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La ‘deriva del femminismo’: basta caccia alle streghe contro gli uomini

Una provocazione quella che scrive nel suo libro, edito da Historica, la scrittrice e giornalista Maria Elena Capitanio

Pubblicato:17-06-2019 12:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:25
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ROMA – “Il #metoo? La vertenza sindacale di tutte le donne alle quali non e’ stata pagata la parcella per la prestazione sessuale“. Una provocazione quella che nel suo libro sulla ‘Deriva del femminismo‘ (edito da Historica) scrive Maria Elena Capitanio, scrittrice e giornalista che con questo “excursus- ha spiegato in un’intervista alla Dire- rende merito al femminismo storico, alle donne che hanno combattuto per i diritti che abbiamo tutte e critica invece e respinge il neofemminismo radicale: una vera e propria distorsione che ormai non e’ piu’ un movimento di rivendicazione di diritti, ma si e’ radicalizzato in una caccia alle streghe nei confronti degli uomini”. 

E’ l’aggressivita’ dei toni uno degli aspetti che l’autrice critica di piu’: “Danneggia le donne, non e’ strategica rispetto al lavoro sulle pari opportunita’, perche’ vanno inclusi gli uomini per potere cambiare la cultura e bisogna farlo recuperando quel bagaglio di competenze tipico delle donne – dall’istinto materno anche quando non si e’ madri, alla comunicazione, alla dolcezza – Violenza contro violenza aumenta la misoginia, che non e’ un problema dei soli uomini, spesso e’ delle donne verso le altre”. 

Secondo Maria Elena Capitanio la battaglia contemporanea piu’ importante e’ quella sul “pay gap e per il congedo parentale obbligatorio per gli uomini”: sono queste le rivoluzioni da fare perche’ “e’ la violenza psicologica che subiamo tutte” il male piu’ diffuso. Sui diritti acquisiti questo libro non si concentra perche’ “non ci credo- ha detto l’autrice- che si possa riavvolgere il nastro della storia e tornare indietro. Anche sul Ddl Pillon– che non e’ presente nel volume- l’autrice ha ribadito: “Non credo che possa aprire le porte ai femminicidi. Vediamo cosa diventera’. Del resto il diritto di famiglia andava rivisto, nei divorzi tanti uomini escono distrutti e la donna e’ fortemente tutelata”. 


Non sono femminista, sono oltre-femminista“: cosi’ si presenta Maria Elena Capitanio convinta che il lavoro delle donne oggi debba essere “piu’ di fino e che per questo occorra un balzo evolutivo. Bisogna cambiare mentalita’, il femminismo si e’ incartato e ha messo la donna in posizione di predominanza rivendicando persino la liberta’ sessuale come potere”. 

La fotografia di questo corto circuito e’ ben descritta nell’ultimo capitolo quando l’autrice si confronta con la scrittrice Cinzia Leone concordando sulla necessita’ di “recuperare pudicizia nelle relazioni uomo-donna” e in un dialogo con un coetaneo trentenne “spaventato delle donne ai tempi del #metoo”. I diritti d’autore del libro andranno all’associazione ‘Hands off women‘ che contrasta la violenza sulle donne e promuove attivita’ di sensiblizzazione culturale. Una scelta perche’ “questo vuole essere un libro maieutico, che porti le donne anche a fare i conti tra di loro. Se la donna diventa un Erinni (nella religione e nella mitologia greca le personificazioni femminili della vendetta, ndr), l’uomo sara’ sempre piu’ arroccato sul maschilismo. Questo non vuole dire che io non condanni ogni forma di violenza- ha sottolineato in conclusione Maria Elena Capitanio- ma sono oltre. Oltre le quote rosa, oltre i giornali bruciati in piazza – come accaduto a Losanna in occasione di un editoriale contro le femministe – Non credo si possa tornare indietro, ma sono convinta invece che le donne debbano recuperare delicatezza verso il mondo“.

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