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Laura Massaro a Montecitorio: “Ascoltare mamme vittime di violenza”

Presidio alla Camera: "Finita io sotto processo e mi e' stato tolto figlio"

Pubblicato:17-07-2019 11:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:32

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ROMA – “Sono qui davanti a Montecitorio per cercare di sensibilizzare le istituzioni su una problematica molto diffusa, che io vivo in prima persona, che è quella della violenza istituzionale“. La battaglia di Laura Massaro sbarca alla Camera. Un gruppo di mamme si sono date appuntamento a Roma, davanti appunto a Montecitorio, per richiamare l’attenzione su un problema “molto diffuso”. Spiega Massaro alla ‘Dire’: “Il caso è quello di una donna, come me, che ha chiesto aiuto alle istituzioni a seguito di una denuncia per violenza e stalking, non è stata creduta ed è stata messa lei sotto processo. Questo- prosegue- è un tema ancora poco attenzionato dagli organi istituzionali, mentre i nostri figli hanno bisogno di protezione, perché spesso vengono allontanati da madri che sono perfettamente idonee, sulla base di perizie che parlano di alienazione che è un costrutto non scientifico”.

Insomma queste donne vivono “un totale ribaltamento del procedimento. Siamo in molte a vivere questa vicenda- racconta ancora- vogliamo essere ascoltate perché è un problema gravissimo e molto diffuso, quello della sottrazione di bambini a madri idonee che vivono una violenza istituzionale, nel momento in cui decidono di separarsi da uomini violenti o maltrattanti”. Rispetto agli scandali sui servizi sociali che hanno gestito gli affidi, Massaro invita a “non generalizzare: per la mia esperienza, e per quello che sento da tante mamme, sicuramente non c’è un buon funzionamento, nel senso che non tutti gli operatori agiscono in scienza e coscienza. Nel mio caso i servizi hanno avuto una grandissima responsabilità perché sono stata valutata come mamma idonea e mio figlio è un bambino normale. Ma vivo un atteggiamento schizofrenico tra le istituzioni interessate e in contraddizione tra loro. Negli anni il procedimento si è avviluppato su se stesso e siamo finiti in una ragnatela fatta di tante piccole storture da cui non si esce più, al punto che una donna deve quasi temere di separarsi ed entrare nei Tribunali”.


Le manifestanti chiedono di essere ascoltate dalle istituzioni: “Ho scritto a tante persone che ritenevo potessero aiutarci: ho scritto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, abbiamo mandato materiale al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbiamo scritto al sottosegretario Vincenzo Spadafora, alla onorevole Mara Carfagna. Chiediamo- conclude Massaro- di essere sentite dalla commissione per il femminicidio che si occupa anche di violenza istituzionale e stiamo distribuendo ai parlamentari che vengono qui una lettera aperta, perché si parla tanto di violenza ma poi le vittime di violenza non vengono ascoltate”.

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