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Il successo della sonda anti-Armageddon Dart, la difesa planetaria ha una nuova arma

L’uomo ha deviato con successo la traiettoria di un corpo celeste

Pubblicato:17-10-2022 15:17
Ultimo aggiornamento:17-10-2022 15:17

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ROMA – L’arma anti-Armageddon Dart ha funzionato. La traiettoria del piccolo asteroide Dimorphos è stata modificata dall’impatto della sonda spaziale della Nasa nel primo esperimento di difesa planetaria avvenuto nella notte fra il 26 e il 27 settembre. Ed è storia: l’uomo ha deviato con successo la traiettoria di un corpo celeste. Lo dicono i dati analizzati nelle scorse settimane dal team di scienziati della missione. Lo ha confermato l’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson, nella conferenza stampa organizzata dall’agenzia spaziale americana dedicata agli aggiornamenti sull’impresa nello spazio profondo. Che è stata principalmente dimostrativa.

L’asteroide colpito infatti non rappresentava una minaccia per la Terra. Prima dell’impatto col dispositivo kamikaze, era previsto un passaggio di Dimorphos a circa 7 milioni di chilometri di distanza dal nostro pianeta nel 2062 e nel 2123 di 5 milioni di chilometri. In entrambi i casi tale distanza minima dovrebbe essere stata alterata di meno di 100 chilometri.

Dart rappresenta però un successo senza precedenti di difesa planetaria a cui l’Agenzia spaziale italiana ha dato un forte contributo grazie al satellite LICIACube, realizzato dall’azienda Argotec. Il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, infatti, ha mostrato le ultime immagini elaborate provenienti dal satellite con dei video in Timelapse che ritraggono l’impatto a partire da alcuni secondi prima fino a circa 30 dopo. “Dart ha alterato l’orbita dell’asteroide Dimorphos e la conferma è arrivata dai telescopi“, ha detto Nelson, che insieme ai ricercatori della Nasa ha ringraziato l’Asi per il contributo dato alla missione.


In particolare ‘LICIACube’ ha immortalato l’evento a 11 milioni di chilometri dalla Terra dopo aver subito identificato il target con le sue due camere a bordo. Un risultato eccezionale che prevedeva di immortalare un oggetto di dimensione di 160 metri a una velocità relativa di soli 6,6 km al secondo. Per l’Agenzia spaziale italiana è “un’impresa unica con un know how frutto di una collaborazione del tra università, imprese e centri di ricerca”. Il satellite made in Italy ha realizzato in totale 627 immagini di cui ad oggi 326 sono giunte a Terra. Una volta ricevute tutte le immagini, queste saranno oggetto di studi scientifici che ci daranno maggiori informazioni sulla nube creata dall’impatto e in particolare per caratterizzarne la struttura e la sua evoluzione.

Altro importante risultato è la raccolta di immagini degli emisferi degli asteroidi non visibili a DART, utili a definire la forma e densità dei corpi celesti. LICIACube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), compagno di viaggio di DART, grande quanto una scatola di stivali e di massa di circa 13 chilogrammi, è un progetto dell’ASI ed è stato realizzato interamente negli stabilimenti della società Argotec di Torino. E’ il primo satellite costruito nel nostro Paese ad affrontare un viaggio nello spazio profondo. Un vero e proprio reporter dello Spazio. Il team LICIACube, tutto italiano, comprende ricercatori del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’IFAC-CNR di Firenze, coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

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