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Report della commissione Finanze del 15 giugno

SAN MARINO - L'Audizione del Comitato di Sorveglianza sul credito di imposta, al centro dei lavori della Commissione consiliare

Pubblicato:17-06-2018 12:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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SAN MARINO – L’Audizione del Comitato di Sorveglianza sul credito di imposta, al centro dei lavori della Commissione consiliare Finanze odierna, non ha soddisfatto le aspettative dei commissari, sia di minoranza che di maggioranza. La relazione redatta dal Comitato e illustrata in Aula da due componenti- Silvia Cecchetti e Irene Lonfernini- è di fatto il primo documento relativo all’attività semestrale prodotta da un organismo nuovo nell’ordinamento sammarinese e il lavoro iniziale è stato, come spiegano all’Aula Cecchetti e Lonfernini, di ricognizione delle norme e di definizione delle procedure per la gestione delle pratiche.

Francesco Mussoni, Pdcs, giudica la relazione insufficiente: “Mancano dati, numeri, percentuali che servono a una commissione per valutare l’incidenza del credito di imposta sul bilancio-osserva- ci aspettavamo non solo la cronistoria dall’insediamento, ma i risultati”. Roberto Ciavatta, Rete: “Non abbiamo nulla qui per capire cosa sta succedendo con il credito di imposta- manda a dire- chiedo se avete la disponibilità di fornirci qualche elemento sugli accordi transattivi del 2017, quanti erano precedentemente, come possiamo analizzarli nel corso degli anni, se sono aumentati, quali sono i crediti messi nel calderone del credito di imposta e che tipo di vigilanza c’è sui crediti”. Luca Santolini, C10 si associa alle richieste di dati, rilevando sì dal riferimento del Comitato che prima della sua istituzione “c’erano ambiti di discrezionalità molto elevati nella gestione delle diverse pratiche da parte delle società di recupero crediti”. Ma “non si capisce ancora- prosegue- se questa discrezionalità abbia portato a una impennata di cifre del credito di imposta, che è il motivo della creazione del comitato, e ce lo possono dire solo i numeri”. Alessandro Mancini,Ps insiste per conoscere “il dato macroeconomico su quali sono stati i recuperi portati a casa e la percentuale”. E invita la politica a riflettere sullo strumento del credito di imposta: “Aveva senso in un momento in cui le banche generavano degli utili- osserva- ma quella è una stagione finita, è ancora lo strumento giusto?”.

Cecchetti e Lonfernini chiariscono però che non è compito del Comitato di sorveglianza fornire proiezioni numeriche del credito di imposta e la sua incidenza sul bilancio. Il Comitato “garantisce il corretto accertamento- spiega Cecchetti- e lo abbiamo fatto con la circolare che ne definisce i criteri rispetto le procedure che prima erano lasciate totalmente ai fondi”. A fine seduta, dato che il Comitato sta terminando la redazione della relazione relativa al secondo semestre di attività, la Commissione concorda infine sulla proposta di riprendere l’audizione in una prossima convocazione nel mese di luglio.


In comma Comunicazioni, i commissari di opposizione rivolgono al Segretario per le Finanze Simone Celli e al presidente della Commissione, Tony Margiotta, la richiesta di organizzare audizioni con i vertici di Bcsm, alla luce della recente nomina del presidente, per avere aggiornamenti sui fondi Fondiss, sulla riforma dello Statuto dell’istituto e sul Memorandum con Banca d’Italia. Non solo: chiedono audizioni anche con i commissari liquidatori dei crediti Delta di Cassa di Risparmio, per conoscere gli sviluppi sulla cessione degli Npl, e con i vertici di Cassa per discutere del piano industriale. Infine, Teodoro Lonfernini, Pdcs, al Segretario Celli e ai colleghi di maggioranza chiede conto del confronto sul piano di stabilità nazionale che, spiega, doveva essere portato avanti all’interno della Commissione Finanze.

Risponde ad ogni punto sollevato il Segretario di Stato Celli. “Sulla cessione crediti non performanti Delta-Cassa e sull’avanzamento della trattativa è stata presentata una interrogazione Dim sulla materia- spiega- e il Cda di Cassa ha dato disponibilità di effettuare, in qualsiasi momento, appositi confronti anche con gruppi consiliari per dare i necessari aggiornamenti”. Per l’audizione con la società liquidatoria degli Np-Delta, Celli si impegna a inoltrare la richiesta, mentre propone di organizzare quella con i vertici di Banca centrale dopo l’estate, in modo che il neo presidente abbia più tempo “per poter sviluppare un dossier su cui sta già lavorando, con inclusa la questione del Memorandum Banca d’Italia”. Infine assicura che il piano di stabilità e di sviluppo nazionale “non è finito nel cassetto” e annuncia la riattivazione del confronto in Commissione, non appena terminata la sessione consiliare in corso, nell’ambito della definizione del Programma economico.

