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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 17 novembre – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio

Pubblicato:17-11-2022 20:04
Ultimo aggiornamento:22-11-2022 12:05

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Dopo tre giorni di dibattito e confronto sull’articolato, nel pomeriggio il Consiglio Grande e Generale approva il Progetto di legge in 2^ lettura “Riforma del Sistema Previdenziale” con 33 voti a favore, 15 contrari e 1 astenuto.

La seduta odierna è cominciata riprendendo l’esame dell’articolato della Riforma, dall’articolo 34Contributo temporaneo dello Stato al Fondo Pensioni Lavoratori Subordinati”, in cui sono inseriti A) la riduzione della rimborso Smac per l’acquisto di carburante di 0,5 euro a litro (che passa da 0,15 euro a 0,10), B) l’aumento del prezzo per i tabacchi di 0,10 euro a pacchetto, misure finalizzate a rimpinguare il Fondo pensioni. A questo articolo, Domani Motus Liberi presenta un emendamento abrogativo. “Comprendiamo le ragioni e la necessità di destinare risorse al fondo pensioni- spiega Gaetano Troina– ma riteniamo che in questo momento, in cui già il costo dell’energia e dei beni di consumo sono lievitati per l’inflazione, intervenire sui prodotti petroliferi con questa misura sia anaronistico. Queste risorse devono essere reperite in altra maniera e non impattando sul costo della vita dei cittadini”. Emanuele Santi, Rete, ricorda al contrario che è una misura che porta 2,5 mln di euro e ha “una importanza determinante”.
Mirco Dolcini, Dml, ribadisce che si comprende la necessità di rimpinguare il fondo pensioni e di ricercare risorse economiche ad hoc, “ma è proprio dove andarle a prendere che deve essere dirimente”. Nicola Renzi, Rf, insiste a bocciare la proposta: “Lasciamo stare l’aumento per le sigarette, ma toccare la Smac per i carburanti è iniquo e intempestivo, in un momento in cui si deve sgravare chi va a fare benzina, e lo si sta facendo anche in Italia”. Iro Belluzzi, Libera, ricorda come proprio per la configurazione territoriale della Repubblica di San Marino e la non totale copertura del servizio di trasporto pubblico “una famiglia non può vivere qui senza almeno due macchine”. Per Guerrino Zanotti, Libera, non limitandosi alle più tradizionali leve di intervento sulla riforma previdenziale, il Segretario Ciavatta con questo articolo ha compiuto“uno sforzo di fantasia”. Resta il giudizio negativo: “Un intervento che va a depotenziare uno strumento importante come la Smac lo riteniamo non utile e poco ragionevole”. Marco Nicolini di Rete al contrario non giudica eccessiva una mancata scontistica di 5 centesimi: “Che poi l’opposizione faccia il suo lavor e dica qualcosa che faccia presa è ovvio- fa notare- Mi fa più paura che lo faccia qualcuno dalla maggioranza”. Marica Montemaggi, Libera, si chiede se dopo questo intervento se ne debbano aspettare altri che rivedano stanziamenti di aiuto a famiglie e cittadini. Michela Pelliccioni, Dml, ribadisce che si possa fare una valutazione diversa “dall’andare a raschiare il fondo su un bene di prima necessità”, come la benzina. “Da almeno 6 mesi in Aula chiediamo che il governo ponga in essere misure contro il carovita- manda a dire Andrea Zafferani, Rf- non vediamo nulla a riguardo e invece il governo toglie uno quota all’unica agevolazione che esiste, lo sconto carburanti Smac, cosa dovremmo dire se non che abbiamo un governo completamente scollegato dalla realtà?”. Il provvedimento è “un segnale pessimo per la cittadinanza”, incalza Michele Muratori di Libera. E sempre dalle fila di Libera, Alessandro Bevitori avanza il rischio che i forensi non tornino più nei distributori del Titano se non riscontrino più prezzi convenienti. Dalla maggioranza, Gerardo Giovagnoli, Npr, avanza qualche perplessità “più sulla forma che nella sostanza” della misura. “Inserire un provvedimento fiscale in una riforma delle pensioni mi sembra curioso- chiarisce- e si dice ‘io riduco lo sconto e la riduzione la destino a fondo pensioni’, mi sembra debordante rispetto alla riforma stessa”. Il Segretario di Stato Roberto Ciavatta interviene per puntualizzare come si tratti di un intervento temporaneo per l’avvio della riforma e “senza- ricorda- lo Stato dovrà mettere 2,5 mln di euro in più, ed è vero che c’è una riduzione dello sconto, ma a San Marino il costo della benzina è già competitivo”. L’emendamento di Dml viene infine respinto con 22 voti contrari, 19 favorevoli e un non votanti.
All’Articolo 40, “Sospensione dell’erogazione dei trattamenti previdenziali in caso di pendenze contributive”, viene presentato un emendamento concordato, sottoscritto da tutti i gruppi, che esplicita come il lavoratore dipendente, che si ritrovi in una posizione contributiva irregolare non per sua volontà, sia escluso dalla sospensione prevista dall’articolo. All’articolo 41 “Imposta di bollo”, viene accolto un emendamento presentato da maggioranza e gruppo misto che specifica come l’imposta di bollo valga anche per Fondiss. Stesso destino per l’ultimo emendamento presentato dalla maggioranza all’ultimo articolo del testo, il 44 “Entrata in vigore” per specificare che l’articolo 37 “Soppressione dell’obbligo di chiamata a viita per ipotesi di menomazione in stato irreversibile” precede l’entrata in vigore della legge, al settimo giorno dalla sua pubblicazione.

