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Mpaliza: “A piedi contro l’odio per 3.000 chilometri, ma Roma mi blocca”

L'attivista: "Sabato non posso arrivare a San Pietro, mentre in piazza c'è la Lega che incita all'odio"

Pubblicato:17-10-2019 10:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50
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ROMA – “Mi fa star male pensare che sia più facile ottenere dei permessi per chi in piazza usa parole d’odio che per chi ha portato messaggi di pace in tutta Italia per quattro mesi e lungo 3mila chilometri di strada”. L’attivista italo-congolese John ‘Peace Walking Man’ Mpaliza, partito a giugno da Trento per la marcia ‘Restiamo umani’, che si sarebbe dovuta concludere sabato con un corteo dal Circo Massimo a piazza San Pietro, si dice “rammaricato” in un’intervista all’agenzia Dire. L’autorizzazione per sabato non è arrivata, se non per i circa 700 metri che separano Piazza della Chiesa Nuova da via Giovanni XXIII.

Una decisione che Mpaliza attribuisce alla Questura di Roma: la stessa che ha autorizzato, sempre per sabato, la manifestazione della Lega a piazza San Giovanni.


“Chiedo almeno spiegazioni davanti a un diniego non giustificato” aggiunge Mpaliza: “Ho esitato a cancellare il corteo, ma se le persone parteciperanno sarà comunque una bellissima manifestazione”. Alla ‘Restiamo umani’, che prende il titolo dal motto usato dal giornalista Vittorio Arrigoni per chiudere i suoi servizi, hanno partecipato, secondo gli organizzatori, oltre 9mila persone. La mobilitazione è nata, ricorda Mpaliza, come protesta pacifica “contro il clima di odio, la paura, il razzismo, la criminalizzazone della solidarietà e tutte le discriminazioni“.

“Di questa marcia abbiamo tantissimi ricordi belli, ma abbiamo visto anche momenti difficili” dice l’attivista. “Il più triste è stato a Lampedusa: ho avuto i brividi nel Giardino della memoria, dove sono piantati i 369 alberi in ricordo delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 e di tutti i migranti morti cercando di attraversare il Mediterraneo. Il momento più bello? Sicuramente l’incontro a Riace con Mimmo Lucano, che mi ha mostrato, dietro il velo della stanchezza, la forza e il coraggio di continuare a lottare”.

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