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Coronavirus, Lopalco: “Il vaccino arriverà con i tempi della scienza”

"Avviare una campagna di vaccinazione di massa con un vaccino inefficace o addirittura dannoso avrebbe conseguenze disastrose per la credibilita' della sanita' pubblica"

Pubblicato:17-07-2020 10:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:38
Autore:

lopalco
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ROMA – “È opportuno mettere il turbo al processo di sperimentazione dei candidati vaccini?“. Se lo chiede l’epidemiologo e coordinatore della task force regionale sulla emergenza sanitaria in Puglia, Pier Luigi Lopalco che in un post pubblicato sui social, spiega anche quali sarebbero le strade da percorrere per “accorciare i tempi di sviluppo” del vaccino. “La prima – scrive – consiste nell’avviare “challenge trial”: si tratta di infettare artificialmente soggetti precedentemente vaccinati per vedere se il vaccino funziona. La seconda e’ accelerare il processo di autorizzazione alla distribuzione e quindi avviare la somministrazione su larga scala di un vaccino basandosi sui dati preliminari di immunogenicita’ e sicurezza. Questa strada e’ stata appena avviata in Cina con la vaccinazione di massa dei militari con un vaccino che aveva superato la fase 2″.

Per l’esperto pero’ le due alternative “implicano dei rischi che difficilmente possono essere controbilanciati dai benefici. Non conosciamo ancora bene molti aspetti della risposta immunitaria al SARS-CoV-2. Avviare una campagna di vaccinazione di massa con un vaccino COVID19 che poi si rivelasse inefficace o addirittura dannoso avrebbe conseguenze disastrose per la credibilita’ della sanita’ pubblica per i decenni a venire“, continua Lopalco convinto che “per costruire un vaccino ci va il tempo che ci va” e che “arrivera’, secondo i modi e i tempi previsti dalla scienza“.

“Nel frattempo non e’ vero che non abbiamo armi contro il coronavirus. La sorveglianza e il contact tracing possono rallentare la diffusione fino a spegnerla del tutto, in Italia lo abbiamo fatto e i nuovi ammalati possono ricevere cure ed assistenza di qualita’ molto superiore rispetto a qualche mese fa – conclude – Concentriamo allora su questi aspetti. Investiamo in prevenzione durante i mesi estivi in modo da essere preparati in autunno con un adeguato numero di tracciatori ed una capacita’ di laboratorio sufficiente”. 


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