Seguono quindi le dichiarazioni di voto finali alla riforma previdenziale:


Andrea Zafferani, Rf: Solo per ribadire ancora una volta che anche oggi nei nostri piccoli numeri di forze di opposizione abbiamo provato a migliorare il testo con emendamenti che non siamo riusciti a presentare per mancanza del numero di firme necessarie. Peccato, non ci è stata data nemmeno la possibilità di discutere proposte migliorative del testo, proposte attente alle richieste di chi è andato in piaza nei giorni scorsi e che non avrebbero modificato in modo drastico i saldi della riforma, ci è dispiaciuto. Il testo della legge poteva essere migliorato ieri e oggi e così non è stato. Sarebbe comunque rimasto e resta tuttora un testo problematico per la scelta fondamentale che compie, quella di utilizzare il Fondo pensioni in ragione di una cifra pari a 20 mln di euro l’anno per 10 anni, e portando a una situazione in cui il Fondo arriverà a essere dimezzato, lasciando una grave problematicità al prossimo governo che si ritroverà a dover fare di nuovo una riforma previdenizale per risolvere problemi non risolti da questa riforma. Dai numeri portati emerge che tra 7-8-9 anni il bilancio, tra entrate e uscite previdenziali, tornerà ad essere fuori controllo in termini di deficit. E lo Stato non avrà possibiltià di coprire quei disavanzi, sarà inevitabile un’altra riforma che andrà a penalizzare i lavoratori. E non è una bella eredità.
Manca poi una riforma contestuale di Fondiss. Pensare di riformare il primo pilastro senza agire sul secondo non può stare in piedi. Poi ancora criticità nei disincentivi enormi per chi va in pensione, anche in situazioni di donne con figli che hanno avuto la necessità di rimanere a casa per occuparsi dei figli e la riforma non ha tenuto conto di queste dinamiche sociali. I riscatti restano particolarmente difficili e non si è intervenuto. Sono tante le situazioni di cui si è parlato del dibattito oltre ai macrotemi dell’uso massiccio del fondo e della mancanza di intervento su Fondiss, restano tante le scelte con il “freno a mano tirato”. Non è una riforma in definitiva che ci soddisfa e che risolve i problemi, consente di guadagnare qualche anno a un prezzo molto significativo, sia per chi lavora, sia per il futuro. Voteremo contrariamente per questi motivi.

Eva Guidi, Libera: Con il sottofondo di uno sciopero generale è iniziato l’esame di questa legge che doveva essere uno dei pilastri delle riforme del Paese, ma è subito apparsa senza delle vere risposte ai problemi. Primo, perché è arrivata da sola, senza altri provvedimenti che dovevano essere contestuali, come la riforma Igr, e sarebbe stata buona cosa per ragioni di equità fiscale avere anche una legge che potesse dare una panoramica completa. Diamo atto al Segretario di aver portato una legge comunque necessaria, anche se in solitaria, e anche se non dà risposte vere ai problemi della previdenza. E lei Segretario è stato sincero, lo ha fatto presente che oggi ci viene portata una riforma che nei prossimi 10 anni dimezzerà il fondo pensionistico. Il Segretario aveva ragione, in pochi anni bisognerà rimettere mano alla riforma e andare a fare nuovi interventi. Non siamo assolutamente soddisfatti. Sono presenti altri aspetti negativi su cui abbiamo fatto le nostre riflessioni, come la possibilità di ridurre i disincentivi per le lavoratrici madri. Lo sappiamo anche noi che erano incentivi non diretti alla maternità, ma il tema di sostegno alla natalità deve essere affrontato a tutto tondo. E poteva essere un segnale anche una piccola percentuale. Purtroppo non ci è stata data la possibilità di intervenire. Un altro dibattito c’è stato sulla riduzione degli incentivi Smac. In definitiva, è un provvedimento che ci sembra insoddisfacente, basato sul concetto del “tirare a campare”. Più che una riforma del sistema previdenziale noi ci troviamo una riforma del Fondo pensioni. Il succo è rappresentato da questo: si vanno a prelevare 200 mln di euro dal fondo in 10 anni. E’ un prelievo troppo forte, in dieci anni ci troveremo il fondo dimezzato. Ci sarà bisogno di reintervenire con un fondo più basso e sarà ancora più difficoltoso fare ulteriori interventi. Libera voterà contrariamente a questo progetto di legge.