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 1. Comunicazioni

Alessandro Mancini, Ps

Vorrei dare comunicazione sulla risposta all’interpellanza che io e Belluzzi abbiamo ricevuto per tramite della Segreteria per le Finanze dal Direttore Bcsm Roberto Moretti. Il ruolo del consigliere deve essere ridefinito credo, alla luce di questa interpellanza che chiede conto di una serie di poste utilizzate da Banca centrale, si parla di denari pubblici, e chiediamo conto come queste poste stiano spese per le consulenze. Sinceramente dopo mesi la risposta del direttore chiede in sostanza ai proponenti ‘perché mi fate questa interpellanza? cosa c’è dietro?’ Credo questa risposta debba aprire una riflessione, era una richiesta legittima, non riguardava il segreto bancario. Se questo è il metodo possiamo pensare di non presentare anche più interpellanze. Di tutt’altro avviso rilevo nella posizione del Cda di Cassa di risparmio ad un’analoga interpellanza, seppur corposa.

Parlando di Cassa, del Piano industriale etc. credo sia giunto il momento di fare un aggiornamento in generale. Ritengo opportuna una nuova audizione con la dirigenza di Cassa, con i commissari liquidatori e con chi sta portando avanti la cessione Delta, come verranno gestiti gli Npl, non solo Delta, c’ è una parte di Npl ‘nostrani’ che abbiamo sempre detto di volere tutelare. Il progetto di bad bank è l’indirizzo giusto ma è il momento di decidere che strada intraprendere. Per ultimo, al Segretario Finanze, sullo statuto Bcsm e sulla sua riforma, chiedo ora che struttura è operativa con il nuovo presidente, quali sono i tempi, anche alla luce dei fatti di cronaca che hanno evidenziato certe questioni, a maggior ragione crediamo la riforma Bcsm debba entrare nel vivo e chiedo un riferimento nel merito.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Siamo a giugno inoltrato, dovevamo lavorare con praticità e costanza all’interno della Commissione sul famoso piano di stabilità nazionale sul quale, a mio dispiacere, non ho potuto avvertire continuità di lavoro, non c’ è quel tipo di confronto. Alla maggioranza chiedo consapevolezza, anche voi le responsabilità su questa attività dovreste assumervele. Il piano è della Segreteria di Stato ma anche del programma che avete messo in campo. In Commissione non state portando niente, in Aula consiliare continuate a convocarci per Odg inconsistenti, mentre d’altra parte l’attività di governo procede con la produzione di decreti e stanno cambiando il paese, a volte li fanno a volte li cancellano, a volte se li fanno dettare da qualcun altro e nessuno va a dire alla cittadinanza cosa facciamo. L’azione di vere riforme le dovete iniziare a portare qua dentro, nelle Commissioni consiliari permanenti. Allora non meravigliatevi se continuiamo a contestare un’azione che ha bisogno di fare sistema.

Luca Boschi, C10

Sulla consapevolezza che maggioranza e governo hanno: noi l’abbiamo tutti i giorni la consapevolezza e l’ottica che il 2017 è stato l’anno in cui ci siamo fatti carico dei problemi, li abbiamo analizzati e abbiamo affrontato emergenze importanti che richiedevano risposte immediate. Il 2018 è e sarà l’anno delle riforme che arriveranno in Aula dal prossimo Consiglio. Da qui a fine anno i lavori consiliari saranno intasati. Siamo convinti e pensiamo che per mettere in sicurezza il paese bisogna creare un sistema di riforme che portino al pareggio di bilancio. Solo sulla base di questo bilancio strutturale si può pensare poi di far ripartire una stagione di sviluppo, che è già partita, ma per ora di benzina ce n’è poca.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Non è nostra intenzione far morire il Paese paese con riforme recessive e con spending review. E’ chiaro che accanto a queste riforme abbiamo intenzione di mettere in campo linee di sviluppo per il Paese e sarei d’accordo che iniziassimo a parlarne sia in questa Commissione che fuori dalle istituzioni, credo ci possa essere un dialogo costruttivo per capire insieme le linee di sviluppo. Voglio cogliere la provocazione del consigliere Lonfernini, ritengo opportuno che il piano di stabilità non resti chiuso nel perimetro di maggioranza o del governo, ma debba essere messo a fattore comune della classe politica.

