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Uganda, la Corte suprema annulla la legge contro la pornografia

La misura era stata approvata nel 2014: secondo i giudici, non ci sono elementi che indichino che la società ugandese andrebbe incontri a seri danni se la pornografia non venisse proibita

Pubblicato:17-08-2021 13:21
Ultimo aggiornamento:17-08-2021 13:40
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ROMA – In Uganda una controversa legge contro la pornografia approvata nel 2014 è stata annullata dalla Corte suprema. Cinque giudici del più alto organo della giustizia ugandese hanno dichiarato incostituzionale il provvedimento in modo unanime, come si legge sul quotidiano locale Daily Monitor. La sentenza della Corte suprema arriva in risposta a un petizione presentata sette anni fa contro la misura da quattro persone e cinque organizzazioni. Tra questi ci sono l’attivista Sylvia Tamale, prima professoressa di diritto nella storia della Makerere University della capitale Kampala, e la Women organization Network for Human Rights Advocacy.


Stando alla motivazione dei giudici, non ci sono elementi che facciano pensare alla necessità urgente di creare una legge ad hoc contro la pornografia, così come non ci sono elementi che indichino che la società ugandese andrebbe incontri a seri danni se questa non venisse proibita. Secondo la Corte suprema inoltre, la definizione del reato contenuta nel provvedimento non fornisce indicazioni chiare su quali siano i limiti da non superare per non cadere nella definizione di pornografia, e che questo potrebbe portare anche a una sua incerta attuazione.


Il più alto tribunale dell’Uganda ha ordinato inoltre lo smantellamento del Pornography Control Committee, l’organismo istituito per monitorare l’implementazione della legge. Nel 2015 la musicista ugandese Jemima Kansiime era stata la prima persona a essere arrestata per effetto della misura contro la pornografia voluta dal governo del presidente Yoweri Museveni. La cantante era stata accusata di aver violato il provvedimento a causa dei testi di alcune sue canzoni e per aver indossato un abito troppo corto in un suo video musicale. Il suo caso era stato sospeso in attesa della sentenza della Corte Suprema.


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