Gaetano Troina, Dml: Ribadisco che una riforma previdenziale non era più rimandabile e oggi è necessario intervenire per correggere tante distorsioni note da tempo, in un sistema non più sostenibile. Pensiamo sia emerso in modo chiaro che Dml non condivida alcuni articoli del testo ma, come già fatto in Commissiome, il senso di responsabilità impone di procedere. Alcune norme fondamentali per la stabilità dei conti pubblici devono entrare in vigore al più presto. Porteremo il nostro contributo come sempre abbiamo fatto perchè ai problemi vengano trovate soluzioni. Spiace che siano i cittadini a pagare anche questa volta le conseguenze di mancati approfondimenti e mancate occasioni di confronto della politica. Nei prossimi interventi in Aula ci aspettiamo sia posto rimedio alla più grande distorsione del nostro sistma: chi deve pagare finalmente paghi e a chi ha sempre pagato il dobuto sia riconosciuta la propria onestà.

Alberto Giorgano Spagni Reffi, Rete: Questa riforma- tacciata di essere una ‘riformina- in realtà è una riforma necessaria e lo ha riconosciuto anche l’opposizione. Però proprio per il periodo storico in cui viviamo sapevamo che avevamo l’onere di fare quadrare maggiormente i conti legati alla previdenza pensionistica sammarinese. Ed eravamo anche molto consci che questa riforma non sarebbe potuta essere una riforma di macelleria sociale e che utilizzando i tre criteri tradizionali- anni di contribuzione, età anagrafica, retribuzione pensionistica- non si riuscisse a trovare la quadra, perchè il sistema torni ad essere autosufficente. Il sistema non è autosufficente, non esiste da noi ad ora un sistema che riesca ad andare da solo, tutte le strutture create dagli anni ’50 in poi, che sono state un fiore all’occhiello, non hanno più autonomia e devono ricevere innesto di liquidità dallo Stato.
Sull’utilizzo dei fondi pensioni qui criticato: è l’ultimo tesoretto rimasto a San Marino, l’unico non bruciato dalla spesa corrente. E’ vero che la riforma porta a un uso consistente dei fondi pensione, ma è un metodo ragionato anche da persone più ‘previdenti’ di noi, perchè la politica ha troppa poca lungimiranza. L’utilizzo dei fondi sarà comunque più oculato con rendimenti migliori e ciò renderà una maggiore sostenibilità del sistema. Questa riforma ci dà tempo e vi sono elementi inseriti importanti. Su incentivi e disincentivi per le donne si sarebbe voluto fare di più, ma viene comunque inserito un principio importante. Per noi è la riforma necessaria ora a San Marino per riuscire a far funzionare il sistema nei prossimi anni, ponendo in essere da domani altre misure urgenti per il sistema economico sammarinese.

Francesco Mussoni, Pdcs: Questo Pdl ha avuto un lungo periodo di gestazione e confronto politico e analisi, diretti dalla Segreteria per la Sanità. E dal mio punto di vista conferma l’azione di una maggioranza forte nel senso delle riforme e nella determinazione di agire sul cambiamento strutturale del sistema previdenziale. Il consigliere Aida Selva nella relazione introduttiva ha espresso in passaggi chiari il motivo per cui la rforma è necessaria. E lo ha detto anche il consigliere Guidi di Libera. Ci sono 130 mln di entrate contributive ed erogazioni per 205 mln, per un saldo negativo di 75 mln di euro. Qualunque classe politica che non si ponga il problema di agire su questo sistema sarenbe da rottamare come irresponsabile per le future generazioni.
Ci sono interventi particolarmente significativi, per riassumerli: l’intervento sulla quota di accesso a 103, vi è flessibiltà in uscita anche prima di 66 anni, con incentivo e disincentivo, c’è un intervento con l’incremento delle aliquote contributive, abbiamo la possibilità di creare part-time pensionistici, vi sono tutta una serie di norme che danno flessibilità al provvedimento.
E’ una riforma in cui vi è stato un passaggio di responsabilità politica e di confronto con le parti sociali. Credo che confermi la bontà dell’azione politica di governo e maggioranza. Ricordo il testo preparato nel 2013-1034: sono passati circa 10 anni in cui è mancato coraggio politico per avviare al’iter legislativo questo tipo di riforma. Credo che governo, maggioranza e il segretario per la Sanità abbiano avuto coraggio politico e va riconosciuto. E’ un provvedimento che non poteva che creare divisione e tensione e che govenro e maggioranza hanno voluto calare con una certa gradualità all’interno della società.
C’è un evidente tema dell’investimento dei fondi anche fuori territorio che deve essere affrontato se perdiamo decine di milioni di euro di redditività. Altro tema che resta è quello legato all’economia: è un sistema-paese per cui, se non si insisterà molto sulla ripresa di sviluppo economico e sull’occupazione e non vi sarà un rapporto tra lavoratori e pensionati adeguato, ogni riforma sarà insufficiente. Sosterremo con convinzione il progretto di legge.

