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Chiede di andare in bagno, ragazzo autistico cacciato da un bar al centro di Roma

Parla la madre: "A nessuno essere umano dovrebbe essere riservato un tale trattamento"

Pubblicato:17-12-2015 16:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:43

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ROMA –  Nel mese di apertura del Giubileo un ragazzo autistico viene cacciato da un bar del centro di Roma, in via delle Muratte.

“Ho saputo del fatto solo ieri sera. Luca, l’assistente di mio figlio, non voleva darmi un dolore“, racconta all’agenzia Dire Alessandra Nevi, madre di Giacomo, un ventenne autistico “tranquillo, bello e di pochissime parole, essendo scarsamente verbale”.

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Lunedì pomeriggio, tra le 17 e le 18.30, Giacomo passeggiava per il centro di Roma con il suo assistente Luca, “esperto di autismo e persona molto sensibile e preparata”. Il giovane confida al suo aiutante la necessità di dover andare al bagno.

“Entrano in un bar e Luca spiega che Giacomo è un soggetto autistico e che lui è il suo assistente. Racconta alla cameriera che avrebbero bisogno del bagno perché Giacomo deve essere accompagnato, necessita di assistenza. Luca vedendo la barista storcere il naso- continua Nevi nel suo racconto- capisce che non sono ben accolti e ordina anche un caffè. Nel frattempo si precipitano al bagno, ma la barista dal forte accento dell’Est, e questo lo dico solo perché ci è servito per sapere chi fosse, comincia ad urlare all’assistente che non poteva entrare in bagno con il ragazzo“.

Un soggetto autistico, precisa Nevi, “ha bisogno di aiuto in un bagno pubblico e privo di carta igienica, quantomeno per essere fornito di fazzoletti”. Nonostante le spiegazioni, “la donna ha proseguito ad urlare invitando Luca e Giacomo ad andare nei bagni di Mc Donald’s, come se non fossero stati degni di andare nei bagni di un bar qualsiasi pur avendo ordinato una consumazione. Luca è quindi uscito dalla toilette per spiegare nuovamente la situazione alla cameriera, ma a nulla sono servite le sue parole. La signora ha seguitato a gridare e li ha cacciati. A quel punto l’assistente, un tipo notoriamente tranquillo, ha detto che avrebbe denunciato il caso”.

“Un atto del genere è un affronto a chi con tanto impegno cerca di vivere una vita la più dignitosa possibile malgrado i deficit”, denuncia Alessandra Nevi. “Sono andata al bar un’ora fa e c’erano delle bariste molto carine, ma non c’era la persona che ha cacciato mio figlio”.

Le bariste “hanno prima finto di non sapere nulla, poi si sono scusate ma non hanno voluto darmi il numero del titolare. Abbiamo spiegato che parlare con il titolare è una questione di correttezza nei loro confronti, proprio perché non vogliamo fare di tutta un’erba un fascio. Ad oggi non siamo stati contattati da nessuno, né abbiamo ricevuto delle scuse pubbliche. Un fatto molto grave- aggiunge la mamma- vorrei che la cameriera venisse ripresa in maniera seria, perché lei è l’immagine di un bar”. Giacomo “si è spaventato e certo non ha le parole per dirlo. Mio figlio è tranquillo ma qualsiasi soggetto con autismo potrebbe avere una crisi. Gli autistici sono ragazzi sensibili alle variazioni di tono della voce e comprendono le situazioni. Sono ragazzi intelligenti– afferma la signora Nevi- c’è stato un momento di imbarazzo ma lui lo ha superato. Chi ne ha sofferto di più è Luca, che si è visto umiliato e cacciato da un bar. A nessuno essere umano- conclude- dovrebbe essere riservato un tale trattamento“.

di Rachele Bombace, giornalista professionista

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