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Mobilitazione anti-violenza in Colombia dopo l’uccisione di nove giovani

Un gruppo di uomini armati non identificati hanno fatto irruzione a una festa, sparando all'impazzata, nel dipartimento meridionale di Narino

Pubblicato:17-08-2020 16:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:46
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ROMA – In Colombia nove giovani sono stati uccisi da un gruppo di uomini armati non identificati che hanno fatto irruzione a una festa, sparando all’impazzata, nel dipartimento meridionale di Narino. Le vittime dell’attacco, avvenuto ieri sera, portano a 13 il numero di persone uccise in meno di una settimana nella zona di confine con l’Ecuador, ritenuta una delle piu’ violente del Paese.

Secondo quanto ricostruito sulla stampa locale, uomini armati e incappucciati hanno fatto un’incursione e poi sparato su un gruppo di ragazzi che si trovava nel giardino di una casa a cinque minuti dal centro della cittadina di Samaniego, uccidendo otto persone. Un’altra donna sarebbe morta sempre per mano del commando, poco dopo.
Si ignorano i motivi dell’attacco, anche se alcuni sopravvissuti hanno raccontato al quotidiano locale El Tiempo di aver ricevuto messaggi su WhatsApp che gli intimavano di interrompere la festa poco prima di essere attaccati.
L’omicidio ha suscitato indignazione e proteste in tutto il Paese. Nella stessa zona, in meno di una settimana, sono stati uccisi due studenti adolescenti e due presunti affiliati all’ala “dissidente” della Fuerza Alternativa Revolucionaria del Comun (Farc), la fazione delle Farc cioe’ che ha rifiutato gli accordi di pace del 2016 per tornare alla lotta armata. Oltre ai miliziani, nella zona sono attivi gruppi di narcotrafficanti, visto la posizione strategica di confine.

Sui social va avanti da giorni una mobilitazione contro la violenza e per la richiesta di giustizia e azioni da parte del governo, scandita da hashtag come “Nos estan masacrando – Ci stanno massacrando” e “Quien mato a los 9? – chi ha ucciso i nove?”. Il governatore di Narino, Jhon Alexander Rojas, ha detto alla stampa locale che e’ necessario “investire in opportunita’ e attuare quanto stabilito negli accordi”, facendo leva “sulla sostituzione delle coltivazione illecite e intervenendo a livello sociale” per costruire la pace.


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