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ROMA – Il presidente Conte ha ricevuto, ieri sera, una telefonata dal senatore Matteo Renzi, che lo ha informato della sua intenzione di lasciare il Pd e di formare nuovi gruppi autonomi in Parlamento. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
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Il presidente Conte, nel corso della telefonata, ha chiarito di non volere entrare nelle dinamiche interne a un partito. Ha però espresso le proprie perplessità su una iniziativa che introduce negli equilibri parlamentari elementi di novità, non anticipati al momento della formazione del governo. A tacer del merito dell’iniziativa, infatti, rimane singolare la scelta dei tempi di questa operazione, annunciata subito dopo il completamento della squadra di governo. Ieri hanno giurato, infatti, i viceministri e i sottosegretari. Se portata a compimento prima della nascita del nuovo esecutivo, questa operazione, niente affatto trascurabile, avrebbe assicurato un percorso ben più lineare e trasparente alla formazione del governo.
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Il Presidente incaricato avrebbe potuto disporre di un quadro di riferimento più completo per valutare la sostenibilità e la percorribilità del nuovo progetto di governo che ha presentato al Paese. Le considerazioni del Presidente del Consiglio si fermano qui. Virgolettati o ragionamenti che in questo momento vengono attribuiti dai mezzi di informazione al Presidente Conte sono destituiti di ogni fondamento.
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