Francesco Mussoni, Pdcs

Sono stati sollevati più volte nel dibattito politico i temi dei risultati dell’Aqr, mi rendo conto vadano gestiti con cautela, ma ritengo questa commissione debba essere informata, se no il governo e maggioranza vadano avanti con scelte autoreferenziali. All’Aqr si connette la strategia bancaria, tempo fa ci si è stato detti qua dentro che le banche sono troppe e che ci devono essere accorpamenti, ma non abbiamo un riferimento in questo senso, stanno accadendo queste situazioni? Il tema degli Npl in generale, e quelli in particolare sanitari, di Delta vanno chiariti, il confronto sul piano di stabilità poteva essere la sede giusta per parlarne. E’ tutto concatenato, ma se non riusciamo a dipanare l matassa in termini istituzionali corretti, lasciamo gestire la cosa ai consulenti o ai diretti interessati. Mi associo ai colleghi che chiedono chiarimenti sugli Npl di Delta e ,in generale, a rinfrescare questo piano di stabilità che sembra sia stato messo nel cassetto. Chiedo se poi se ci sono novità sul Memorandum con Banca d’Italia

Luca Santolini, C10

Aspettavamo da tempo l’audizione di oggi sulla questione dei crediti imposta per capire gli accumuli presenti nelle banche. Accolgo le richieste dei colleghi sui grandi temi sul tavolo della politica. Rispetto la messa in sicurezza del paese, il suo rilancio e in particolare sulle riforme che dovremo affrontare nei prossimi due anni e mezzo: sicuramente c’è stato un ritardo a livello Paese su questi temi, non tanto per una mancanza di contenuti, vi assicuro che quei contenuti ci sono e dovranno essere discussi e condivisi, ma c’è stato ritardo per il clima tempestoso che ha ruotato attorno l’ordinanza. Sono mesi che il Consiglio fa fatica a lavorare, impieghiamo giornate intere a discutere ogni mese sugli stessi temi. D’accordo che certe riforme non le fa la maggioranza e il governo da soli, approvandoli con spallate. Vanno portate avanti riflessioni a livello di paese non solo di politica. Vi assicuro che i contenuti ci sono, abbiamo calendarizzato questi interventi prevedendo anche i tempi del confronto e controlleremo che l’attività di confronto parta prima possibile.

Nicola Selva, Rf

Abbiamo un paese in enorme difficoltà economica, certamente siamo in ritardo e lo scontro non aiuta nei tempi, né a noi per portare avanti i lavori e neanche ai nostri cittadini. Lo dico non per fare polemica, ma per stimolare il confronto visto che si devono portare avanti riforme importanti su cui il confronto è necessario. Anche noi siamo preoccupati di quello che è emerso, ma vogliamo che l’ordinanza abbia il suo risultato e stimoliamo chi è nel tribunale a concludere questa indagine per avere le risultanze. Poi ci prenderemo le nostre responsabilità, se le avremo, e faremo azioni di responsabilità per chi ha messo il paese in difficoltà.

Federico Pedini amati, Mdsi

Mi unisco a quanti hanno chiesto prima di me un’audizione con i vertici di Bcsm ,con il presidente Tomassetti, il Direttore Moretti e il responsabile della vigilanza Mazzeo, per capire cosa sta venendo avanti sulla partita trattata da Bcsm sulla questione di investimento o re-investimento di Fondiss che dovrebbero rientrare nella disponibilità di Banca centrale. È importante sapere se è stato rinnovato il prestito dato all’Iss da 14 mln. di euro che avrebbe avuto scadenza lo scorso 28 maggio. Non so se il rientro è stato prorogato, da chi, come, e perché o se sono rientrati nelle disponibilità di Bcsm. Vorrei sapere se è stata poi stoppata la vendita dei crediti sanitari Delta in Cassa, perché ci risulta si stiano svendendo. Chiedo quindi l’audizione anche con il liquidatore degli Npl per capire cosa si sta facendo. Credo delle risposte debbano essere date, i depositi appartengono alla collettività. Rispetto al reinvestimento del Fondiss dei fondi che dovrebbero rientrare il prossimo 1° luglio bisognerà capire quei 62 mln di euro come il comitato amministratore pensa di riutilizzarli per non rischiare che corrano dei rischi. Sembra che non si cerchi una garanzia reale del ritorno dell’investimento ma si guardi solo al maggiore rendimento che potrebbe essere collegato a un maggior rischio. Per tutti questi motivi chiediamo si possa fare quanto prima un’audizione con il presidente Tomassetti, Moretti, il responsabile della Vigilanza di Bcsm e con il liquidatore dei crediti sanitari per avere un quadro completo di come è stata gestita quella partita.

