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Musei? No grazie, meglio il cinema o una pizza/VIDEO

Un campione di giovani della capitale ha risposto alle domande degli studenti del liceo Ripetta di Roma, impegnati a fare 'pratica' a DireGiovani

Pubblicato:17-05-2017 13:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:14

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ROMA – Musei, mostre, siti archeologici e monumenti. Sono pochi i giovani romani con dieci euro in tasca che decidono di spenderli tra quadri e sculture, rinunciando a pizza o cinema. Ma una volta varcata la soglia di un museo, preferiscono ammirare opere originali piuttosto che mostre multimediali e interattive. È quanto emerge dal sondaggio di diregiovani.it, che ha raccolto le voci di un campione di giovani della capitale, intervistati dagli studenti del liceo artistico Ripetta di Roma, impegnati nel programma di alternanza scuola-lavoro nella redazione del portale. Alle domande dei giornalisti in erba del Ripetta c’è chi ha confessato di non essere mai entrato in un museo nell’ultimo anno, chi dichiara di averli frequentati poco e chi invece ne ha visitato una decina. Ma qual è il quadro generale?

In base ai dati Istat nel 2016 in Italia il 31% delle persone di più di sei anni ha dichiarato di aver visitato un museo o una mostra negli ultimi dodici mesi, con una propensione alle visite ai musei e mostre soprattutto tra i ragazzi della fascia d’età 11-17 anni (oltre il 47%), mentre i diciottenni preferiscono siti archeologici e monumenti (33,6%). In adolescenza ed età adulta sono le donne a mostrarsi più interessate a svolgere questo tipo di attività nel tempo libero, in particolare le ragazze tra i 15 e i 24 anni, che con un 45,8% battono i loro coetanei uomini, fermi ad un 37,8%.

Anche sulle ultime novità sui musei della capitale i giovani intervistati sembrano essere poco informati. E solo uno di loro ha dichiarato di conoscere il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz (Maam), terzo museo d’arte contemporanea di Roma nato dall’occupazione di un ex fabbrica Fiorucci su via Prenestina e ora luogo di sperimentazione artistica e convivenza sociale che propone un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città.


di Annalisa Ramundo, giornalista

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