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Nuovi crolli al cimitero di Poggioreale a Napoli

Comitato familiari dei defunti annuncia una manifestazione il 5 ottobre. "Siamo stremati. E da Metronapoli neanche una dichiarazione di scuse"

Pubblicato:29-09-2022 19:59
Ultimo aggiornamento:17-10-2022 20:03

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NAPOLI – “C’è rabbia e si fa ormai sempre più forte il pensiero che ci sia un disegno affinché il crollo si faccia definitivo“. Così alla Dire Pina Caccavale, presidente del comitato ‘Crollo 5 gennaio 2022 – Insieme per non dimenticare’, che raccoglie una ottantina di familiari dei defunti le cui spoglie erano poste nei loculi crollati lo scorso gennaio al Cimitero Monumentale di Poggioreale a Napoli, in seguito al cedimento delle congreghe dei Dottori Bianchi e di San Gioacchino, commenta il crollo di altre parti di edificio, e con esse di altri resti umani, avvenuto a seguito degli eventi meteorologici estremi che si sono abbattuti in questi giorni sul capoluogo campano.

“A nove mesi dal primo cedimento – rimarca Caccavale – la sfiducia ed il dolore aumentano. Da Metropolitana di Napoli spa neanche una dichiarazione di scuse per quello che è accaduto in evidente relazione ad una loro attività di cantiere e questo silenzio rimane nonostante dei loro professionisti siano iscritti nel registro degli indagati dallo scorso giugno. Ad aggravare il nostro sconforto si aggiungono le lungaggini procedurali per cui quella che è una condizione emergenziale pare non meritare un’accelerata risolutiva. Il cimitero è stato riaperto nelle parti ritenute praticabili, e perciò dissequestrate dalla magistratura, ma da allora più nulla per quanto riguarda la nostra situazione. Anzi, a seguito di altri cedimenti, questa volta all’impianto fognario, è stata differrita l’installazione delle due gru da impegnare per il prelievo delle salme”.

MANIFESTAZIONE IL 5 OTTOBRE

Il prossimo 5 ottobre, in occasione della commemorazione promossa ed animata mensilmente dal Comitato, si terrà “una manifestazione aperta alla cittadinanza, perchè – conclude Caccavale – meritiamo che il nostro dolore sia pubblico e sempre più noto. Siamo ormai stremati”.

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