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Comunali Torino, Azione chiude al Pd e guarda al centrodestra: “Ma il problema è Fdi”

Alberto Nigra, responsabile enti locali per Carlo Calenda in Piemonte, conferma il no a un accordo col vincitore delle primarie del centrosinistra, il dem Stefano Lo Russo

Pubblicato:17-06-2021 19:27
Ultimo aggiornamento:17-06-2021 19:27

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TORINO – No da Azione all’alleanza col centrosinistra a Torino. “La nostra posizione è quella espressa da Matteo Richetti”, sottolinea alla ‘Dire’ Alberto Nigra, responsabile enti locali per Carlo Calenda in Piemonte, che conferma il no a un accordo col vincitore delle primarie del centrosinistra, il dem Stefano Lo Russo. E poi alza la posta, vagheggiando un asse con Paolo Damilano. “Damilano è un nome di qualità e garanzia della nostra cultura politica. Il problema a oggi è la presenza di Fratelli d’Italia, più della Lega con cui governiamo questo paese più bene che male”.

Azione non vede la possibilità di un apparentamento con nessuno dei due schieramenti al momento: “Damilano come candidato è più interessante di Lo Russo, come coalizione siamo lì: Cinque Stelle e Leu da una parte, Fratelli d’Italia dall’altra”. Ora il campito di Azione è un altro: “Vogliamo mettere insieme, più che un terzo polo, un modello Draghi minore: con Italia Viva discutiamo, sono orientati sulla nostra falsariga, e ci sono anche i moderati di Portas che devono decidere cosa fare”.

Nigra non si fa illusioni sul peso della formazione centrista, anche se naturalmente ci si proverà: “Se al secondo turno avremo raccolto consensi che pesino sull’esito finale li faremo valere politicamente”. Nel centrodestra? “Dipende poi dal peso delle liste, se la parte civica di Damilano avrà un peso importante vuol dire che si è creata un’area importante”.


Azione punta alla parte civica e liberale torinese, “non quella left-oriented che ha votato Tresso alle primarie”: “Una parte di quell’area sta nel centrosinistra: ma il nostro disegno nazionale non è fare la gambetta moderata del centrosinistra, noi puntiamo a un terzo soggetto che scomponga il quadro politico attuale”.

Quanto a Lo Russo sconta la smentita dei suoi “competitors alle primarie, Tresso e Lavolta- prosegue Nigra- che insieme hanno il 60% dei voti e vogliono l’alleanza coi grillini“. Insomma l’accordo coi moderati Lo Russo “potrebbe anche volerlo, ma ha dei condizionamenti non indifferenti: una coalizione sbilanciata sull’accordo coi grillini e il Pd nazionale che teorizza l’alleanza strategica col Movimento. Vedo una debolezza nel sostegno a Lo Russo anche da parte dei suoi”.

E poi c’è il problema “che il Pd di Torino ha un limite forte: vive nell’illusione di andarsi a riprendersi la città. Non è una garanzia per i riformisti: il PD non si è chiesto perché ha perso nel 2016. Sui temi di sviluppo e della Tav nel centrodestra non ci sono titubanze- conclude Nigra- nel centrosinistra contaminato grillino con una presenza forte della sinistra radicale invece sì”.

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