Simone Celli, Sds Finanze

Alcune rispose ai quesiti sollevati. È opportuno fornire un chiarimento sintetico a chi ha sottoposto alla mia attenzione il tema dei crediti non performanti del gruppo Delta e, in particolare, i crediti sanitari. Ciò che i l management Cassa sta facendo non è niente, più niente meno, di quanto illustrato in un’audizione già avuta in Commmisione Finanze e all’interno della relazione consegnata in cui si sottoponeva l’idea di una cessione integrale dei crediti sanitari, ad eccezione di una tranche di 50,7 mln crediti lordi mancanti di documentazione di due diligence, ed erano stati inseriti nel credito attivo per essere poi sottoposti successivamente alla vendita. Non c’è alcune discrasia quindi, si parlava di tutti i crediti tranne di quella tranche. La stima che il liquidatore rispetto al recupero di questo credito, non inserito nella partita più complessiva, è pari a 37, 5 mln al lordo dei costi. Lo dico alla Commissione perché se no si genera il dubbio che il management di Cassa abbia presentato una realtà per procedere poi in modo diverso.

Sulla risposta all’interrogazione sulle consulenze di Belluzzi-Mancini: ho già ho fatto verifiche informali con Bcsm sule ragioni della risposta, faranno un approfondimento nel Consiglio direttivo. Mi hanno sollevato la questione che alcuni accordi siano sotto riservatezza, sarei quindi per procedere ad un’audizione con il presidente di Bcsm per poter avere le informazioni che si desiderano acquisire. C’è disponibilità a soddisfare le legittime richieste dei membri del Consiglio.

Sulla cessione crediti non performanti Delta-Cassa e sull’avanzamanto della trattativa: è stata presentata una interrogazione Dim sulla materia e la risposta del Cda di Cassa è stata la disponibilità di effettuare, in qualsiasi momento, appositi confronti anche con gruppi consiliari per dare aggiornamenti, compatibilmente alle esigenze di riservatezza.

Sull’ audizione: non mi esprimo su quella della società liquidatoria afferente ai crediti Delta, dò la mia disponibilità a inoltrare una richiesta per tramite del presidente, attraverso Cassa, ma non posso spendermi sulla disponibilità di soggetti esterni, ma per la Segreteria alle Finanze nulla osta. Per l’audizione del presidente, del direttore e del capo della vigilanza di Bcsm non credo da qui al 30 giugno ci siano le condizioni per farla. Meglio che il presidente potesse avere una visionep iù complessiva, meglio darle un altro paio di mesi per poter sviluppare un dossier su cui sta già lavorando, con inclusa la questione del Memorandum Banca d’Italia. Chiederei di poter tenere le audizioni subito dopo l’estate per avere elementi di conoscenza e informazioni superiori di quelli attuali. Sulla ricollocazione dei fondi Fondiss, ho appreso dalla stampa le problematiche che ci sono state all’interno della riunione di Fondiss, stiamo cercando di acquisire informazioni, è ovvio che obiettivo è di poter dare al comitato amministratore tutto il supporto affinché le scelte in termini di assegnazione siano più compatibili possibili con le garanzie di questi fondi. La preoccupazione è legittima.

Altro aspetto: la riforma dello statuto di Bcsm, è un argomento rispetto il quale il presidente si sta facendo carico di un approfondimento, definire la timeline in questo momento diventa difficile. Volontà di intervenire c’è, le priorità sono tante, è da stabilire quelle su cui anche il Consiglio si possa impegnare nei prossimi mesi, obiettivo è che nel primo trimestre 2019 si possa addivenire al processo di riforma.

