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Sit-in dei curdi in Italia, sabato 27 giugno a Roma per i detenuti in Turchia

Uiki onlus si appella ai governi affinché nel regime turco sia ripristinato lo stato di diritto, collassato con il colpo di stato a Erdogan

Pubblicato:17-06-2020 16:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:30
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ROMA – Sabato 27 giugno a piazza del Popolo, a Roma dalle 17.30 i curdi in Italia annunciano un presidio per invocare “la liberazione dei detenuti politici in Turchia” e per “fermare la criminale repressione del regime”.

Come annuncia l’Ufficio d’informazione per il Kurdistan in Italia (Uiki Onlus), i partecipanti incoraggeranno le istituzioni italiane e la comunità internazionale “affinché esercitino le necessarie pressioni politiche e diplomatiche sulla Turchia con la urgenza che la situazione attuale richiede così da poter salvaguardare la vita e le libertà fondamentali di tutti coloro che in quello Stato sono perseguitati e sottoposti a restrizione della loro libertà personale a causa soltanto delle loro opinioni politiche legittimamente manifestate”.

50.000 IN CARCERE DOPO IL FALLITO COLPO DI STATO DEL 2016

Durante il sit-in si farà appello perché “siano tutelati i diritti fondamentali dei prigionieri politici ristretti nelle carceri turche, anche mediante la concreta applicazione delle linee guida redatte dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dei commissari per i diritti umani delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, così che i detenuti possano essere preservati dagli effetti nefasti del Covid-19″.


Dal fallito colpo di stato di luglio 2016, secondo la Onlus il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan ha avviato una “sconcertante repressione politica nei confronti dei democratici”, che “ancora continua a pieno regime”. Sono “50.000 i detenuti tra i quali migliaia di politici, membri del parlamento, sindaci curdi, intellettuali, rappresentanti delle Ong, attivisti per i diritti umani, studenti, artisti, giornalisti”. Tra questi, si contano “5.000 tra funzionari e militanti dell’Hdp”, partito di opposizione filo-curdo.

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