ROMA – Temuta ma non temutissima, la seconda prova dell’esame di maturità, quella diversa per ogni indirizzo, è già alle spalle dei maturandi italiani. “Non me lo aspettavo così ma mi è sembrato un esame adeguato”, racconta Arianna dopo aver sostenuto la prova in lingua inglese al liceo Lucrezio Caro di Roma. “Comprensione, produzione di 300 parole, dieci domande. A me è andata bene, mi sento abbastanza sicura” spiega Victoria. Secondo Francesca “Non era eccessivamente difficile e poi il testo letterario era bello e interessante”. Un po’ diverso al Classico, dove i ragazzi hanno avuto a che fare con una versione di Tacito. “Era impegnativa, soprattutto perchè Tacito è un autore insidioso” dice Nicolò all’uscita del Convitto di Roma. È d’accordo anche Emma, del Lucrezio Caro, che però tutto sommato “se la aspettava più difficile”. Effettivamente davanti alle scuole si vedono facce distese e sorridenti. Due terzi degli scritti sono andati, ma lunedì c’è il cosiddetto quizzone, la prova più temuta: 10 domande a risposta aperta su cinque materie e un tempo più ristretto per rispondere. “Copierò il più che posso” scherza Emma, che poi si fa seria e spiega di avere un piano di ripasso di tutto il programma. “Ripeto fino a che non mi ricordo più come mi chiamo” promette Cecilia. E così via. Tutti danno più o meno la stessa risposta. La terza è la più pericolosa e l’unico modo di affrontarla è “studiare, studiare, studiare”.
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Scuola. Maturità, seconda prova “dura ma non troppo”
- Antonella Salini
- a.salini@agenziadire.com
- 17 Giugno 2015
- Canali, Welfare
Ora il terrore è per la terza prova
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