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Comunali Torino, il voto ribaltato nelle mappe del ‘Cattaneo’

Negli ultimi 20 anni un capovolgimento netto: il centro della città vota a sinistra mentre le periferie vanno a destra

Pubblicato:17-07-2021 11:56
Ultimo aggiornamento:22-07-2021 19:16

comunali campania
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TORINO – La prima evidenza dell’analisi del voto dell’Istituto Cattaneo a due mesi dalle elezioni comunali torinesi è come, negli ultimi 20 anni, sia avvenuto un ribaltamento: la parte della città che votava la destra nelle elezioni europee del 1999, ovvero le zone agiate del centro e collinari, ora sono schierate a sinistra, mentre la destra miete consensi nelle aree più economicamente svantaggiate della città, ovvero nella periferia Nord e Sud della città.

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L’Istituto Cattaneo fa un’analisi del voto prendendo i dati su Torino di tutte le elezioni comunali, regionali, per la Camera dei deputati e per il Parlamento europeo dal 1993 a oggi. Per analizzare il voto nei vari quartieri, l’Istituto li ha geolocalizzati: ha diviso la città nelle più piccole unità urbanistiche territoriali possibili evidenziando i mutamenti delle preferenze elettorali nelle 93 zone statistiche in cui ha diviso il territorio del comune di Torino. Grazie all’analisi del voto a livello di microquartieri emerge chiaramente come il momento di passaggio nel voto dei quartieri benestanti di Torino si trova nell’ascesa di Matteo Renzi: dopo la sua caduta il vantaggio elettorale della destra nelle aree più agiate si è invertito a favore della sinistra, mentre lo stesso fenomeno all’inverso è avvenuto nelle aree popolari della città.


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E i 5 Stelle? L’Istituto dedica loro un’analisi a parte. Pur premettendo, nell’introduzione dell’analisi, che “se l’alleanza tra M5S e centrosinistra prendesse in qualche modo forma, Torino tornerebbe ad essere non contendibile per il centrodestra”, come del resto non lo è mai stata da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, l’analisi fa emergere come il fenomeno M5S sia cresciuto a partire dal 2010, abbia poi raggiunto il picco durante l’elezione a sindaca di Chiara Appendino nel 2016, e ora sia in via di riassorbimento, con i pentastellati che tornano marginali soprattutto nelle aree centrali della città. Un successo elettorale, quello dei 5 Stelle, che li ha visti raggiungere i maggiori consensi nell’area Nordovest della Città e nell’estrema zona Sud. L’Istituto Cattaneo fa notare che, se l’alleanza dei 5 Stelle col centrosinistra andasse in porto, “risulterebbe attenuata (anche se non ribaltata) anche la ‘divisione di classe invertita’ tra destra e sinistra”. Ma l’Istituto non si sbilancia: “Solo a ottobre cominceremo a capire che direzione prende il riallineamento politico e sociale”.

Questa è la seconda analisi dell’Istituto Cattaneo in vista delle comunali di quest’autunno dopo quella sul voto milanese: come il capoluogo lombardo, anche Torino non è rappresentativa della regione di cui è capitale. La città è “un’anomalia all’interno della regione di cui è capoluogo”, di cui è l’unica parte dove l’elettorato vota in maggioranza il centrosinistra e che rimane tale anche se ai voti del centrosinistra si aggiungono quelli del Movimento 5 Stelle. E, come per Milano e la Lombardia, anche a Torino e in Piemonte il consenso per il centrosinistra allargato ai 5 Stelle scende passando dalle aree urbane a quelle intermedie fino alle rurali (stimate tramite parametri Istat). Infatti, il consenso verso le forze della sinistra e pentastellate passa dal 43,1% nelle città fino al 23,8% nelle aree più lontane dai centri abitati.

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