Il Piano di stabilità e di sviluppo nazionale non è finito assolutamente nel cassetto, dopo questa sessione consiliare riattiveremo immediatamente il confronto, che si può svolgere all’interno di questa commissione, mi pare sede opportuna. Credo potrebbe essere molto utile inserire questo confronto all’interno del programma economico 2019, è un’idea che sottopongo all’attenzione della commissione Finanze. Vorrei condividere con voi per il prossimo mese un confronto assiduo in Commissione per far sì che il programma economico sia il piano di sviluppo. Il consigliere Mussoni faceva riferimento al piano di ristrutturazione del sistema bancario: Bsm e l’autorità di vigilanza si stanno confrontando con tutte le istituzioni bancarie locali su piani di ricapitalizzazione, piani di rilancio industriale, piano di smaltimento delle sofferenze. Il confronto è stato attivato, le banche stanno rispondendo in modo tempestivo e adeguato, è un percorso che non si potrà esaurire in 10 giorni, serviranno settimane di approfondimento, e questo vale anche per Cassa di risparmio. Il piano industriale sarà confrontato con l’autorità di vigilanza. A breve ci saranno le condizioni per avere una panoramica con le singole istituzioni bancarie che hanno dato la loro visione su come portare avanti il processo di ristrutturazione. Mi auguro subito dopo lo svolgimento della sessione consiliare si apra un confronto intenso sul programma economico che mi auguro possa diventare contenitore del piano stabilità e sviluppo.

Tony Margiotta, Ssd

Mi impegno a formalizzare richiesta per questa audizione, ci attiviamo appena conclusa la commissione.

Comma 2. Audizione del Comitato di Sorveglianza: Silvia Cecchetti, Irene Lonfernini, Alessia Scarano (assente per motivi personali)

Simone Celli, Sds Finanze
Gli avvocati Cecchetti e Lonfernini ci illustreranno il lavoro compiuto dal loro insediamento, circa un anno fa, ci permetteranno di avere una panoramica dell’attività compiuta finora dal comitato.

Avv. Silvia Cecchetti, Comitato di Sorveglianza
E’ la prima relazione semestrale del Comitato, è parziale, è in prossima scadenza la seconda relazione semestrale. Descriviamo il metodo utilizzato dal comitato: una premessa è necessaria perché è un organismo del tutto inedito, senza precedenti nell’ordinamento sammarinese, si occupa di una tematica estremamente tecnica e va incidere su settore bancario, amministrazione finanziaria a bilancio dello Stato, ed è disciplinato da norme e circolari molto diverse. Appena insediato, il Comitato ha proceduto ad una ricognizione di tutte le normative e documenti, ha comportato una fase lunga di acquisizioni di informazioni. Il comitato ha adottato il metodo di consultazione degli organismi interessati, a cominciare dai fondi interessati al meccanismo del credito di imposta e poi con tutti gli organi che si sono occupati di questa materia: Bcsm, ufficio tributario e alcuni uffici preposti dell’amministrazione finanziaria. Altra attività è stata quella del difficile reperimento di una serie di informazioni sul lavoro svolto in precedenza dal dott. Gumina che svolgeva compito non uguale al comitato ma simile. Dopo questa prima fase abbiamo provveduto ad aprire le analisi delle pratiche transattive di recupero crediti acquisite da parte dei fondi. Qui abbiamo incontrato un grosso primo scoglio, la gestione di queste pratiche dei fondi. Di fatto ci trovavamo dei faldoni da dover smontare e ricostruire perché i comitati di gestione dei fondi esprimono il loro parere, ma noi dovevamo prendere la pratica ed esaminarla, per noi era un cosa veramente complessa. A questo punto il Comitato Sorveglianza ha fatto una scelta di campo importante. Il sistema bancario finanziario sammarinese oggi ha a che fare con gli Npl e tutto quello che riguarda la disciplina del recupero credito interesserà il prossimo futuro. Per cui abbiamo deciso di elaborare un modello di gestione delle pratiche transattive che i fondi devono obbligatoriamente utilizzare. Il comitato di sorveglianza può infatti mandare circolari vincolanti per i fondi stessi. Questo modello ha la caratteristi di eliminare le disomogeneità. Non è altro che un modello informatico in cui sono caricate tutte le informazioni necessarie per il recupero credito. Le società di gestione hanno dovuto ridare a noi i dati su supporti informatici omogenei. Questo è stato importante per evitare spazi di discrezionalità, di fatto abbiamo oggettivato la gestione della pratica. Siamo passati alla terza fase di analisi delle pratiche transattive che avviene settimanalmente e abbiamo evaso ad oggi tutte le pratiche transattive che i fondi ci hanno posto. Ultima fase si è chiusa ora, relativa alla elaborazione dei criteri di definizione del credito di imposta, rispetto cui abbiamo emanato una circolare a riguardo.

