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Covid, i farmacisti ospedalieri in campo per una corretta gestione dei vaccini

"Serve una riorganizzazione e bisogna partire subito": i farmacisti ospedalieri sono pronti a dare una mano in vista dell'arrivo massiccio dei vaccini anti Covid in Italia

Pubblicato:17-11-2020 12:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:15
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ROMA – Mentre la pandemia da Sars-CoV-2 continua a tenere il Servizio sanitario nazionale in situazione emergenziale, le istituzioni sanitarie italiane e internazionali si stanno preparando all’arrivo dei vaccini, attesi per i primi mesi del 2021. Le caratteristiche tecnico-farmaceutiche che li contraddistinguono e li differenziano dai vaccini fino ad oggi in commercio per le altre malattie infettive, rendono necessaria una nuova strategia logistico-distributiva, definita nei giorni scorsi dall’Unione Europea come “alta priorità continentale”, per garantire una loro adeguata distribuzione. Su questo interviene la Società italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie (Sifo): “I vaccini anti-Covid.19 potrebbero arrivare presto, ma il nostro Paese deve essere attrezzato ed organizzato per tutti gli elementi della supply chain specifica, che comprende arrivo in Italia, stoccaggio, conservazione appropriata e distribuzione sicura al destinatario finale. I vaccini in arrivo, come è già noto, presenteranno caratteristiche di trasporto, di conservazione e di stabilità dopo lo scongelamento molto differenti, con problemi che riguardano la temperatura di conservazione degli stessi (in alcuni casi a temperature inferiori ai -70 gradi) e la stabilità dopo lo scongelamento (5-7 giorni a 2-8 gradi)”.

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arturo cavaliere

Arturo Cavaliere, presidente Sifo

“Le strutture di farmacia ospedaliera presenti in tutto il territorio nazionale sono in grado di gestire in sicurezza i farmaci- sottolineano il presidente Sifo, Arturo Cavaliere ed il segretario nazionale, Marcello Pani- ed i vaccini finora utilizzati nella pratica clinica vengono gestiti di routine con temperature differenziate, anche particolarmente basse (2-8 gradi), e che solo raramente raggiungono -20 gradi. Le criticità principali dei vaccini anti-Covid.19 sono determinate dai quantitativi e di conseguenza dai volumi imponenti (sono attese milioni di dosi), e dalle temperature molto basse di conservazione (-20 e/o -70 gradi) che dovremo gestire nelle nostre strutture: per questo sarà quindi necessario riorganizzare da subito gli spazi o individuarne di nuovi, attrezzandoli in maniera conforme alla normativa e alle direttive vigenti per lo stoccaggio e conservazione”.


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Le farmacie ospedaliere hanno una lunga esperienza di gestione dei prodotti termosensibili e tutta la ‘Cold chain’ è da tempo governata con sicurezza e riferimenti chiari, a partire dai concetti di Good Distribution Practices (Gdp), Good Pharmacy Practice (Gpp) e Good Storage Practices (Gsp) su cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato linee guida specifiche. Per questo Sifo, conferma la propria disponibilità immediata a collaborare con le istituzioni e la Cabina di regia che dovrà gestire con urgenza questo delicato processo attraverso un nuovo modello di logistica integrata con le Aziende sanitarie per assicurare su tutto il territorio nazionale la corretta gestione del vaccino anti-Covid.19, curando la sicurezza di conservazione, lo stoccaggio e la successiva distribuzione.

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