Gian Nicola Berti, Npr
Non possiamo tralasciare che ilsistema previdenziale sammarinese sia il paradiga e paradosso della follia clientelare avuta nel tempo nel nostro Paese. E’ stato versato vino nelle coppe dei cittadini a iosa, senza mai chiedere sacrifici e responsabilità. Per questo ci ritroviamo uno sbilanco tra incasso contributivo e uscite del fondo e circa 70 mln di euro dello Stato versati nei fondi pensioni. Qualcuno ha parlato di una sorta di reddito di cittadinanza. Il rapporto è di 10 a 3: prendiamo 10 di retribuzione e abbiamo versato 3, così un 70% della pensione viene regalata dallo Stato ai cittadini. E’ un bellissimo regalo, da cercare di preservare, però c’è un problema di sostenibilità quando cominciano ad affrontarsi nell’economia pubblica una serie di problemi, per cui è necessario stringere la cinghia. Questo sistema che ha creato disavanzo sistemico va corretto.
Questa riforma cerca di mettere in fila le cose e dà risposte per quanto possibile. La riforma del 2011 avrà effetti positivi a partire dal 2030, ma di qui al 2030 dobbiamo arrivarci con un progetto di sostenibilità e la riforma. Questa riforma non ha una vera e propria opposizione perchè contiene soltanto elementi altamente condivisibili e utili e sostenibili per il sistema. Per questo Noi per la Repubblica, con tutte le riserve che per primi facciamo per noi stessi- forse bisogna avere maggiore coraggio sia per la riforma del mercato del lavoro e anche in quella del sistema pensionistico e nell’amministrazione di tutti i centri di costo dello Stato- possiamo dire che questo progetto di legge è un elemento utile e lo voteremo.

Rossano Fabbri, Mis/Gruppo Misto:
Nei propositi del governo doveva essere la prima grande riforma da mettere in campo. Dopo una prima fase di lavoro dedicata alla giustizia, ci si è spostati in altri ambiti, e la prima ad arrivare è la riforma previdenziale.
Si sono sentiti tutti dei distinguo, al di là dell’opposizione. Si sono sentiti anche in maggioranza commenti del tipo è una ‘riforma per prendere tempo’, ‘è stato compiuto un mezzo passo’… è sicuramente una riforma che si è inserita in un contesto non semplice. E’ intercorso anche uno sciopero che però non aveva nella riforma delle pensioni il suo primo obiettivo, è stata unita ad altri punti che ne hanno costituito l’essenza. Oggi si vede un paese che si aspetta un agire più deciso da questo governo e i motivi dello sciopero erano i più disparati. Il Segretario ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, anche se porta una riforma non risolutiva. E non è per forza un male nella concertazione, pero non è assolutamente quell’impatto risolutivo che serve per mettere mano a ‘un bel problema’.

Approvata la riforma previdenziale, l’Aula prosegue i lavori dal comma 2, la “Proposta del Consiglio Giudiziario di avvio della procedura di reclutamento esterno di un Giudice di Appello con specifico riferimento al settore penale”, a seguito delle dimissioni del giudice Francesco Caprioli. La proposta è approvata all’unanimità.

La seduta si interrompe al comma 5, “Ratifica Decreto-Legge e Decreti Delegati”, dopo l’approvazione dei decreti non scorporati. In seduta notturna i lavori riprenderanno dall’esame del decreto legge n.142 “Parziale e transitoria deroga dell’articolo 31 comma 4 della Legge 25 aprile 2014 n.67 (Legge quadro sulla istruzione universitaria) e dell’articolo 2 del Decreto Delegato 19 giugno 2015 n.90 (Disposizioni relative alla durata massima di incarichi dirigenziali nel settore pubblico allargato e norme transitorie sulla gestione amministrativa del settore telecomunicazioni)”.

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