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Camerun, scontri tra pescatori e pastori nel nord del paese: 11mila persone in fuga

Secondo il funzionario dell'agenzia dell'Onu, circa l'85 per cento degli sfollati che ha valicato la frontiera è costituito da donne e bambini

Pubblicato:17-08-2021 14:22
Ultimo aggiornamento:17-08-2021 14:22

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ROMA – Sono almeno 11mila i cittadini del Camerun che sono fuggiti nel vicino Ciad dalla zona nord-occidentale di Logone-Birni a causa di violenze scoppiate nei giorni scorsi tra comunità di pescatori e pastori locali. A renderlo noto è stato stato l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

La settimana scorsa, a seguito di una disputa sulla gestione delle acque del fiume Logone che ha provocato la morte di una mucca, degli scontri a fuoco sono scoppiati tra i pescatori della comunità Mosgoum e i pastori di lingua araba della comunità Choah. Nelle violenze avrebbero perso almeno 20 persone. La zona dove sono avvenuti gli incidenti si trova nella regione nota come Estremo Nord, a pochi chilometri dal confine con il Ciad.

La maggior parte delle persone fuggite si sono recate proprio in quest’ultimo Paese, e più precisamente nei pressi della cittadino di Oudouma, stando a quanto riferito all’emittente Radio France Internationale (Rfi) da un portavoce locale dell’Unhcr. Secondo il funzionario dell’agenzia dell’Onu, circa l’85 per cento degli sfollati che ha valicato la frontiera è costituito da donne e bambini.


Secondo le autorità del Camerun le violenze sono le peggiori di natura intercomunitaria da parecchio tempo. Il portale di notizie Camerun-Info ha riferito che il governatore della regione, Midjiyawa Bakary, si è recato nella zona per cercare di negoziare la fine delle ostilità. Il dirigente ha anche annunciato uno stanziamento di un fondo per le vittime da 50 milioni di Franchi Cfa, circa 76mila euro, da parte del governo del presidente Paul Biya.

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