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VIDEO | Usa, Nwabueze (Twice as good): “Atlanta la ricostruiremo da soli”

L'attivista Miliake Nwabueze racconta la mobilitazione che negli Stati Uniti va avanti da settimane: "La politica non capisce"

Pubblicato:17-06-2020 11:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:30
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ROMA – “Dopo queste proteste le persone continueranno a riunirsi, a creare meccanismi per aiutarsi a vicenda e a garantire la sicurezza della comunità. Stiamo cercando di costruire una collettività, ispirata dall’affetto, che affronti la povertà e la fame, le vere origini di questa crisi. Lo faremo da noi, perchè una cosa è chiara: la polizia non è al servizio della comunità e noi non ne abbiamo bisogno”. Con l’agenzia Dire parla Miliaku Nwabueze .

Miliake Nwabueze

Miliake Nwabueze

Nata a Detroit 26 anni fa da una famiglia di origine nigeriane, da quattro vive ad Atlanta, Georgia, nell’estremo sud degli Stati Uniti. In città è animatrice di organizzazioni di supporto comunitario, come Twice As Good e Southerners On New Ground. L’intervista si tiene nel pieno di una mobilitazione che negli Stati Uniti va avanti da settimane. Mentre il Paese tentava ancora di riprendersi dall’assassinio da parte di un poliziotto di George Floyd, “in un clima di estrema tensione”, ricorda Nwabueze, un altro uomo afroamericano è stato ucciso da un agente proprio ad Atlanta, nel parcheggio di un fast food, Wendy’s. Rayshard Brooks, 27 anni, si era addormentato in stato di ebbrezza nella sua macchina, venerdì sera: è stato raggiunto da due colpi di pistola alle spalle, dopo una colluttazione, mentre scappava. L’attivista ricorda che subito è partita una nuova mobilitazione.


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“Un mio amico era anche lì sul posto, per caso, e ha condiviso quello che stava succedendo” dice Miliaku Nwabueze : “In un attimo il parcheggio di Wendy’s è diventato l’epicentro delle proteste”. Miliaku Nwabueze ha partecipato alle manifestazioni che sabato hanno interessato gran parte della città. “C’era un presidio davanti al fast food, uno davanti a un distretto di polizia ed è stata addirittura occupata la superstrada” ricorda l’attivista: “E’ una cosa che ad Atlanta non succede praticamente mai perché la polizia minaccia di arrestare chiunque decida di farlo”.


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I dimostranti avrebbero subito violenze e vissuto momenti di tensione. “La polizia ha usato gas lacrimogeni ed esploso proiettili di gomma anche se c’erano famiglie e bambini” denuncia Nwabueze. Il fast food dell’omicidio di Brooks è stato poi dato alle fiamme dai dimostranti. Rispetto alle violenze, Nwabueze dice di rifiutare ogni retorica: “Sono contraria all’immagine proposta spesso negli ultimi giorni degli agitatori bianchi infiltrati e dei poveri neri pacifici che non riuscivano a manifestare: non era così, eravamo lì tutti insieme, uniti, e c’era anche rabbia”. L’attivista parla di un sentimento di unione e condivisione della lotta. “Una persona dietro di me durante un protesta diceva di non aver mai visto tanta solidarietà” ricorda:

“C’era gente di ogni colore, genere e orientamento che manifestava insieme”. La voglia di costruire una comunità più coesa è al cuore delle rivendicazioni degli attivisti, secondo Nwabueze. Convinta che sia ora necessario “andare anche oltre la politica tradizionale, che non ci aiuta”. Secondo l’attivista, critica non solo verso l’amministrazione di Donald Trump ma anche verso il suo rivale democratico, Joe Biden, che definisce “il secondo uomo più odiato d’America“, la politica è incapace di comprendere le ragioni della protesta. “La sindaca Keisha Lance Bottoms è intervenuta solo quando è andato a fuoco Wendy’s – evidenzia Nwabueze – dicendo che così è stato distrutto uno dei pochi posti dove mangiare nel quartiere, che dava lavoro a 40 persone”. Il punto starebbe anche ciò che la sindaca ammette di fatto, senza dirlo espressamente. “Perchè un fast food, dove lavorano 40 persone, beninteso a stipendi da fame – denuncia Nwabueze – è ormai l’unico posto dove questa comunità può permettersi di trovare da mangiare”.

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