Francesco Mussoni, Pdcs
Ho percepito dalle vostre parole una certa difficoltà nell’insediamento e nell’interlocuzione con gli organismi e mi spiego allora una relazione così ridotta. Visto le premesse, capisco siate in fase iniziale del lavoro e per me è un po’ insufficiente. Propri per l’urgenza di valutare le somme e la rilevanza sui conti di bilancio. Ciò non toglie che chi ha relazionato abbia fatto il possibile per estrapolare una relazione che però manca di numeri, di dati, quello che conta. Dopo un anno c’è stata una attività di impostazione, interlocutoria, mancano dati, numeri, percentuali…che sarebbero i dati che servono a una commissione per valutare l’incidenza del credito di imposta sul bilancio. Ci aspettavamo non solo la cronistoria dall’insediamento, ma i risultati. Al termine di questa commissione non avremo un quadro adeguato. Oggi serve chiarezza su numeri e anche l’elenco aggiornato di quei nomi – schiaffati sui giornali in modo improprio- dei ‘debitori dello Stato’.

Iro Belluzzi, Psd
Su quell’elenco che ha reso pubblico i nomi dei presunti debitori- presunti perché sappiamo c’erano persone che avevano risolto le loro posizioni e che c’è una serie di denunce penali per la diffusione di dati riservati- mi chiedo di poter conoscere lo stato reale di chi è debitore con lo Stato e dare così soddisfazione a quelle persone che non hanno avviato querele nei confronti vostri e di chi ha reso pubbliche le loro posizioni.

Sulle del tematiche credito imposta, più volte si è richiesto si attivassero funzioni di controllo perché si presupponeva che nelle pratiche transattive ci fosse stato lassismo eccessivo nel riconoscere le perdite negli istituti, perché poi risultava aumentato in un modo esagerato il credito imposta. Era il dott. Gumina che aveva questo compito che oggi purtroppo non può più rispondere, c’è stato poi cambio di governo e la responsabiltà è andata al segretario Celli e ha dato a voi le responsabilità di controllo e verifica su pratiche già transate. Sappiamo ci sono stati anche problemi logistici per insediarvi, fa comprendere quanto poco siano interessati il segretario Celli e l’esecutivo nel dare la possibilità di svolgere una funzione importante, di controllo e di quasi recupero credito che le fanno le Sg, ma con input forti del comitato. Oggi potete dire quanto credito di imposta può essere non imputato nelle casse dello Stato?

Roberto Ciavatta, Rete
Volevamo sapere quale è l’andamento del credito di imposta perché ci risulta che nel tempo le somme siano aumentate e non possono essere utilizzati, questi strumenti, per metterci dentro tutti i crediti marci attivati dagli istituti bancari. Alla luce della vostra relazione però di fatto non abbiamo nulla qui per capire cosa sta succedendo con il credito di imposta su cui ragionare. Chiedo se avete la disponibilità di fornirci qualche elemento sugli accordi transattivi del 2017, quanti erano precedentemente, come possiamo analizzarli nel corso degli anni, se sono aumentati, quali sono i crediti messi nel calderone del credito di imposta e che tipo di vigilanza c’è sui crediti. Ci aspettiamo ci venga fornita quanto meno una indicazione nella fase di dibattito.
Luca Santolini, C10
Dal riferimento avuto e da una prima veloce lettura di questi documenti, mi sembra di aver capito che c’erano ambiti di discrezionalità molto elevati nella gestione delle diverse pratiche da parte delle società di recupero crediti. Questo mi sembra confermare i dubbi che ci hanno portato con forza alla creazione del comitato di sorveglianza a tutela degli interessi dello Stato. Non si capisce ancora se questa discrezionalità abbia portato a una impennata di cifre del credito di imposta, che è il motivo della creazione del comitato, e ce lo possono dire solo i numeri. In questo primo riferimento ci avete presentato i problemi avuti dalla presa in carica del lavoro: normativa frammentata e discrezionalità delle pratiche che ha reso per voi impossibile una valutazione e capisco i ritardi dell’analisi, ma noi abbiamo bisogno di numeri macro per fare valutazioni. Mi unisco alla richiesta fatta dai colleghi per capire a che punto è arrivata questa analisi, che tempistiche vi siete posti per il completamento di questa attività e se, alla luce delle prima analisi delle pratiche, avete già riscontrato evidenze di una attività di recupero insufficiente che va a creare delle distorsioni e da parte di chi. Sull’attività precedente dell’osservatorio del dott. Gumina, chiedo se avete raccolto feedback per capire se ha portato avanti un’attività e che informazioni è riuscito a reperire.

