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“Più asili e meno discriminazioni”. Ma per le donne in Emilia-Romagna Bonaccini e Borgonzoni sono “due sconosciuti”

I risultati del sondaggio fatto dall'associazione Orlando: le donne intervistate il 26 gennaio vogliono votare, ma non sanno quasi nulla dei candidati e dei loro programmi

Pubblicato:17-12-2019 13:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:46
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BOLOGNA – “Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni? Mai sentiti nominare”. La politica italiana è appesa alle regionali dell’Emilia-Romagna ma a quanto pare i due principali pretendenti del 26 gennaio 2020 scontano ancora un deficit di notorietà. E’ quanto emerge dai focus group organizzati nell’ultimo mese dall’associazione Orlando, che gestisce il centro delle donne di Bologna.

Orlando, per la prima volta in occasione delle regionali, ha selezionato 40 donne in quattro diverse città della regione, Bologna, Modena, Forlì e Ferrara. Ogni gruppo è stato composto in modo eterogeneo sia per quanto riguarda l’età (dai 22 ai 72 anni), sia per quanto riguarda l’occupazione e il reddito (dalla studentessa alla pensionata, passando per insegnanti, operaie, addette ai servizi). Tutte le intervistate erano non iscritte ai partiti e non impegnate nell’associazionismo, ma hanno manifestato nel 100% l’intenzione di votare alle regionali. Piccolo problema, la “scarsissima conoscenza dei candidati alla presidenza e dei loro programmi”, come riferisce la presidente di Orlando Giulia Sudano.

E’ un dato che ci ha colpito molto“, dice Sudano presentando l’indagine. “La stragrande maggioranza delle intervistate non aveva sentito nemmeno parlare di nessuno dei due”, cioè Bonaccini e Borgonzoni. Questo, aggiunge Carla Catena che ha collaborato ai focus group, “fa emergere una difficoltà nella comunicazione dei programmi politici, nonostante i candidati siano spesso in tv e sui social. Ma c’è anche una mancanza di ascolto, tanto è vero che queste donne erano molto contente di poter dire la propria”. 


Alle intervistate è stato anche chiesto di indicare i problemi più sentiti nelle loro città, quelli più avvertiti da loro in quanto donne e quali sarebbero le proposte politiche in grado di spingerle maggiormente a votare. E’ emerso che le donne avvertono sempre le discriminazioni sul lavoro, sono preoccupate per le difficoltà incontrate dai giovani nell’accesso al lavoro e avvertono sulla loro spalle il peso del carico famigliare. A questo proposito una lamentela ricorrente riguarda i nidi, “pochi e costosi”.

Informate del piano di Bonaccini di eliminare le liste d’attesa le intervistate hanno manifestato un certo scetticismo, con reazioni del tipo “speriamo non sia solo una promessa elettorale”. Tra i problemi segnalati, la mancanza di mezzi pubblici alla sera e il timore di uscire sole la sera (tema avvertito in particolare a Modena, Forlì e Ferrara), la preoccupazione per l’ambiente e una recrudescenza del razzismo segnalata dalle donne di origine straniera. La cattiva gestione dell’accoglienza dei migranti viene collegata alla crescente insofferenza di molti cittadini nei loro riguardi.

Ma cosa chiedono le donne dell’Emilia-Romagna alla politica? A Bologna e Modena soprattutto “scelte coraggiose” che permettano di conciliare vita e lavoro, una svolta sull’ambiente per migliorare la qualità della vita, un migliore inserimento lavorativo dei giovani e un cambiamento culturale contro la discriminazione e la violenza nei confronti delle donne.

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