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Centrafrica, Presidente Touadera a Bruxelles per chiedere fondi

Dopo tre anni di crisi il paese deve ripartire da zero

Pubblicato:17-11-2016 16:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:19

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centrafrica2ROMA – Dopo tre anni di conflitto e instabilità, spetta alle istituzioni centrafricane rimettere in piedi un Paese visibilmente in ginocchio. Per questo oggi il Presidente Faustin-Archange Touadera dovrà riuscire a convincere i donatori internazionali – che lo ascoltano a Bruxelles – che il suo piano di rilancio del Paese sarà efficace e di successo. Chiesti per il momento ‘solo’ 3,1 miliardi di dollari, una cifra esigua secondo il coordinatore per le operazioni umanitarie dell’Onu in Centrafrica, Fabrizio Hochshild.

Eppure secondo Touadera tanto basta per stabilizzare la Nazione, rilanciare la crescita economica e lo sviluppo, riattivare la macchina amministrativa, restaurare il welfare – ripristinando la fornitura di acqua, luce e gas, oltre ai servizi di base come sanità e scuola – e parallelamente portare a compimento il processo di disarmo dei gruppi armati e ricostituire le forze armate e la polizia.

Insomma, secondo il quotidiano online ‘Radio France internationale’, “il cantiere è colossale”. Senza dimenticare che le violenze continue hanno messo in insicurezza alimentare centinaia di migliaia di persone che non vengono adeguatamente assistite dalle organizzazioni solidali internazionali, a causa della scarsa risonanza mediatica che questa crisi sta ottenendo.


MSF LANCIA APPELLO A GENEROSITA’ DEI DONORS

Medici senza Frontiere (Msf) lancia un appello. “I donatori, il governo e gli attori internazionali non possono permettersi di interrompere o diminuire l’assistenza umanitaria in questo momento” dichiara l’ong in un comunicato.

La situazione in RCA è tale che la vita, la salute e il benessere di molte persone dipende dall’azione delle organizzazioni umanitarie e dall’impegno finanziario internazionale. I bisogni umanitari persistenti della popolazione- osserva ancora- devono quindi rimanere una priorità centrale nell’agenda internazionale”. Tre anni di violenze hanno determinato una grave crisi umanitaria per almeno la metà della popolazione totale, con 400 mila persone sfollate e un altro mezzo milione ha cercato rifugio nei Paesi vicini.

L’ong internazionale in particolare invita i donatori a prendere atto della paralisi dei servizi di base. La sanità ad esempio è al collasso, con indicatori “preoccupanti”, che “mostrano una situazione simile, se non peggiore, agli anni precedenti”. Un altro problema è la carenza di cibo: a giugno scorso Msf “aveva già trattato 6.700 bambini malnutriti”. Un numero allarmante, se si pensa che nel 2015 in tutto i casi analoghi sono stati 10.200. Quindi spiegano che nel 2016 “con i fondi provenienti da donatori privati”, Msf ha speso “55 milioni di euro per sostenere 17 programmi medici in nove prefetture. Questo importo- sottolinea Msf- supera il budget sanitario nazionale ed è notevolmente più ampio rispetto agli investimenti nel settore di qualsiasi governo donatore”.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

 

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