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Gentiloni: “Leader Ue preoccupati da scelte futuro governo”

Il premier al vertice Unione Europea-Balcani: "Se si vanificano risultati pagano gli italiani"

Pubblicato:17-05-2018 10:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:54
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ROMA – Oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è a Sofia per partecipare al vertice Ue-Balcani occidentali. Sono 28 i leader degli Stati membri Ue, che incontrano i sei Paesi dei Balcani occidentali: Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo. Tra i leader europei circolano “preoccupazioni che io personalmente sento e che coincidono con quelle dei leader europei” in merito “a tre capitoli” relativi alla formazione del governo in Italia, dice il presidente del consiglio Paolo Gentiloni nel corso di un punto stampa a Sofia a margine del vertice Ue-Balcani. Il primo di questi capitoli riguarda “l’atteggiamento italiano sulle grandi scelte internazionali che sono sempre state condivise dall’Ue al di la’ del colore politico dei governi, perche’ le hanno condivise sia Tsipras che Orban”. Il secondo e’ il capitolo inerente “i rischi connessi dalle politiche a debito. La terza questione e’ il rischio che si mettano in discussione i successi sulle politiche migratorie“.

“DA POLITICHE A DEBITO E PROMESSE ELETTORALI DANNO A ITALIA”

“Quello che io penso possa creare problemi al nostro Paese e’ immaginare che si possano fare politiche a debito, politiche di deficit, promesse elettorali o post elettorali mirabolanti e che questo non produca conseguenze”. Le conseguenze, aggiunge Gentiloni, “non saranno quelle del 2010-2011 perche’ gli scenari per fortuna sono diversi, ma ‘attenzione’. Perche’ il patrimonio accumulato in questi cinque-sei anni non e’ dei governi che si sono succeduti, ma delle famiglie, delle imprese e degli italiani. Mandarlo all’aria non sarebbe fare un danno al sottoscritto, a Renzi, a Letta, a Monti o non so a chi altro, ma allo sforzo collettivo di una nazione”
“Se si uscisse dal percorso” disegnato in questi anni dal governo italiano in Europa “e si andasse fuori strada, a essere danneggiati non sarebbe gli euroburocrati ma cittadni italiani”. “L’Italia in questi cinque sei anni ha recuperato solidita’ e credibilita’. Credo che nell’Unione ci sia un riconoscimento unanime di un dato di fatto. Ora io non faccio il sindacalista degli euroburocrati. Dico semplicemente ‘attenzione’. Perche’ c’e’ un percorso, ci sono dei risultati, ci sono molte cose da fare, ma tutto si puo’ fare tranne che buttare questo percorso all’aria perche’ a pagare il prezzo sarebbero i cittadini italiani”.

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