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Riunito quarto Weuco (Consiglio europeo delle donne): “In risposta a Covid-19 serve prospettiva di genere”

In conclusioni anche proposte Ewa: "Più occupazione femminile e parità salariale"

Pubblicato:17-06-2020 12:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:30

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ROMA – Adottare una prospettiva di genere nella risposta economica e sociale alla crisi generata dal Covid-19, che “ha gravato con molti effetti negativi sulle donne”, le più esposte “al rischio della disoccupazione di massa“. Per Alessia Centioni, cofondatrice e presidente di Ewa (European Women Alliance), è questo il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio europeo delle donne (Weuco), riunito oggi per la quarta volta dal 2018 con deputati, commissari e rappresentanti della presidenza del consiglio dell’Unione Europea e promosso da Ewa, vicepresidenti del Parlamento europeo e commissarie europee, in collaborazione con la presidenza croata, di turno al Consiglio Ue 2020. Al centro dell’incontro un documento di conclusioni che saranno sottoposte alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e al presidente di turno del Consiglio Ue, il croato Andrej Plenkovic, in vista del Consiglio europeo del prossimo 19 giugno.

“Le donne sono impiegate nei settori più colpiti dalla pandemia e molto spesso hanno condizioni di lavoro precario- sottolinea all’agenzia di stampa Dire Centioni- Ecco perché chiediamo di stabilire condizioni di lavoro durevoli e dignitose e una maggiore tutela a livello della previdenza sociale, perché in Italia, ad esempio, se sei una partita Iva la maternità te la devi pagare da sola. Sappiamo che le donne saranno maggiormente colpite- dice- da qui la richiesta di avere un approccio gender mainstreaming e più donne nei piani di ricostruzione nazionali di ogni Stato membro”. Si tratta, quindi, di integrare la dimensione di genere nella progettazione, attuazione e valutazione delle politiche e dei programmi Ue stabiliti nell’ambito di pacchetti quali il React Eu, il Recovery e Resilience Facility, il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e il Just Transition Fund, sostenuto da un’analisi ex ante e da monitoraggio e valutazione ex post delle politiche e della legislazione Ue, sulla base di dati disaggregati intersettoriali.

IL POTENZIAMENTO DELL’OCCUPAZIONE E ACCESSO AI FONDI

Prioritario, per l’empowerment femminile, è poi il potenziamento dell’occupazione delle donne, da ottenere rimuovendo gli ostacoli materiali e immateriali che incidono sulla loro partecipazione al mercato del lavoro, anche con una condivisione equa delle responsabilità familiari con gli uomini e attraverso un welfare moderno, efficace e incentrato sulle persone. Come cruciale è garantire alle imprenditrici l’accesso ai fondi, specie nei settori dell’economia green e del digitale.


“Nel 2017 è stato proclamato e firma dal Consiglio Ue il Pilastro europeo dei diritti sociali, in cui sono stati stabiliti alcuni principi e diritti come il diritto all’abitazione e alla scuola, ai servizi bancari, alla salute, alle pari opportunità e al salario minimo europeo, che noi chiediamo- ricorda la presidente di Ewa- Chiediamo che questo Pilastro dei diritti sociali sia reso concreto, perché finora è rimasto lettera morta. I servizi sociali e pubblici sono stati massacrati dopo la crisi del 2008 e crediamo che un domani, tornare al patto di stabilità così com’è, rigido, non sia un’opzione percorribile. Gli Stati membri devono puntare a una convergenza sociale ed economica”.

Weuco invita, quindi, la Commissione ad adottare azioni per colmare il divario retributivo di genere, anche attraverso l’introduzione di misure di trasparenza e un quadro salariale minimo e iniziative per il contrasto della povertà infantile, attraverso una strategia antipovertà che sostenga le donne precarie più a rischio. “Il tratto distintivo di Ewa è quello di mettere la visione delle donne al centro della costruzione di un nuovo modello sociale ed economico- conclude Centioni- Non facciamo richieste specifiche per le donne mamme o le donne manager, ma per le donne in generale, per costruire un’Europa e un mondo diversi”.

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