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Tewolde (Iabw): “In Etiopia in corso una partita geopolitica per il Mar Rosso”

Ceo alla Dire: "Il conflitto in area strategica tra Cina e Occidente"

Pubblicato:17-11-2020 10:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:15

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ROMA – Il controllo dell’area del Mar Rosso, passaggio strategico lungo la rotta commerciale della Nuova via della seta tra Cina e Occidente: e’ questa, secondo Mehret Tewolde, origini eritree, ceo di Italia Africa Business Week (Iabw), la posta in gioco del conflitto che scuote il Tigray, l’Etiopia e l’intera regione del Corno d’Africa. Il colloquio con l’agenzia Dire si tiene pochi giorni dopo un bombardamento alle porte di Asmara rivendicato dal governo regionale di Macalle’. Un episodio, questo, che ha aggravato i timori di una internazionalizzazione della crisi deflagrata due settimane fa con l’inizio degli scontri tra forze tigrine e unita’ dell’esercito federale di Addis Abeba.

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Secondo Tewolde, in Italia da 40 anni, un’attenzione costante per l’Eritrea e in genere il Corno d’Africa, per comprendere quello che sta accadendo bisogna considerare le “dinamiche geopolitiche per il controllo della fascia del Mar Rosso”. La tesi e’ che l’area abbia acquisito un ruolo ancora piu’ importante con lo spostamento dell’asse dell’economia globale verso Oriente e con i progetti legati alla Nuova via della seta. “La Turchia sta spingendo molto, investendo e puntando a un ruolo decisivo con il controllo delle rotte commerciali tra la Cina e l’Occidente, lungo le direttrici nord e sud” dice Tewolde. Convinta che della partita sia anche un’altra alleanza, contrapposta all’asse tra Ankara e il Qatar: quella imperniata su Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. “Temo che questa del Tigray, al di la’ delle tensioni con il governo federale di Addis Abeba guidato da Abiy Ahmed, sia una crisi pilotata dall’esterno” denuncia la ceo di Italia Africa Business Week.

“Ci potrebbe essere un tentativo di destabilizzare l’Etiopia, che con la diga sul Nilo si sta proponendo come centro strategico sul piano dell’energia idroelettrica, e di bloccare un processo di indipendenza dei Paesi del Corno d’Africa”. Il riferimento e’ anche all‘Eritrea, un Paese “grande come la Lombardia” mai come ora al centro di interessi in conflitto tra loro. “Il suo pregio e il suo difetto e’ di trovarsi in un punto strategico” insiste Tewolde, notando peraltro come a oggi l’unica base di Pechino fuori dalla Cina sia stata aperta a soli 600 chilometri da Asmara, nel piccolo Stato costiero di Gibuti, dove sono presenti anche americani, francesi e italiani. Una battuta infine anche sul presidente eritreo Isaias Afewerki, firmatario dell’accordo del 2018 con l’Etiopia, valso ad Abiy il Nobel per la pace. Il capo di Stato ora appare cauto rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento militare di Asmara. “Con Abiy – sottolinea Tewolde – stava cercando di porre condizioni di stabilita’ e di garantire che la guida del processo restasse africana”.

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