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In Lombardia terza dose di vaccino anche in metro e al supermercato

Priorità ai richiami dei vaccinati con Johnson&Johnson e Astrazeneca. Il target a cui punta Bertolaso è quello dei più piccoli

Pubblicato:17-11-2021 18:56
Ultimo aggiornamento:18-11-2021 09:14

guido bertolaso
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MILANO – In metropolitana andando al lavoro. “Stiamo cercando un paio di stazioni, entro una settimana saprete”. Oppure andando a fare la spesa natalizia al supermercato, magari portando un panettone ai medici. E in 365 farmacie che all’inizio della pandemia non facevano parte dell’esercito della salvezza. Parte domani, come sempre dominata dal carisma di Guido Bertolaso, la campagna di vaccinazione per le terze dosi in Lombardia agli over 40 che hanno ricevuto la prima somministrazione da almeno sei mesi. La platea indicata alla conferenza stampa col superconsulente dalla vicepresidente della Regione Letizia Moratti è di un milione e seicentomila persone. Priorità ai richiami dei vaccinati con Johnson&Johnson e Astrazeneca, di cui i dati, in particolare israeliani, dimostrano la più veloce discesa della copertura vaccinale. Ma il vero target di Bertolaso è quello dei ragazzini: 150.000 persone tra i 12 e i 18 anni- e di questi 644.000 dai 5 agli 11 anni che non hanno mai conosciuto l’ago anti covid e che attendono il via libera ministeriale- “e che si ammalano eccome, checché ne dicano alcuni politici, si badi bene politici, non scienziati, con cui l’altra sera ero a una cena conviviale- spiega Bertolaso- e che mi dicevano ‘guarda che i giovani non si ammalano’“. “Avete fatto un giro negli ospedali e nelle terapie intensive?”, li ha rimbrottati l’ex capo della protezione civile.

“Io ho titolo e appena possibile farò la puntura anche a mia nipote”, promette il superconsulente della Lombardia, che tra le molte slide ne mostra una con l’incidenza della malattia dai 5 agli 11 anni di 150 casi su 100.000 abitanti. Tutti questi bambini accederanno se vorranno senza prenotazione, solo registrandosi sul portale di Poste, “e magari vadano assieme ai genitori”. Anche durante la prima ondata- ondata di vaccini- i minorenni avevano trainato agli hub molti genitori, ricorda Bertolaso. Per quanto riguarda gli hub Bertolaso è tranquillo. Ce ne saranno altri a Milano oltre le Stelline, già aperto, in particolare nella zona est della città. Nel resto della regione, elenca Bertolaso, Gallarate subentrerà a Malpensa, Brescia ha già piccoli hub al posto della Fiera; Bergamo e Mantova sono a posto.

Le aperture saranno modulate in base alla domanda: “E’ una partita a scacchi”, dipende dalla domanda, esemplifica Bertolaso. Perchè, interviene Moratti con un nuovo, caldo, appello, questa terza dose non decolla a differenza delle prime due? “Perchè allora venivamo da un periodo di mancanza di libertà, mentre ora che l’abbiamo non c’è consapevolezza che potremmo perderla. La percezione- insiste la vice presidente- è che la situazione sia sotto controllo, e sotto controllo lo è, ma questo non deve rallentare la terza dose”. Ad oggi sono 16 milioni le dosi fatte per 8 milioni di cittadini vaccinati sui circa 10 milioni di lombardi. Un obiettivo ragguardevole quello raggiunto ma che non basta per le nuove varianti, che provocano anche reazioni auto immuni nei più piccoli. A regime a gennaio si potrà arrivare a 40.000 iniezioni giornaliere (si toccarono le 70.000 durante la prima campagna) obiettivo che Moratti e Bertolaso non vogliono negarsi. Per questo il 29 novembre, Lombardia prima regione italiana a pensarlo, sul modello di quanto fatto in Israele, ci sarà una diretta Facebook dedicata ai dubbiosi con domande e risposte in diretta con esperti come Alberto Mantovani, Sergio Abrignani e Giuseppe Remuzzi che hanno già dato la loro disponibilità a Bertolaso, che ne aspetta altre. Si potrà scrivere a stopaidubbi@regione.Lombardia.it o mandare un messaggio whatsapp al 334 6324686. “Spero che tante tv locali e nazionali ci chiedano il segnale”, chiude Bertolaso con riferimento anche ai più anziani, meno social e più televisivi. “Anche Rai regionale, Mediaset o Sky potrebbero collegarsi”, auspica il superconsulente.


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