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L’assemblea del Pd: l’addio di Martina, assente Renzi

Atteso l’annuncio della candidatura da parte di Marco Minniti. Martina e’ chiamato a sciogliere le riserve.

Pubblicato:17-11-2018 12:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:47

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ROMA – Sono iniziati questa mattina i lavori dell’assemblea nazionale del Pd con la relazione del segretario Maurizio Martina. Assente l’ex segretario Matteo Renzi.
“Abbiamo iniziato a fare il lavoro di ricostruzione. Ne sono orgoglioso. Sono consapevole che e’ solo il primo tempo di un impegno piu’ profondo che dobbiamo mettere in campo di fronte alla fase nuova dopo il 4 di marzo”, dice Martina.

Atteso l’annuncio della candidatura da parte di Marco Minniti, annuncio che potrebbe arrivare domani. Teresa Bellanova, data dalla stampa possibile candidata in ticket con Minniti, spiega che non le mancherebbe il coraggio di farlo. Al momento i candidati sono ancora Nicola Zingaretti, Matteo Richetti, Francesco Boccia e Dario Corallo.


Martina dal palco invita a non aver paura di analizzare gli errori fatti. “Un grande partito non deve aver paura di criticare i propri errori. Un grande partito non vuole mettere la polvere sotto il tappeto che fa male al partito”, dice.

IL TWEET DI RENZI

Matteo Renzi assente in assemblea non lo e’ sui social. L’ex segretario dem twitta sulla potenza del digitale: “Molti giocano sulla paura e dicono che il futuro cancellerà il lavoro. È vero il contrario: il digitale offre nuove occasioni. Certo bisogna studiare, formarsi, rinunciare ai sussidi di cittadinanza. Ma il digitale crea più posti di quanti ne distrugge”.

MARTINA: RICORDIAMOCI TUTTI CHE NEMICO E’ LA DESTRA

Sono qui a confermare le mie dimissioni. Facciamo in modo che tutti escano dal percorso congressuale un passo avanti. Non un passo indietro. Ricordiamoci tutti che il nostro nemico e’ la destra”, dice Maurizio Martina dal palco dell’assemblea nazionale. Martina chiama i candidati a un impegno unitario in vista delle prossime regionali. “In quelle regioni tutti i candidati vanno insieme a fare campagna elettorale per vincere. Sono sicuro che nessuno si sottrarrà a questo impegno unitario e forte”.

F. BOCCIA: ANIMA POPOLARE E TORNEREMO A VINCERE

“Il congresso deve servirci a confrontarci tra noi, a dirci con nettezza che partito vogliamo ricostruire. Per rinascere uniti il minuto dopo. Se vogliamo tornare a vincere ed essere una valida alternativa nel Paese a questo governo LEGA-M5S dobbiamo ritrovare la nostra anima di partito popolare, essere il riferimento delle periferie, i fautori di una scuola pilastro principale dello Stato, i difensori dell’ambiente. Dobbiamo, innanzitutto, però essere netti sugli errori commessi, perché se gli italiani ci hanno voltato le spalle un motivo ci sarà e sarebbe ipocrita liquidare tutto con un ‘gli italiani non ci hanno capito'”. Così Francesco Boccia, deputato PD e candidato congresso, partecipando all’assemblea del Partito Democratico.

ZINGARETTI: PARTECIPINO TUTTI, VIA ANCHE I 2 EURO

“Finalmente andiamo nella direzione giusta: parte il congresso. Farà bene al Pd e all’Italia. Facciamo partecipare tutti. Eliminiamo anche i 2 euro per votare alle primarie. Se voltiamo pagina gli italiani risponderanno, chi gridava onestà non voleva i condoni #AssembleaPD”. Cosi’ Nicola Zingaretti, su twitter.

DAMIANO: ECCO LE MIE PROPOSTE PER IL RILANCIO DEL PARTITO

“Mi sono candidato a sostegno di un programma: il Programma dei LaburistiDem”. La ha dichiarato Cesare Damiano, candidato alla segreteria del Pd, intervenendo all’Assemblea nazionale del partito in corso a Roma.

“Per cio’ che riguarda il Pd – ha continuato – noi proponiamo una netta discontinuità di merito e di metodo. Bisogna ricostruire una squadra, un gruppo dirigente; va superato lo statuto che era stato pensato per un’altra epoca politica, quella del bipolarismo e della vocazione maggioritaria. Serve uno statuto che riconsegni il partito agli iscritti. Occorre inoltre separare la figura del segretario, che deve essere a tempo pieno, da quella del candidato alla guida del Governo. Per ciò che riguarda i contenuti della nostra azione politica vogliamo uno Stato sociale che non venga smantellato, ma che eserciti una funzione di protezione dei cittadini. Dobbiamo rivedere il ruolo dello Stato: innovatore e regolatore del mercato. Per ciò che riguarda la previdenza, non regaliamo il superamento della legge Fornero a Salvini: la proposta del Governo è un inganno. Noi, invece, dobbiamo batterci per la flessibilità del sistema pensionistico e per una pensione di garanzia per i giovani. Rispetto al Jobs Act dobbiamo riconoscere che abbiamo commesso un errore e.dobbiamo riconsegnare al giudice il potere di reintegrare il lavoratore ingiustamente licenziato senza una motivazione”. “La legge di Bilancio di questo Governo non è keynesiana: è reaganiana. Quello che serve è un riformismo radicale che ci consenta di riallacciare un rapporto con chi ci ha abbandonato perché si è sentito lasciato solo”, conclude.

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