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Omofobia, Gay Center: “42% delle violenze in casa, 35% dei lavoratori discriminati”

In Campidoglio presentato il rapporto di Gay Help Line in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia: "Le segnalazioni sono in aumento"

Pubblicato:17-05-2022 18:48
Ultimo aggiornamento:17-05-2022 18:48

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ROMA – In Italia, in assenza di una legge nazionale contro l’omotransfobia, le violenze e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQ+ continuano ad aumentare drammaticamente. E le denunce ufficiali sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che resta in gran parte sommerso perché, in assenza di tutele e di un quadro normativo specifico, le vittime hanno paura di rivolgersi alle autorità competenti. È il contesto drammatico che emerge dal report annuale di Gay Help Line (800713713), il numero verde dedicato alle segnalazioni di violenze e richieste d’aiuto per persone LGBTQ+. Il rapporto, presentato oggi in Campidoglio da Gay Center e Roma Capitale in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, conferma il trend allarmante di segnalazioni in aumento, elaborato sui circa 20mila contatti ricevuti nel 2021.

Anche quest’anno più del 40% delle segnalazioni proviene da under 35 e più del 10% da persone trans, che si confermano di gran lunga le più discriminate se si considera il loro status di minoranza nella minoranza. Il 15% delle prese in carico rientrano nei crimini d’odio, fra questi i maltrattamenti e le violenze in famiglia sono passate dal 35% del 2020 al 42% del 2021, soprattutto nella fascia 13-29 anni (59% subite da parte di familiari).

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Anche sul lavoro aumentano le discriminazioni: il 35% dei lavoratori e delle lavoratrici LGBTQ+ segnala discriminazioni nel luogo di lavoro soprattutto dopo il coming out; il 15% denuncia atti di mobbing, stalking e revenge porn. Il 20% degli utenti fra 18 e 26 anni ha richiesto accoglienza presso Refuge LGBT, la prima casa famiglia in Italia per giovani LGBTQ+ discriminati in famiglia, e anche qui si evidenzia un incremento di circa il 10%.

C’è stato infine un incremento del 150% delle segnalazioni da parte dei richiedenti asilo per orientamento sessuale e identità di genere, che sono tornati ai livelli precedenti alla pandemia. “I dati che stanno emergendo dimostrano che il fatto di avere una casa rifugio e un numero dedicato di Roma Capitale per l’antiviolenza per le persone LGBTQ+ serve anche per l’emersione del fenomeno – ha dichiarato l’assessora capitolina alle Pari Opportunità Monica Lucarelli – Noi stiamo lavorando su due aspetti: da un lato la formazione del personale di Roma Capitale, dall’altro abbiamo messo a bilancio l’apertura di un nuovo centro antiviolenza entro 12 mesi. Abbiamo appena avviato l’ufficio LGBTQ+ che è sotto il mio assessorato. Su questo tema c’è un impegno forte della nostra amministrazione, soprattutto perché dagli ultimi dati dell’Unione Europea si evince che in Italia oltre il 90% delle persone LGBTQ+ non si sente tutelata dal proprio Paese e pensano che non stia facendo abbastanza per loro“.

Come ricorda il rapporto del Gay Center, infatti, l’Italia nel 2022 si attesta 33esima su 49 nella Rainbow Map di ILGA Europe (International Gay Lesbian Association), rimanendo fra gli ultimi Paesi europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBTQ+. “Serve assolutamente una legge nazionale che riconosca il fenomeno in un quadro normativo, per poterne valutare l’andamento e soprattutto renderlo denunciabile in maniera chiara – ha dichiarato il portavoce del Gay Center Pietro Turano – La maggioranza delle persone non vuole denunciare alle autorità, perché non si sente abbastanza tutelata in Italia. Ma anche le poche denunce fatte, in mancanza di una legge, non riescono ad essere identificate nella specificità del fenomeno di odio per orientamento sessuale ed identità di genere“.

A conclusione della conferenza, l’assessora Lucarelli ha rilanciato il convegno ‘Roma ascolta Roma’, che si terrà il prossimo 25 maggio nella sala della Protomoteca in Campidoglio, con le oltre trenta associazioni del territorio a difesa della comunità LGBTQ+. “Sarà l’avvio di un percorso di condivisione e ascolto reciproco fra associazioni e amministrazione, per mappare tutti i servizi formali e informali già presenti sul territorio e metterli in rete“, ha spiegato Lucarelli.

“Le istituzioni devono capire che continuare a ignorare il fenomeno è proprio ciò che produce questi numeri sconcertanti – ha dichiarato all’agenzia Dire il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni – Questo è lo spaccato che ci restituisce l’applauso che abbiamo sentito l’anno scorso al Senato della Repubblica nel momento in cui è stata affossata la legge contro l’omotransfobia. Dopo 26 anni il nostro Parlamento, ancora una volta, non è stato in grado di approvarla. E quegli applausi sono la diretta rappresentazione del perché c’è ancora tanta violenza in questo Paese. Potete immaginare cosa può pensare una persona che ha pregiudizi, quando vede chi dovrebbe rappresentare il meglio del nostro Paese intonare cori da stadio per l’affossamento di una legge che dovrebbe rendere il Paese più civile”.

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