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Ecco il treno di costa, 17 fermate e 25 minuti da Rimini a Riccione. Sarà pronto a metà 2017/FOTO

RIMINI - In ritardo e con costi maggiori, ma il Trasporto rapido costiero per collegare Rimini a Riccione

Pubblicato:17-12-2015 16:02
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:43

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RIMINI – In ritardo e con costi maggiori, ma il Trasporto rapido costiero per collegare Rimini a Riccione in 17 fermate e 25 minuti prende forma lungo i binari della ferrovia. Per fare il punto sui lavori il presidente e il direttore di Agenzia Mobilità, Roberta Frisoni ed Ermete Dal Prato, invitano la stampa a un tour sul tragitto. Additando più volte il Comune della Perla Verde come responsabile delle lungaggini nell’apertura dei cantieri. L’ultima ordinanza è per esempio arrivata solo lo scorso 9 dicembre. Ora tutto è cantierizzato e si prevede la fine dell’appalto a metà 2017, con l’auspicio di anticipare il completamento dell’infrastruttura a fine 2016.

trcStampa e staff a bordo del minibus per verificare il percorso alla stazione Fs di Rimini, dove Dal Prato mette in luce “uno dei limiti della struttura”: la quasi metà dei 9,7 chilometri per arrivare a Riccione sono a “senso unico“. Inoltre il cambio di mezzo dovuto al fallimento della società scelta inizialmente, obbligherà a rivedere le fermate già predisposte, con il passaggio dalla banchina centrale a quella laterale. A ciò si aggiunge la partita degli espropri e delle demolizioni. Sono stati emessi in tutto 160 decreti di esproprio, di cui 135 completati, cinque revocati, 14 non più necessari e sei sospesi su richiesta di Riccione. Sono stati inoltre conclusi 58 accordi con i privati, di cui 32 con accordo bonario. “Qualche problema l’abbiamo creato”, ammette Dal Prato, ma i cittadini man mano cominciano a capire. Tra sottopassi, ponti e altre “opere d’arte” il conto sale a 37, di cui ancora sei da realizzare, tutte nel territorio della Perla Verde.

Durante la corsa vengono previste soste alle fermate più importanti in via di realizzazione. Al Parco Ausa, dove sarà creato il collegamento con via Tripoli; Chiabrera, con accesso al centro studi e all’ospedale e il collegamento con il tpl tradizionale; Cavalieri di Vittorio Veneto dove sarà possibile un collegamento con l’aeroporto, o con lo stesso Trc o con altri mezzi. E infatti, rimarca Dal Prato, il “successo” della nuova infrastruttura “sta anche nel come sarà servita e nell’accessibilità”. Sarà necessaria non solo una riqualificazione della viabilità, ma anche una revisione del sistema di trasporto su gomma.
Intanto la corsa procede, in certi punti decisamente vicina alla ferrovia da un lato e alle case dall’altro, in particolare nel tratto di via Lagomaggio, fino al confine con la Perla Verde con tappa al ponte sul Marano di 40 metri, “il nostro orgoglio”. Dopodiché il minibus deve abbandonare il tracciato non più percorribile. “Chissà perché a Riccione siamo sensibilmente indietro sui lavori”, ironizza Dal Prato togliendosi la berretta di lana e indossando metaforicamente l’elmetto.


trc5D’altronde i problemi non sono stati pochi con l’amministrazione, compresa una denuncia per smaltimento di rifiuti tossici in combutta con la mafia. Lavatrici, frigoriferi e quant’altro emersi durante le bonifiche intorno al rio Marano. Non solo. Qualcuno si è divertito anche a spargere amianto in polvere. Per la Perla Verde mancano all’appello in particolare i cavalcavia su via Verdi, riprogettato per non chiudere la viabilità, e sul porto canale, con annesso sottopasso. Lungo il ribattezzato “muro del pianto” che a Riccione divide il Trc dalla viabilità normale, Dal Prato torna anche sugli alberi abbattuti: “Fs chiedeva di demolirli perché erano pericolosi per il traffico ferroviario, avevano raggiunto la vita limite e alcuni cadevano da soli”, rimarca. Inoltre ci saranno due nuove piantumazioni per ognuno di loro.
Corsa finita e ritorno alla stazione di Rimini. Nonostante i ritardi, tira le fila Dal Prato, “siamo ancora all’interno dei 92 milioni di euro autorizzati dal Cipe”, di cui 10 andati per i sottoservizi, e “che dopo 10 anni non ci siano state maggiorazioni è un mezzo miracolo”, sottolinea, ribadendo comunque che i costi maggiori saranno imputati a chi li ha provocati.

di Cristiano Somaschini, giornalista professionista

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