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Porto Genova, domani sciopero di 4 ore: “Le riparazioni navali restino dove sono”

I cittadini protestano contro l'impatto ambientale e i rischi per la salute provocati dal comparto industriale delle riparazioni navali

Pubblicato:17-10-2016 14:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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GENOVA – Quattro ore di sciopero per dire ‘no’ allo spostamento delle riparazioni navali dal porto di Genova. Le hanno indette le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm per domani, martedì 18 ottobre, dalle 8 alle 12. Passando per corso Aurelio Saffi e Carignano, i lavoratori che incroceranno le braccia si recheranno in manifestazione dalla zona delle riparazioni navali nel porto di Genova alla sede del Consiglio regionale della Regione Liguria, convocato per la consueta seduta settimanale. I sindacati si scagliano contro la richiesta di alcuni comitati di cittadini, depositata in prefettura a Genova la settimana scorsa, di far intervenire il ministero dell’Ambiente per “provvedere in merito all’impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini dell’attuale ubicazione del comparto industriale delle riparazioni navali di Genova”. Una richiesta appoggiata anche dal Movimento 5 Stelle che, la scorsa settimana, proprio in Consiglio regionale, aveva presentato un’interrogazione in cui veniva chiesto lo spostamento di questo settore ad almeno 5 chilometri di distanza dal centro abitato.

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Bruno Manganaro

“In pratica- sostengono le segreterie di Fim, Fiom e Uilm- si chiede di chiudere le riparazioni navali a Genova“. A preoccupare i lavoratori è anche “l’immobilismo della politica e delle istituzioni tutte” e “non aiuta nemmeno il perdurare della mancata nomina del presidente dell’Autorità Portuale”. Lo sciopero di domani era nell’aria. Già la scorsa settimana, il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro, aveva criticato apertamente chi chiedeva la delocalizzazione delle riparazioni navali. Citando le analisi del forum milanese sull’inquinamento, il sindacalista diceva provocatoriamente che “a Genova bisognerebbe anche pensare a trasferire le caldaie in mare o il traffico oltre Appennino“. Per Manganaro, “chi chiede di chiudere le riparazioni navali, nascondendosi dietro la delocalizzazione per teoriche questioni ambientali, fa un atto irresponsabile per chi lavora e per la città di Genova”.


di Simone D’Ambrosio, giornalista

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