Getting your Trinity Audio player ready...
|
MILANO – Il 18 giugno, proprio domani, è data di un particolare anniversario in ambiente musicale, perché cadono i dieci anni dalla morte di Claudio Rocchi, cantautore che ha legato il suo nome a canzoni come ‘La tua prima luna’, ‘La realtà non esiste’ e ‘Volo magico’. Caduto ormai nel dimenticatoio, Rocchi era il “principe degli hippy” italiani, il musicista del sogno psichedelico degli anni ’70, il cantautore più famoso dell’area alternativa visto che tra il 1970 ed il 1975 era più noto, amato e seguito dei vari De Gregori, Venditti, Branduardi e Finardi (solo per citarne alcuni).
Come lui stesso ha detto e scritto, Rocchi ha vissuto “molte vite”, prima che nell’ultimo periodo, ormai trasferito da Milano alla Sardegna, fosse colpito da una malattia oncologica che l’ha spento nel 2013.L’insieme di questo percorso terreno è oggi raccolto e descritto in modo organico per la prima volta in Essenza, Vite di Claudio Rocchi (Caissa Editore, 288 pagine), biografia di Walter Gatti, giornalista e scrittore, che ha messo in fila l’eccezionale esperienza di questo artista, ascoltando oltre un centinaio di musicisti (tra cui Eugenio Finardi e Alberto Camerini), amici e testimoni dell’esperienza di Rocchi.
Tra questi anche Gianni Maroccolo, musicista e produttore di Litfiba e dei CCCP-CSI, con cui ha inciso VDB23-Nulla è andato perso, ultimo apocalittico episodio di un discorso musicale a suo modo unico e irripetibile nel panorama musicale italiano. Una serata di celebrazione della memoria musicale di Claudio Rocchi è prevista a Milano, il prossimo 21 giugno, mercoledì, alla Ligera, storico locale underground meneghino con alcuni dei protagonisti della vicenda del musicista milanese raccontata nel volume di Gatti. Nato a Milano nel 1951, con una gavetta fatta da giovanissimo come bassista degli Stormy Six e come traduttore di brani anglo-americani per Ornella Vanoni e Giovanna, Rocchi incide il suo primo album solista nel 1970, Viaggio, e subito diventa l’artista simbolo della stagione dei pop festival italiani, della cultura alternativa a tutto e a tutti, ideologie in primis.
Da quel momento le esperienze artistiche, culturali, personali, spirituali di Rocchi diventano tumultuose: entra nel team radiofonico di Per voi giovani (storica trasmissione creata da Renzo Arbore), dove divulga i mistici ed i poeti orientali; incide dischi sempre più psichedelici ed intimisti (Volo magico nr.1, La norma del Cielo, Essenza, Il miele dei pianeti) e poi si dedica alla musica elettronica. Alla fine degli anni ’70, sposato e con una figlia, si ritira a fare il monaco in una comunità induista in Toscana, dove rimane in perfetta castità fino al 1994. Il suo ritorno nel mondo e nella discografia è segnato da nuovi dischi passati sotto silenzio, perché nel frattempo l’industria della musica era cambiata, fortemente governata dai passaggi radiofonici e televisivi. E Rocchi, allora, se ne va in Nepal, a Kathmandu, dove fonda la prima radio libera del Paese, e dove rimane fino al 2001. Al suo ritorno in Italia gira un film psichedelico (Pedra mendalza) sulla scia delle sperimentazioni di Jodorowskij, e partecipa a Musikanten, lungometraggio del suo amico Franco Battiato; poi scrive libri, poesie, meditazioni esoteriche e articoli sciamanici.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it