
ROMA – La Commissione sul femminicidio “al termine del mandato consegnerà al Senato una relazione conclusiva sull’indicazione di alcuni tragitti da seguire. Il compito dei lavori della Commissione è quello di accendere un faro sulle criticità che persistono: nei tribunali civili, ad esempio, rispetto alla sottrazione della potestà genitoriale verso le donne che denunciano e scelgono di interrompere un rapporto violento. Si entra vittima e si rischia di finire carnefice: la famosa vittimizzazione secondaria con il rischio che i minori finiscano al padre maltrattante o in casa famiglia. E’ un vulnus che abbiamo scelto di aggredire. Invieremo un questionario a tutte le Corti d’Appello per capire perchè accade questo e perchè si distingua tra conflitto e violenza”. E’ l’annuncio che la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione sul femminicidio, ha lanciato durante il convegno che si è tenuto oggi alla Dire su ‘Violenza contro le donne e affido dei minori’ promosso dalla rete D.i.Re.
“Siamo di fronte ad un rischio di regressione sui diritti delle donne– ha dichiarato a margine del convegno Valente- e a differenza del passato queste spinte regressive si sentono sdoganate da un certo ceto politico e dal modello, oltre che dal linguaggio, sessista che propone. Persiste l’asimmetria tra uomo e donna cresce la violenza- ha aggiunto- e tutto questo oggi viene purtroppo legittimato da un pezzo di politica e di istituzioni. Proviamo a fermare questa deriva”.
Quanto alla cronaca e al recente caso di Savona la presidente ha affermato: “In quel caso siamo di fronte a una denuncia e a una sentenza scontata, quindi dobbiamo interrogarci sull’efficacia delle misure di protezione. Si dovrebbe ragionare- ha ribadito Valente- sulla possibilità di estenderle anche aldilà dello sconto della pena e vincolarle ad una rieducazione del condannato. Ci sono centri per uomini maltrattanti che possono fare questi percorsi e attestarne l’efficacia”.
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