Lorenzo Lonfernini, Rf
Dalla relazione semestrale è evidente che c’è stata tutta una fase di protocolli che occorreva mettere a punto perché prima non c’era nulla. Alla luce di questo anno di attività, chiedo se il comitato ritiene sufficiente la sua struttura o se ritiene opportuna rafforzarla o dedicare risorse a tempo pieno, sono in ballo cifre che giustificherebbero anche impiego di risorse. Sulla lista diffusa, dalla relazione si evince che l’elenco è stato chiesto non per divulgarlo certo all’universo mondo. Ma ‘in vista di atti legislativi che il governo dovrà assumere nei prossimi giorni’, poi qualcos’altro deve essere intervenuto.

Alessandro Mancini, Ps
Con un po’ di rammarico rilevo che questa attività non è riuscita ad essere efficace come il Consiglio grande generale credeva. Questo parlamento aveva cercato di creare una sorta di ammortizzatore a sostegno di banche che erano andate in crisi a suo tempo, e aveva individuato il credito di imposta. Che aveva senso in un momento in cui le banche generavano degli utili, dovevano pagare le tasse e venivano trasformate in credito di imposta, ma quella è una stagione finita. Sul basare ancora l’ammortizzatore sulle banche si deve fare una riflessione politica, se ancora è questo lo strumento giusto. Nel limite di quello che oggi ci ha portato il comitato di sorveglianza, credo che qualche macro dato sia importante da dare a questa commissione, il dettaglio non lo vogliamo, ma vorremmo capire il dato macroeconomico su quali sono stati i recuperi portati a casa e la percentuale. Se invece tutto deve essere focalizzato sull’attività amministrativa, allora il comitato di sorveglianza serve poco, chiediamo agli studi legali piuttosto. Quali sono i dati che possono essere portati oggi a conoscenza della commissione?

Avv.Irene Lonfernini, Comitato di Sorveglianza
Ci avete chiesto oggi dei numeri, vi aspettavate forse qualcosa che non dovevate chiedere a noi. Il Comitato di sorveglianza non dà una serie di numeri, ma controlla che le procedure adottate dalle società di gestione del recupero crediti siano corretti. Dopo un anno possiamo dire che quando il comitato di sorveglianza non c’era, le società di gestione vivevano in una situazione di limbo o comunque di tranquillità. Dicevano ‘abbiamo in pancia asset che derivano dallo sbilancio di banche in crisi e assorbite da banche che possono godere del credito di imposta, abbiamo questo bonus. Se noi questi debiti li recuperiamo con azioni di recupero bene, se non facciamo nulla, non cambia niente perché abbiamo il credito di imposta come paracadute’. Abbiamo quindi constato questo lassismo e mancanza di incentivi a portare a casa crediti in pancia. Forse è necessario incentivare le Sg a recuperare, a nostro modo di vedere anche l’istituzione del modello non va a rallentare i lavori. Anzi noi abbiamo chiesto di fare azioni.

Avv. Silvia Cecchetti, Comitato di Sorveglianza
I commissari si aspettavano di avere una proiezione numerica e l’incidenza sul bilancio, questo non è nostro compito. Il comitato controlla non determina il credito di imposta, lo fa l’amministrazione finanziaria. Il passaggio è garantire il corretto accertamento e lo abbiamo fatto con la circolare che ne definisce i criteri rispetto procedure che erano lasciate totalmente ai fondi. Noi possiamo incidere mettendo dei correttivi nelle norme. Se poi la qualità del credito è pessimo noi non possiamo intervenire. Lì si deve svalutare. Sulla modalità di gestione delle pratiche e nel farle evadere, noi possiamo emettere circolari per quelle per esempio in cui più passa il tempo e meno aggredisci. Il comitato deve creare criteri oggettivi. Arrivare alla circolare che stabilisce criteri non è stato facile. Ci sono lettere e controlettere di Banca centrale, la difficoltà interpretativa da parte dell’uffico tributario…Certamente se mi si chiede se il comitato va rafforzato rispondo che se veramente si vuole risparmiare, con l’investimento in questo si può incidere. Capisco che volevate numeri per fare analisi politiche.. Mancini chiede se il credito d’imposta possa essere ancora uno strumento utile, il comitato può esprimere a riguardo dei suggerimenti, anche io credo sia un meccanismo assolutamente superficiale e che sia caso di assorbirlo. La nostra possibilità di incidere sulla formazione di credito di imposta è creando controllo e correttivi, non è possibile però incidere sulla qualità del credito. Sul lavoro di Gumina, noi non siamo stati in grado neanche di reperirlo. Non abbiamo guardato nello specchietto retrovisore. Le pratiche che noi evadiamo: 2-3 pratiche transattive a settimana e prima non credo fosse proprio così, e non a tutte diciamo sì, alcune le rimandiamo indietro anche se significa perdere terreno e possiamo segnalarlo all’amministrazione finanziaria.
Ultimo aspetto, il più ostico, sull’elenco dei creditori: ci chiedete l’elenco corretto. Noi abbiamo fornito il dato richiesto dall’amministrazione che ci controlla e non di più. Tutto quello che è successo dopo non riguarda noi, non dobbiamo essere noi a correggere gli elenchi, noi vigiliamo sulla corretta tenuta dei crediti su chi è ancora creditore e no, le società di gestione sono due, i fondi sono tre e sono pieni di ‘ roba’. Noi ci siamo messe a lavorare subito, ma non si può mettere le mani in pasta se non si sa dove le si mette e per noi il lavoro di ricognizione è fondamentale. Il comitato ancora non ha una sede, credo sia opportuna finché non si chiude la partita dei crediti di imposta.

