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Un algoritmo dell’Università di Firenze prevede il distacco di una roccia a Petra

I 'veggenti' sono i ricercatori del Dipartimento di Scienze della terra dell'Ateneo di Firenze

Pubblicato:17-06-2015 11:41
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:23

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Petra

Petra

FIRENZE – Un algoritmo, già dal 2014, aveva previsto il distacco di una roccia di 10 tonnellate nel Siq di Petra, in Giordania, che poi si è verificato nello scorso maggio.

I ‘veggenti’, in realtà, sono i ricercatori del Dipartimento di Scienze della terra dell’Ateneo di Firenze che si è messo al lavoro sulla questione su sollecitazione dell’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale (Ispra), impegnato in un progetto Unesco per la stabilizzazione di quell’area, che è soggetta a fenomeni di crollo. E’ stato un algoritmo sviluppato da Giovanni Gigli a individuare le masse rocciose instabili e a elaborare la previsione ad altissima precisione.

“Attraverso immagini tridimensionali ad alta risoluzione, ottenute mediante laser scanner, abbiamo estratto i dati necessari a identificare le fratture nella roccia- spiega il ricercatore fiorentino- a seconda della loro collocazione e dell’orientazione della parete è infatti possibile calcolare la possibilità di scivolamenti, ribaltamenti e distacchi”. L’elaborazione del dato è stata fatta nei laboratori del Dipartimento a Firenze, mentre un sopralluogo a Petra, avvenuto alla fine dello scorso anno, ha verificato il tutto.


E’ da molti anni che lavoriamo e perfezioniamo il nostro algoritmo– prosegue Gigli- Lo abbiamo applicato in diversi contesti per problemi di Protezione Civile, beni culturali e nel settore minerario. Fino a oggi abbiamo centrato tutte le nostre previsioni”. Anche alla luce di questi risultati, alcuni ricercatori del team di Nicola Casagli, ordinario di Geologia applicata, hanno creato una società, Geoapp, che punta ad allargare il campo di interventi, soprattutto nel campo della sicurezza delle attività minerarie e delle grandi infrastrutture.

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