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VIDEO | Siria, l’esperto russo: “Putin decisivo, e ora vede Erdogan…”

Intervista a Andrej Kortunov, direttore generale del Consiglio russo per gli affari internazionali

Pubblicato:17-10-2019 15:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50
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vladimir putin
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ROMA – Con il ritiro delle unità americane voluto da Donald Trump il Cremlino è sempre più decisivo, con ruolo, influenza e responsabilità maggiori da Manbij a Kobane, in Siria e Medio Oriente: lo sottolinea in un’intervista con l’agenzia Dire Andrej Kortunov, direttore generale del Consiglio russo per gli affari internazionali.

Secondo l’esperto, alla guida del think tank dopo una carriera in diplomazia e docenze universitarie dall’Europa alla California, il primo banco di prova per Mosca sarà il rischio di contatti diretti tra l’esercito di Damasco e quello di Ankara.

“Il dispiegamento delle nostre forze nel nord-est della Siria ha anzitutto questo compito” dice Kortunov dopo l’ingresso di militari russi in alcune delle basi dove fino a pochi giorni fa sventolava la bandiera a stelle e strisce. “Da Manbij a Kobane, ora l’obiettivo è ridurre il pericolo di uno scontro bellico a tutto campo”.


L’altra priorità, politica, riguarderebbe l’assetto della Siria in una prospettiva di medio e lungo termine. “Bisogna creare le condizioni per un’alleanza duratura tra i curdi e Damasco” dice Kortunov. “La linea da seguire deve essere necessariamente quella dell’autonomia regionale nel quadro però di una Siria unita e territorialmente sovrana”.

Temi, questi, che saranno discussi da Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan in occasione di un incontro in programma martedì a Sochi. “In riva al Mar Nero – sottolinea Kortunov – si discuterà del ruolo della Turchia nel nord della Siria e si affronterà in particolare il nodo di Idlib, una provincia dove restano attivi gruppi armati che combattono le forze del presidente Bashar Al-Assad”.

Oggi ad Ankara è stata ricevuta una delegazione russa, guidata dall’inviato speciale Alexander Lavrentiev. Secondo il quotidiano turco ‘Hurriyet’, durante l’incontro si è concordato di “contrastare le minacce rappresentate da gruppi terroristici”, tra i quali figurerebbero sia lo Stato islamico che il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e le Unità di protezione popolare (Ypg).

Rispetto al ruolo del Cremlino, il portavoce Dmitrij Pskov ha smentito che il vertice di Sochi possa trasformarsi in un trilaterale con la partecipazione di Assad. Di certo, secondo Kortunov, “da responsabilità maggiori per Mosca potrebbero derivare anche più problemi”.

Intanto, reporter russi mostrano le immagini delle basi americane abbandonate nel nord della Siria.

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