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Strage di Bologna: “Draghi fermi la nomina che può compromettere la verità”

Il presidente delle vittime Paolo Bolognesi dice 'no' a De Pasquale Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato: "Ha mostrato o comunque avallato un atteggiamento di scarsa autonomia scientifica e di compiacenza nei confronti della famiglia Rauti"

Pubblicato:17-08-2021 13:09
Ultimo aggiornamento:17-08-2021 18:54
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Bolognesi strage 2 agosto bologna3
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Di Mattia Cecchini e Marco Sacchetti

BOLOGNA – Mario Draghi fermi la nomina di Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma, a Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato. Perchè “un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia” (il Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato è uno dei principali responsabili della corretta attuazione della desecretazione delle carte relative a stragi ed attentati) non va “affidato a una persona che ha sicuramente i titoli, ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo”.

L’altolà perentorio è stato spedito per lettera una settimana fa al premier dal presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione Bologna, Paolo Bolognesi (che guida anche l’Unione dei familiari delle vittime di stragi). Quella nomina, ha scritto Bolognesi, non s’ha da fare. E “se così non fosse, devo pensare che nei fatti non c’è nessuna volontà di fare chiarezza sui retroscena della strage e delle stragi in generale, sulle collusioni degli apparati, di chi erano i gladiatori, delle loro ‘imprese’ e tantomeno delle varie implicazioni politico terroristiche della famigerata loggia P2″.


Dunque, alle ‘delusioni’ per le modalità con cui è stata attuata la cosiddetta Direttiva Renzi per la desecretazione di carte e documenti sulle stragi in Italia, e ai dubbi per quelle della Direttiva Draghi annunciata lo scorso 2 agosto (e relativa a Gladio e P2), ora si aggiunge questo tasto dolente. Il nome di De Pasquale non convince per il precedente dell’acquisizione dell’archivio Rauti da parte della Biblioteca nazionale: in quell’occasione ci fu una enfasi celebrativa dell’evento che non andò giù a parecchi, a partire dai parenti delle vittime della strage di Brescia e piazza Fontana. E non solo.

In occasione dell’acquisizione dell’archivio Rauti “De Pasquale ha mostrato o comunque avallato un atteggiamento di scarsa autonomia scientifica e di compiacenza nei confronti della famiglia Rauti e della parte politica sua e dei suoi eredi”, segnala quindi Bolognesi a Draghi e questo “desta vive preoccupazioni” ora che sarebbe in procinto di assumere il ruolo “molto delicato” di Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato. Perchè in quella veste è “uno dei principali responsabili della corretta attuazione della direttiva Renzi” e questo “richiede una spiccata sensibilità costituzionale e una coraggiosa autonomia rispetto alle numerose pressioni politiche che possono ostare all’attuazione dell’iniziativa”. Ma appunto c’è il precedente che non lascia tranquilli i parenti delle vittime.

Bolognesi ricorda che il ministero dei Beni culturali dovette intervenire rimuovendo alcuni comunicati ufficiali relativi all’evento dell’archivio Rauti e inoltre disse che “una cosa è la scelta della Biblioteca centrale dello Stato, assunta nell’ambito della propria autonomia scientifica, di accettare una donazione da parte degli eredi da mettere a disposizione di storici e studiosi, ben altra cosa è accompagnarla con valutazioni e giudizi inaccettabili, soprattutto nei siti istituzionali del ministero”. Bolognesi aggiunge che, “sollecitato dall’associazione dei famigliari delle vittime di piazza Fontana, il dottor De Pasquale ha avuto un atteggiamento curioso: si è scusato, ma non ha riconosciuto alcun problema nella comunicazione e presentazione del fondo Rauti”. Insomma, il suo atteggiamento è stato “tale da compromettere agli occhi di molti la correttezza di un’istituzione prestigiosa come la Biblioteca nazionale centrale” e ora ne andrebbe evitata la nuova nomina, insiste Bolognesi.