Francesco Mussoni, Pdcs
Ho colto una difficoltà, ma vorrei si avesse la lucidità di mettersi nei panni della commissione, dove dobbiamo chiederlo il dato ? Se lo chiediamo alla Segreteria ci dice ‘al comitato di sorveglianza’, lo chiediamo al comitato ci dice di chiederlo ai fondi. Si può avere un dato aggregato in questo paese del credito di imposta? Le società di gestione dei fondi non fanno beneficenza, chi fa parte del comitato di sorveglianza non è volontariato, avete una missione delicatissima, dobbiamo tutti fare uno sforzo per modificare le norme in essere. Sono insufficienti? Ampliamo le competenze del comitato, dotiamolo di più strutture, facciamo in modo si possano comunicare in modo oggettivo i dati di gestione. Dopo un anno non abbiamo questo specchietto, creiamolo nei prossimi mesi. Benissimo se avete introdotto procedure, siete persone serie, ma non veniamo allora in commissione, fate un riferimento al segretario. Il tema dei nomi è imbarazzante ma qualcuno lo deve chiarire. C’era stata una promessa per fare chiarezza e nelle forme riservate ci sarà un elenco aggiornato, allora si faccia chiarezza.

Roberto Ciavatta, Rete

Faccio una proposta: siccome ci sono altri che vorrebbero intervenire e che la seconda comunicazione del comitato è in fase di stesura per il secondo report, possiamo prevedere di lasciare il comma aperto e si possa ripartire evitando così il comma comunicazioni in una prossima convocazione? Nella legge istitutiva del comitato: dite non spetta a voi fare dati e valutazioni, ma quei dati sono importati per avere un monitoraggio anche per voi sul credito di imposta. È vero che ci sono svalutazioni, ma ci sono solo quelle? Oppure alcune banche hanno inserito nel credito di imposta crediti che non ci dovevano stare? Sono elementi che il comitato credo debba avere. E’ logico che un istituto privato utilizzi criteri propri, il punto non è il criterio utilizzato, ma che a fronte del recupero crediti c’è credito di imposta e questo richiede una ottimizzazione. Non discuto sulla necessità di standardizzare le operazioni, ma che debba seguire un controllo sull’andamento.

Simone Celli, Sds Finanze
La proposta del commissario Ciavatta credo sia ragionevole, impegniamoci per il mese di luglio per la prosecuzione di questa audizione. Mi sono impegnato per fare altre Commissioni sul programma economico, ma è una proposta da cogliere per capire ai fini statistici se questo iter di riconoscimento del credito di imposta ha avuto un impatto migliore o peggiore rispetto quanto avuto oggi. Se è uno strumento giusto o meno, se sta funzionando adeguatamente o se sono necessari migliorativi. Sui dati del credito di imposta: sono annualmente aggiornati dall’ufficio tributario. Riconosco le attenzione di Dim che puntualmente presentano interrogazione sui dati. Nella parte fiscale, i dati sono quindi reperibili attraverso apposite interrogazioni e sono pubblici. A Mussoni: con i tempi necessari credo si possa aggiornare la lista depurandola dai nominativi di persone che avevano già concordato i piani di rientro, una volta avendo a disposizione l’elenco sarà mia premura consegnarla ai gruppi consiliari.

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