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ROMA – La Stampa condanna Allegri. Repubblica non concede appelli. Leggere i giornali della famiglia Elkann (e quindi della famiglia Juventus) aiuta a comprendere il processo al tecnico-ormai-ex che ha usato la vittoria della Coppa Italia per dichiarare guerra al mondo: arbitri, dirigenti e giornalisti. Il Corriere dello Sport ha felicemente titolato “Mad Max”.
Repubblica dedica tre pezzi, ad Allegri. In uno Intorcia cita Fantozzi, scrivendo di un secondo tragico Allegri. “C’erano due strade per chiudere questa relazione durata dieci anni in tutto, contando anche i due di separazione: un’ultima vittoria o un altro zero alla voce titoli. Allegri ne ha trovata una terza: vincere la coppa e perdere la faccia, sciupando la sua immagine in modo peggiore di quanto avrebbe fatto una sconfitta contro la celebrata Atalanta”. “L’ultimo Allegri è un protagonista usurato, incapace di stare al passo dell’evoluzione del calcio, intrappolato nella logica bellica dell’uno contro tutti, in grado di contare in una sola sera uno stuolo di nemici che uno come Mourinho ci avrebbe messo un anno intero solo per pensarli. E nella stessa occasione in cui ha stabilito un altro record, arricchendo una bacheca personale che molti suoi colleghi potranno comunque solo invidiare, è riuscito a lasciare un ricordo pessimo, a oscurare la festa attesa da più di mille giorni, mettendo la sua resa dei conti personale davanti a tutto, anche alla gioia collettiva”.
E mentre le voci di un esonero immediato prendono vigore di ora in ora, Emanuele Gamba scrive che “Allegri ha trasformato una festa che gli juventini aspettavano da tre anni in un nevrastenico show personale che costerà all’allenatore, con ogni probabilità, il licenziamento in tronco (in panchina a Bologna andrebbe Montero). Negli ultimi mesi sono spesso volati gli stracci e con Giuntoli il rapporto, cominciato nel rispetto professionale, è precipitato con il tempo, quando Allegri ha cominciato a sentire puzza di bruciato attorno alla sua panchina e si è sentito poco tutelato e ancora meno rispettato. Tra i due le comunicazioni si sono azzerate. Naturalmente in società la vedono diversamente e anzi imputano all’allenatore un pessimo lavoro tecnico su una squadra che da fine gennaio ha cominciato a rantolare, trovando solamente qualche colpo d’ala in Coppa Italia: prima era scadente il gioco, poi i risultati si sono allineati“. “Il buio di Allegri è la sua solitudine: non sempre parte l’embolo per questo, ma sentirsi soli e nudi aiuta”. “Con la Coppa già in mano, Allegri è diventato una creatura di Tim Burton tra lo spaventoso e il grottesco“.
Per La Stampa comunque è finita. “Restano la Coppa Italia alzata nel cielo di Roma e l’ira funesta, inconcepibile, del tecnico che spinge la società ad anticipare un addio scritto: le escandescenze cui si è lasciato andare sono ritenute inaccettabili, contrarie allo stile Juve e dannose per l’immagine del club. Era previsto l’avvicendamento con Thiago Motta nonostante il contratto fino al 2025, ma adesso la situazione è precipitata e già con Bologna e Monza non sarà in panchina. Il Giudice s’è limitato a due giornate di squalifica e 5.000 euro di multa, proprietà e dirigenza non faranno sconti. Oggi pomeriggio arriverà l’esonero, mentre i legali stanno vagliando (in mattinata sono attesi i pareri) se i comportamenti dell’Olimpico integrino gli estremi del licenziamento per giusta causa”.
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