È netta dunque la chiosa della lettera al premier, del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna: “All’indomani del 41esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980, dove, per mano di terroristi fascisti collusi con i vertici dei nostri servizi segreti e ispirati e pagati dai vertici della loggia massonica P2, morirono 85 persone e più di 200 furono i feriti, e dopo i grandi apprezzamenti riservati alla nostra associazione per la battaglia quarantennale per la verità, mi corre l’obbligo di scriverLe per chiederLe di evitare che un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia sia affidato a una persona che ha sicuramente i titoli, ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo. Se così non fosse devo pensare che nei fatti non c’è nessuna volontà di fare chiarezza sui retroscena della strage e delle stragi in generale, sulle collusioni degli apparati, di chi erano i gladiatori, delle loro ‘imprese’ e tantomeno delle varie implicazioni politico terroristiche della famigerata loggia P2″. Se la nomina di De Pasquale non fosse fermata “sarebbe un profondo rammarico per la nostra associazione e per tanti altri cittadini e cittadine, familiari, esperti e storici che da anni combattono in questa direzione”.

Vorrebbe dire, chiarisce Bolognesi parlando alla ‘Dire’, che “ogni speranza di verità ulteriori sulla strage sono una illusione. Intanto, inoltre, è evidente ancora una volta che se non si muovono i familiari e le associazioni il Governo non fa quello che dovrebbe per svelare retroscena del passato”. Ad ogni modo, conclude, ora “come disse Zangheri ai funerali” delle vittime del 2 agosto, il Governo è ‘avvisato’ e “ora giudicheremo dai fatti” che seguiranno, ammonisce Bolognesi.

DE MARIA (PD): “IL GOVERNO ASCOLTI LE PREOCCUPAZIONI DEI PARENTI DELLE VITTIME”

Le preoccupazioni espresse da Paolo Bolognesi, presidente della associazione dei familiari delle vittime delle strage del 2 agosto, al presidente del Consiglio Draghi credo meritino massima attenzione da parte del Governo“. È quanto afferma Andrea De Maria, deputato Pd, dopo i dubbi espressi sulla direttiva per la desecretazione delle carte relative a Gladio e P2 a cui si è aggiunta la richiesta di non nominare a presidente dell’Archivio centrale di Stato Andrea De Pasquale che non darebbe ai familiari delle vittime sufficienti garanzie circa il lavoro da fare per arrivare alle verità che mancano. Tanto che Bolognesi si è appellato al premier chiedendo di bloccarne la nomina. E De Maria raccoglie l’appello: “Auspico si mettano in atto i giusti approfondimenti e le iniziative utili a rispondere in modo positivo a quelle sollecitazioni. Fare piena luce sugli anni tragici della strategia della tensione rappresenta per le istituzioni un dovere morale verso le vittime ed i loro familiari e la condizione per rafforzare la nostra democrazia”. De Maria ha anche sentito personalmente Bolognesi per approfondire i temi che ha posto.

MILANI (STRAGE DI BRESCIA): “NO A DE PASQUALE, RAUTI FONDÒ ORDINE NUOVO”

“Nel ricordo dei nostri cari e in nome della testimonianza e della battaglia per la verità che portiamo avanti da decenni insieme ai famigliari delle vittime delle altre stragi, ci uniamo dunque a Paolo Bolognesi nel chiederLe di evitare che un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia sia affidato a una persona che ha sicuramente i titoli ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo”.

Così anche il presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime della strage di Brescia in piazza della Loggia del 1974, Manlio Milani, si unisce all’appello del presidente dei famigliari di Bologna 1980 nel chiedere a Mario Draghi di non nominare Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma, a Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato.

Milani riprende gli argomenti avanzati da Bolognesi- a nome dell’Unione dei famigliari delle vittime- sui giudizi enfatici di De Pasquale su Pino Rauti ai tempi dell’acquisizione dell’archivio del politico missino da parte della Biblioteca nazionale. “Visione” e “spessore” che De Pasquale per il presidente dei famigliari di Piazza della Loggia non possiede, non avendo preso le distanze dal fondatore di Ordine Nuovo, “organizzazione di estrema destra le cui strutture coperte sono state responsabili, secondo sentenze passate in giudicato, delle stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia”.

Milani sottolinea, nella lettera inviata al premier il 10 agosto scorso, “la condivisione e le preoccupazioni che Bolognesi Le ha espresso nella lettera di ieri, recepita anche dall’Associazione delle vittime di Piazza Fontana, e mi unisco a loro nel chiederLe di voler riconsiderare la decisione, proprio in nome della ‘dignità dello Stato'”.

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