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Zerocalcare e Ginzburg alla ‘Sapienza’. Il disegnatore: “Altaforte? Non prestarsi a operazioni politiche”

Nell'ateneo romano incontro 'Il fascismo non è un'opinione', organizzato dalla facoltà di Lettere e Filosofia

Pubblicato:17-10-2019 09:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50

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ROMA – L’esclusione della casa editrice Altaforte dalla prossima fiera della piccola e media editoria di Roma ha riacceso il dibattito all’interno del mondo culturale. Il rischio che l’attenzione si catalizzi soltanto sull’opportunità o meno di concedere uno stand a una casa editrice vicina a Casapound preoccupa editori, scrittori, e addetti ai lavori. Sono ancora fresche le polemiche scatenate dal libro-intervista di Chiara Giannini a Matteo Salvini, culminate con l’esclusione della casa editrice dall’ultimo Salone del Libro di Torino. Ci furono scrittori che dichiararono che in loro presenza non avrebbero partecipato, come Wu Ming, Carlo Ginzburg e Zerocalcare. Proprio questi ultimi due ieri hanno deciso di intervenire all’incontro ‘Il fascismo non è un’opinione’ organizzato alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma.

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Se Ginzburg ha preferito non tornare a parlarne direttamente, concentrando il suo intervento sui rischi della propaganda, Zerocalcare è andato dritto al punto. “Non bisogna prestarsi a operazioni politiche di Casapound- ha spiegato- Mi colpiva nei giorni di Torino che la stessa organizzazione, mentre piangeva per chiedere uno stand, stesse minacciando una famiglia rom a Casal Bruciato perché destinataria regolare di un alloggio popolare. È inaccettabile andare a fare la pantomima sotto i riflettori, mentre fuori accadono questo tipo di bestialità. È chiaro che il loro fine è occupare più spazi civili possibili. La casa editrice Altaforte è nata per questo motivo. E purtroppo i media gli hanno dato l’attenzione che cercavano. Ma non bisogna rassegnarsi alla normalizzazione della loro presenza”.


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Come fare a uscirne, dunque? “Io non ho la risposta. Credo che parlare di codice etico sia qualcosa di inutile, come è sbagliato dire che si vogliono censurare le idee o che si combatte il fascismo stando sul campo. Il punto, lo ripeto, è non prestarsi a operazioni politiche per portare avanti il loro discorso che si traduce in politica“.

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