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Comprare scarpe e borsette contraffatte? A Bologna ‘costa’ 3.500 posti di lavoro

Ascom, assieme alla Prefettura, alla procura e al Comune, lancia la campagna "No abusivismo, sì legalità": acquistare false griffe per strada favorisce la criminalità e alimenta lavoro nero e sfruttamento

Pubblicato:17-11-2022 18:17
Ultimo aggiornamento:18-11-2022 09:35

prefetto bologna
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BOLOGNA- Sembra uguale all’originale griffata, ma dall’ambulante per strada costa molto, molto, meno. Sembra un affare, ma non lo è, visto che acquistare merce contraffatta non fa che alimentare la criminalità, il lavoro nero ed espone chi compra anche a qualche rischio. Lo ricorda la campagna lanciata da Ascom Bologna assieme a Prefettura, Questura, Comune, Carabinieri e Guardia di finanza, “No abusivismo, sì legalità”.

CONCORRENZA SLEALE A CHI LAVORA RISPETTANDO LE REGOLE

Insomma, l’abusivismo commerciale danneggia, innanzitutto, chi rispetta le regole, privandolo di incassi grazie ai quali, quantifica l’associazione, solo a Bologna potrebbero essere creati 3.500 posti di lavoro. “C’è la necessità, in una città turistica e con tanti giovani, di contenere la pratica dell’abusivismo”, ammette il prefetto Attilio Visconti, che con le altre istituzioni ha sottoscritto un patto di collaborazione per contrastare il fenomeno e sensibilizzare i cittadini.

UN FENOMENO DA TENERE SOTTO CONTROLLO

Tra le azioni concordate, la condivisione di un “tavolo tecnico periodico che abbia la capacità di monitorare il fenomeno sotto il profilo della localizzazione, i brand (oggetto delle vendite illegali, ndr) ed le etnie coinvolte. In base dalle risultanze del tavolo sarà rimodulata l’attività di controllo”, spiega Visconti. Del resto, l’abusivismo danneggia in primo luogo le imprese regolari, quelli che “si danno da fare per rimanere competitivi rispettando le regole e che devono fare i conti anche l’abusivismo ‘tollerato’ delle piattaforme digitali”, denuncia Il presidente di Ascom, Enrico Postacchini.


UN PROBLEMA DI SICUREZZA

“Ci mettiamo la faccia segnalando, sapendo di essere protetti”, riconosce il numero uno dei commercianti.
La campagna “intercetta un problema serio. Le istituzioni devono essere vicine a chi lavora in maniera pulita”, scandisce il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato. Il lavoro nero connesso al fenomeno dell’abusivismo “colpisce le imprese del made in Italy e lede gli interessi della collettività, penalizzando gli stessi interessi dei cittadini per il mancato rispetto della sicurezza dei prodotti“, avverte Amato. “C’è un tema di sicurezza dei cittadini. Il Comune è impegnato a portare alla luce certe situazioni”, assicura l’assessora al Commercio, Luisa Guidone.

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