EquiLibri lancia la protesta ufficiale: “Togliamoli tutti dalle nostre librerie“. Si accoda da Roma Francesca Giuliani, da “L’ora di libertà”: “Per me, avere i vostri libri sugli scaffali non ha più senso, motivo per cui a gennaio, non appena i magazzini riapriranno, provvederò ad una resa totale. Mi piacerebbe che tutte le librerie facessero lo stesso. Vedremo così se saltare la filiera sarà stato conveniente per il pubblico, gli autori, la casa editrice e anche per le librerie”. E intano l’elenco di chi annuncia la restituzione dei libri della casa editrice si allunga…

LA REPLICA DELLA CASA EDITRICE: “INIZIATIVA LIMITATA, POCHI TITOLI, NESSUNA CONCORRENZA, SARÀ EFFICACE PER ALLARGARE IL MERCATO”

“Per buona parte dei nostri vent’anni ci siamo sentiti dire che facciamo libri per i “figli degli architetti”: troppo belli, estetizzanti, inutilmente complicati, troppo difficili, libri per adulti travestiti da libri per bambini, libri ingannevoli che non tengono conto dei gusti veri dei bambini e dei ragazzi. In sostanza, i libri adatti ai bambini sono altri. Per questa ragione da vent’anni, lavoriamo ogni giorno, insieme a molti altri, per contribuire a costruire una cultura del libro illustrato”. Inizia così la lunga replica alle polemiche sull’iniziativa della casa editrice Topipittori per l’uscita di alcuni suoi titoli in catalogo in edicola, insieme ai quotidiani il Corriere della Sera e la Gazzetta dello sport. In sostanza, ai librai che giudicano l’idea una trovata commerciale che li colpisce a morte, la casa editrice ricorda tutto il suo impegno per diffondere quella che chiama appunto “cultura del libro illustrato”, per rendere più “pop” un prodotto editoriale per ragazzi sì, ma ragazzi d’elite. Quindi si difende elencando le attività compiute in questo senso: dalla presenza sui social, al blog, alla rivista gratuita alla formazione per gli insegnanti nelle scuole… E tutto questo per arrivare alla conclusione: “È servito questo sforzo collettivo di alfabetizzazione sui libri illustrati? Sì, è servito, se un giorno il giornale più popolare d’Italia, La Gazzetta dello Sport, un quotidiano che ha un pubblico sostanzialmente maschile, ci ha proposto di fare la Biblioteca Topipittori. Mai ce lo saremmo aspettati. Ma non erano, i nostri, libri per i figli degli architetti? No, non lo sono mai stati. La dichiarazione che arriva da questa iniziativa è chiara e forte come non avrebbe potuto essere in altro modo”.

Topipittori ricorda poi come il connubio editoria per ragazzi-edicole non sia una novità, anzi: “Una delle iniziative editoriali più riuscite e importanti della storia dell’editoria italiana “Le Fiabe sonore” dei Fratelli Fabbri, scelse come canale di vendita le edicole. Non passò mai dalle librerie”, puntualizza. “Ma nelle librerie portò nuovi lettrici e lettori, e ancora oggi tutti beneficiamo dell’influenza profonda che ebbe sugli adulti che da bambini le ebbero. E le ebbero perché erano accessibili a tutti, anche gente che in libreria non sarebbe mai andata, e non solo per una questione economica, ma per mancanza di abitudine”. Si passa quindi ai risultati di “tutte le indagini svolte sulle vendite di libri in edicola, e le recenti esperienze analoghe di altri editori per ragazzi” che “dicono la stessa cosa: che queste non interferiscono con quelle in libreria”.

Per cui “siamo convinti che un’azione limitata nel tempo, su una porzione ristretta dal catalogo (circa il 15% dei titoli disponibili, che scompariranno dal mercato prima della campagna natalizia del 2025), composta da una decina di titoli forti e altri di minor successo, in collaborazione con un quotidiano popolare possa essere uno strumento efficace“. E ancora: “Andare in edicola con questa collana è il tentativo di allargare il mercato a strati di popolazione che difficilmente vengono in contatto con gli albi illustrati di qualità. L’esperienza di altri editori lo ha dimostrato”.

Infine, la questione del carolibro: “L’edizione da edicola è un prodotto editoriale dignitoso, ma completamente diverso per formato, tecnologia di stampa e di legatura, materiali . Non ha, né potrebbe avere le stesse caratteristiche del libro in vendita in libreria. Ci pare che due prodotti così diversi non potranno essere in concorrenza diretta“.

“Crediamo non si possa pensare che questa iniziativa sia fatta nell’inconsapevolezza o con l’intento di danneggiare chi ci garantisce la sopravvivenza- conclude la casa editrice- e a favore del quale abbiamo già, per esempio, rinunciato da anni, a vendere libri direttamente tramite il nostro sito o nelle fiere, dove i nostri banchi sono sempre gestiti da librerie indipendenti”.

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