Getting your Trinity Audio player ready...
|
BOLOGNA – Nella neonata squadra di rugby della Cgil non manca chi arriva dalla Camera del lavoro più grande d’Italia, quella di Bologna: nella Trade Union Old Rugby, nata quasi “per scherzo” tre mesi fa, il ruolo del classico 2, quello del tallonatore che in mischia deve riuscire a reggere peso e pressione dei due piloni che gli stanno di fianco, spingere in avanti ed anche recuperare la palla con i talloni, tocca a Michele Vannini. L’ex segretario della Funzione pubblica della Cgil di Bologna e ora a Roma nella segreteria Fp nazionale (segue sanità e sociale), è un runner per passione, ma stavolta gli scarpini se li è allacciati per “imparare a correre” in modo diverso, “o meglio: nel modo giusto” come richiede l’abilità di passarsi una palla ovale all’indietro.
“Il mio ruolo? Tappabuchi”, ci scherza su. Ma si è visto subito che sindacato e rugby vanno facilmente ‘a nozze’. L’old rugby è una modalità di gioco senza placcaggio, si ferma l’avversario quando si riesce a toccarlo con due mani oppure utilizzando il sistema del flag football (ogni giocatore indossa una cintura con due fettucce sventolanti: chi riesce a prenderle ferma il giocatore che ha la palla), ma c’è anche la regola del ‘negoziare’ le regole. Perfetta per sindacalisti abituati a estenuanti trattative.
“Nella prima partita che abbiamo fatto i due capitani, prima di iniziare, hanno negoziato alcune regole”, ad esempio sul fatto di usare o meno le rimesse in mischia, racconta proprio Vannini frenato da un infortunio all’esordio contro la Libera Rugby Club Roma. Partita persa dalla Cgil… “Gli altri erano uno in meno, abbiamo prestato un giocatore e uno dei nostri ci ha fatto meta”. ‘Collettiva’, il portale informativo della Cgil, ha celebrato quel match e il progetto Trade union con un eloquente “al lavoro e alla mischia”.
Il rugby, racconta alla ‘Dire’, Vannini che ha preso parte agli allenamenti del XV della Cgil fin dall’avvio provando nel ruolo di tallonatore -ma formalmente veste la maglia 65- “è uno sport molto sindacale, si basa esattamente su alcuni principi che sono molto ‘nostri’: ti devi sostenere a vicenda, si va avanti tutti assieme coinvolgendo nel gioco chi è più indietro; tutti insieme si avanza e tutti insieme si difende, non puoi riuscirci senza il supporto del tuo compagno. Sono tutte tematiche molto affini ai concetti con cui intendiamo il senso dello svolgere il nostro lavoro” di sindacalisti. Inventata da alcuni funzionari di Fp e Filcams con un passato da rugbisti, la squadra ha fatto incetta di adesioni (con arrivi da tante categorie e regioni, ad esempio dal Veneto e dalla Toscana), ha chiesto e ottenuto al vertice di poter utilizzare il logo ufficiale della Cgil sulle maglie biancorosse e c’è già l’idea di dar vita alla squadra femminile. Insomma, un passaggio tira l’altro, proprio come con la palla ovale.
“È davvero una bella esperienza: si gioca su un campo regolamentare e ci sono tante cose da imparare. Ad esempio, un modo diverso di correre. Si corre, e tanto, ma si deve correre nel modo giusto: per essere lì dove si deve essere quando c’è da ricevere un passaggio per poi scattare. È l’idea di un gruppo di persone che impara a muoversi in modo armonico e assieme per raggiungere un obiettivo comune. Non è facile giocare bene, devi muoverti come una orchestra“, racconta l’aspirante sindacalista tallonatore. Poi ovviamente non manca il tecnico, Romolo Olivieri, che spiega cosa si deve fare e come negli allenamenti una volta a settimana.
L’esordio con Libera Rugby Club Roma, XV gay-friendly e inclusiva, si è giocato sul campo dell’Unione Rugby Capitolina, ma pare ci sia per settembre già più di uno sfidante che si è offerto di incrociare i sindacalisti-rugbisti.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it