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Metano fino a 4,5 euro al chilo a Bologna, “non conviene più”

Secondo un sondaggio Federconsumatori, sono ormai tanti i metanisti che progettano il ritorno a benzina o diesel

Pubblicato:17-10-2022 15:29
Ultimo aggiornamento:17-10-2022 15:29

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BOLOGNA – “Il prezzo medio applicato ha ormai superato la soglia oltre la quale non ha più senso circolare a metano”, annuncia Federconsumatori Bologna dopo aver verificato i prezzi applicati in una trentina di distributori nell’intera provincia. Prezzi che “confermano una situazione fortemente problematica per la gran parte degli automobilisti che hanno scelto questo carburante”, rimarca l’associazione di consumatori chiedendo a Governo e Regione di intervenire. Tra i 31 distributori esaminati ne è stato rintracciato uno solo dove un chilo di metano si trova al di sotto dei 2 euro (1,599). Altri sei distributori si posizionano tra 2 e 2,5 euro, mentre 12 sono quelli tra 2,5 e 3 euro al chilo e 8 quelli tra 3 e 4 euro. Infine, tre distributori applicano prezzi superiori ai 4 euro, con il distributore più caro della provincia, e forse della regione, che applica “l’incredibile” prezzo di 4,575 euro al chilo, evidenzia l’associazione dei consumatori della Cgil.

LO STESSO PRODOTTO VARIA DA 1,599 A 4,575 EURO AL CHILO

La media ha così raggiunto, nella giornata del 13 ottobre, quota 3,1 euro. Posto che prima che montasse la crescita dei prezzi, il costo medio del metano era di 0,9 euro al chilo, l’incremento è quindi al momento quantificabile nel 344%. Non solo. Nello stesso giorno, tra il distributore più economico e quello più caro il costo dello stesso prodotto varia tra 1,599 e 4,575 euro al chilo, attorno al triplo dunque. “In questo grande caos- commenta quindi Federconsumatori- il conto viene pagato soprattutto dai 50.000 cittadini e cittadine della provincia che circolano con una vettura a metano, un carburante ecologico a basso impatto sull’ambiente. Possiamo dire che piove sul bagnato, perché il metano è un carburante fortemente diffuso nelle fasce di reddito medio basse e tra chi deve percorrere forti distanze ogni giorno per recarsi al lavoro”. Per tutto questo, raccomanda l’associazione con il suo presidente bolognese Dante Colombetti, “il tema non può essere derubricato a fatto minore, impattando in modo vistoso in quella parte di famiglie già pesantemente colpita dalla crescita delle bollette e da quella del carrello della spesa. In questa fase sono tanti i metanisti che hanno cessato di utilizzare quel carburante, e tanti ancora progettano il ritorno a benzina o diesel“.

“IL RISCHIO È SCOMPAIA UN’INTERA FILIERA”

In ballo c’è quindi “una modalità di trasporto ecologica” che “rischia di andare a superamento per sempre. Una intera filiera rischia di scomparire, in particolare in Emilia-Romagna, dove sono presenti circa un quarto delle auto a metano in circolazione in Italia. Il compito di verificare che non siano in corso fenomeni speculativi, piccoli e grandi, spetta agli organi dello Stato preposti; quello di difendere i metanisti, di sostenerli in una fase terribile, spetta- insiste Federconsumatori- alla Regione Emilia-Romagna ed al nuovo Governo“.


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