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La minoranza dem lancia la sfida a Renzi, Speranza: “Al congresso ci sarò”

Dalla convention della minoranza, Roberto Speranza lancia la sua candidatura al congresso del PD

Pubblicato:17-12-2016 11:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:26

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ROMA – “Il congresso del Partito democratico arriverà presto e io ci sarò“. Così il deputato della minoranza Pd, Roberto Speranza, a margine del convegno, ‘L’Italia prima di tutto’. “Ci sarò con il mio coraggio e le mie idee- aggiunge Speranza- io non sono una primadonna e il Pd non ha bisogno di uomini soli al comando. Ci deve essere un collettivo che si mette al servizio della ritessitura del centrosinistra. Qualcuno penserà a Davide contro Golia. Io accetto questa sfida perché so di non essere solo”.

Noi chiediamo che il Pd capisca la lezione del 4 dicembre- prosegue il leader della minoranza dem-. Tantissimi italiani hanno chiesto discontinuità e noi chiediamo che non si metta la testa sotto la sabbia e si capisca fino in fondo questo messaggio. A partire da alcune questioni di fondo che riguardano la vita degli italiani, penso al lavoro, al Jobs Act che va cambiato, penso alla scuola dove c’è subito bisogno di un tavolo con insegnanti e studenti per provare a cambiare la riforma“.All’iniziativa, organizzata alla vigilia dell’assemblea del Partito democratico prevista domani all’Ergife, prendono parte tra gli altri anche gli ex segretari, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.


“La parte dell’azione del governo che mi ha convinto di più- ha detto Speranza a chi gli chiedeva quali fossero gli aspetti positivi e quali quelli negativi del Governo Renzi- è stata quella sicuramente sui diritti civili. E anche il coraggio sull’immigrazione, quando Renzi dice che è disponibile a perdere qualche voto pur di salvare una vita nel Mediterraneo credo che dica una cosa giusta. Le parti più deboli sono quelle che riguardano la questione sociale e noi abbiamo dato la sensazione di stare un po’ troppo dalla parte di chi già sta bene e un troppo poco dalla parte di chi non ce la fa più, di chi è in difficoltà. E credo che scuola e lavoro sono stati due punti molto delicati sui quali provare a costruire una agenda diversa, più coraggiosa”.

La vera arroganza è di chi pensa di avere il 40% non la nostra, e a chi ci urla ‘fuori fuori’ risponderemo con un ‘dentro dentro’. Noi diciamo mai più fiducia sulla legge elettorale, mai più liste bloccate- conclude- abbiamo l’occasione di cambiare le cose. Come la riforma sulla scuola e il Jobs act sul quale non ho paura di dire al ministro Poletti che ha sbagliato“.

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